Il Dom Perignon si compra con il reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza non è piaciuto troppo al settore della ristorazione, escludendo ovviamente i beneficiari.
Le avvisaglie che qualcosa non funzionasse si sono avute in estate quando molti ristoranti e pizzerie hanno avuto difficoltà ad assumere personale stagionale.
La risposta era sempre quella: ho il reddito di cittadinanza e posso solo venire a lavorare a nero. Una non soluzione, almeno per i tanti che in regola vogliono starci.
L’aiuto sociale ha così creato un buco proprio nel mercato che voleva proteggere, quello dell’occupazione. Fatti due conti alla mano, per i percettori di reddito di cittadinanza era meglio restare a casa e ricevere l’assegno di stato.
Le indagini natalizie della Guardia di Finanza a Napoli e a Caserta rivelano che c’è stato un notevole salto di qualità.
Le cronache consegnano all’attenzione il caso dei furbetti del reddito di cittadinanza che hanno migliorato sicuramente lo status rispetto ai lavoratori stagionali non in cerca di occupazione.
Come l’ex titolare di un caseificio ad Alvignano che ha ceduto le quote ai familiari per intascare il reddito continuando ad utilizzare il lussuoso Suv Maserati con cui è stato ripetutamente fermato. “Nella domanda di sussidio non aveva compreso nel proprio nucleo familiare la moglie, titolare di redditi e intestataria di beni patrimoniali ben oltre i limiti massimi previsti dalla legge per poter accedere al contributo2, sottolineano a TG24.
Pizzaioli, camerieri e baristi sono tra le categorie più attente a beneficiare del reddito di cittadinanza pur non avendone diritto e causando danni all’erario statale per oltre 200 mila euro.
Ma c’è chi brinda, segnatamente a Ponticelli – immediata periferia di Napoli – dove è stato registrato il più alto acquisto di bottiglie di champagne Dom Perignon utilizzando la tessera gialla del reddito di cittadinanza.
150 € a bottiglia, ma cosa c’è di meglio di un buon calice di Dom Perignon per festeggiare l’anno nuovo?