La supercoppa champions di Gelateria Carapina
Che ganzo questo Bonini. Ha un’idea fresca di quelle che sembrano semplici ma che richiedono studio e sensibilità. E la mette in pratica pensandoci su un bel po’ per fare una cosa nuova. Cioè una gelateria. Io l’avevo assaggiato il gelato di Carapina che tra l’altro a primo acchito avevo capito si trattasse di un proprietario donna (che mai ti verrebbe in mente di chiamare cestello una vendita di gelati). Un annetto fa, insomma, un amico mi aveva detto “Ti faccio provare un gelato eccezionale” ed io l’avevo un po’ sbertucciato. Fiorentina a Firenze e gelato in Sicilia. “Andiamo daziapina” (sì, in realtà Carapina) e davanti alla porta di vetro con la scritta bella grande Gelato avevo pensato al solito confezionamento trendy delle bustine liofilizzate-semipreparate. Invece la coppetta in cui pucciavo il mio savoiardo Di Ciaccio (che ho ritrovato tra gli stand del Taste) era molto buona. Cavoli, mi hanno cambiato la geografia del gelato rovesciando lo Stivale! Bisognerà ritornarci e poi, come era mio solito prima di avere questo foglio elettronico, ricordare con precisione era sempre un problema. L’avevo rivista la Gelateria Carapina su Facebook e avevo chiesto l’amicizia in ricordo di quella dolce voluttà che aveva rinfrescato un’aria calda estiva. Pensavo di essermi fatto amica Zia Pina.
Invece al Taste mi riconosce dalla fotina in avatar un fiorentino dall’aria simpatica: “Ciao Vincenzo, sono Bonini”. Oh ragazzi, possibile che non mi riesca di ricordare? “Carapina, Gelateria Carapina”. Maremma, la signora Pina! Il cestello delle bontà… Due battute di saluto e di piacere. Ma io dalla Carapina ci voglio andare che ha anche aperto una nuova filiale, vicino da Ino. Un passaggio di quelli veloci prima di ripartire. E infatti, zacchete, passaggio inizio pomeriggio abbondante ed ecco Simone Bonini che fa gli onori di casa.
Ora, ad assaggiare un gelato carapinesco (se non si fosse capito, la carapina è il cestello a forma di cilindro annegato nel banco frigorifero) ti verrebbe da pensare che Simone Bonini faccia gelati da quando aveva i calzoni corti. Invece, due anni fa (l’apertura del primo Carapina in piazza Oberdan è del maggio 2008) lui era imprenditore edile e realizzava impianti. Di fresco al massimo faceva l’aria dei condizionatori e per assonanza poteva arrivare ai circuiti dei frigoriferi. Ma scodellare un gelato così buono, dovrete convenire, necessita di un salto che assomiglia a un volo pindarico. Come dire, dal contenitore al contenuto. E mi ha anche spiegato l’idea di marketing che lo ha portato dal circuito di raffreddamento alle papille gustative mentre io mi squagliavo nei gusti di una supercoppa da champions league. Un oggetto che è la riproduzione delle confezioni pop corn per il cinema tagliato alle esigenze del gelato. Una confezione bella che sottolinea il valore del gelato che stai mangiando. Perché al contrario di molte operazioni con tanto fumo e niente arrosto, Bonini ha messo a mantecare una grande qualità delle materie prime e 4 mesi di prove in cui ha utilizzato amici e conoscenti da cavie per verificare la bontà dell’idea. Senza tralasciare un bel vestito, moderno e funzionale, con un occhio ai giovani che sono attratti dal nuovo e dalle mode, mentre ai più navigati basta il primo assaggio per diventare fedeli senza troppe chiacchiere.
E tu apprezzi il grande tabellone che ti dice che no, non puoi chiedere alla gentile Signora dei Coni le fragole a gennaio o i fichi a maggio. Perchè questa frutta non c’è e se mangi un gelato a quel sapore vuol dire che stai ingurgitando pre-qualchecosa e non frutta fresca. Ora io i miei tre gusti li ho assaggiati e mi è anche piaciuta l’idea del cubo nero ottima per un omaggio fresco ad cena (anche se sembra che non si riesca a soppiantare nelle abitudini degli asportatori l’utilizzo della “baretta”), ma non è che Bonini in vista dell’estate potesse pensare ad un allargamento territoriale verso sud con un’altra bella filiale romana? Dal suo blog, Bonini avverte che da sabato scorso ha cambiato gli orari il negozio di via Lambertesca che resta aperto fino alle 21,30 per uno struscio serale di gusto. E a proposito di gusti, stanno preparando la Crostata d’arancia e il Grand Marnier che si andranno ad aggiungere ai gusti panettone, pastiera, cantucci e vin santo.
Vedremo di ritornare per varcare la soglia della porta a vetro dove c’è il “Gelato in corso” e carapinare qualche segreto per la preparazione di un buon gelato. Anche se in verità, Bonini l’ha fatta tanto semplice dettandomi un paio di appunti. Tre sono le basi per il gelato: bianca, crema e cacao. Il latte è la base delle prime due che si mette nel pastorizzatore aggiungendo panna per la bianca oppure panna e uovo per creare le creme. Le polveri di cacao già miscelate con lo zucchero e le uova servono a cuocere le differenti versioni di cioccolato. La successiva mantecatura solidifica il composto lasciando all’interno le microbollicine che danno forma al gelato. Per la frutta occorre invece partire dalla frutta fresca che viene bilanciata con l’acqua e lo zucchero per ottenere il succo da mantecare. Sarà così facile, ma allora perchè non è così facile imbattersi in un gelato come quello della Carapina?
P.S. La Gelateria Carapina la trovate nella categoria Ristoranti perché qui fanno cucina del gelato, che vuol dire anche ricerca e innovazione. Non è un semplice gelateria, quindi se andate a fare visita preparatevi un percorso di degustazione accompagnato dalle lingue di gatto o i savoiardi di Di Ciaccio e i Krumiri Rossi e avete anche l’opzione di una bella gazzosa di Sfusato Amalfitano o un chinotto di Savona entrambi della Lurisia! Io l’ho fatto seguire ai panini di ‘Ino 🙂
Gelateria Carapina. Firenze P.zza G.Oberdan 2/r. Tel. +39 055.676930. Via Lambertesca 18/r. Tel. +39 055291128.