JRE Italia perde pezzi. Via 12 chef e ristoranti
Il conteggio non è ufficiale, ma i rumors accreditano di più di 12 defezioni. Accade nel gruppo dei Jeunes Restaurateurs (JRE) sezione Italia.
Su Facebook appaiono i post degli chef che salutano il gruppo.
“Dopo tanti anni, momenti belli, storie di grandi amicizie, lascio JRE”. Lo scrive Iside de Cesare, chef dello stellato La Parolina di Trevinano nel Lazio.
Gli fa eco Andrea Sarri, presidente uscente – in tutti i sensi – dei JRE Italia: “Oggi lascio l’associazione dei miei sogni, dopo 16 anni e 2 mandati da presidente ho deciso di concludere questa avventura”.
“Il 1 gennaio finisce la mia avventura in JRE. Purtroppo molte cose cambiano, mentre altre per fortuna non cambieranno mai. Vado via ricco della vera amicizia stretta in questi anni con alcuni colleghi”. È Lele Usai, chef dello stellato Il Tino di Fiumicino, ad affidare sempre a Facebook il suo addio all’associazione.
Gli risponde sulla stessa lunghezza d’onda Marco Parizzi, chef dello stellato Parizzi di Parma: “E’ finita un’era. Per 26 anni ho fatto parte con orgoglio di questa associazione. L’ho amata sinceramente, ho lavorato duramente per lei, per i suoi ideali. Ideali che ora purtroppo sono cambiati. Lascio con una crepa nel cuore, come quella ho scoperto sul muro togliendo la targa. Rimangono i veri amici. Il resto è business”.
Walter Bianconi, fondatore di JRE Italia spiega in un commento che “si ormai undici stellati, molto probabilmente le cose per questi non vanno bene” e aggiunge “Non vanno bene per divergenze di opinioni”.
Ma allora perché tanti chef – che hanno anche fatto parte del direttivo – abbandonano i JRE?
La risposta ufficiale non c’è e le bocche sono cucite in attesa che tutti gli chef dichiarino di lasciare l’associazione come hanno fatto anche Danilo Bei del ristorante Emilio nelle Marche e Valerio Centofanti dell’Angolo d’Abruzzo a Carsoli.
Le defezioni sarebbero causate dal nuovo assetto dei JRE che ormai parlano poco di cucina e pensano piuttosto alla creazione di eventi per remunerare gli chef al di fuori del loro luogo “naturale”, il ristorante.
Paradossalmente, la spinta a salire in comunicazione ha creato una frattura con chi aveva altre idee quando aveva aderito.
L’obiettivo dei JRE sarebbe fare eventi, avere visibilità e far guadagnare soldi nei momenti di magra del ristorante?