La febbre della baguette vien dall’Est. D’annata
Pane d’annata. Vecchio di un anno o persino due. Baguette del 2009 e sacchetti di panini o pane affettato confezionato del 2010. Le tavole degli Italiani ne sono piene e il grosso viene dalla Romania e dai paesi dell’Est. Qui lo impastano, lo surgelano e poi lo vendono ai supermercati del centro nord. Che lo riscaldano in forno, lo imbustano e lo mettono in vendita.
Dopo l’allarme lanciato dalla Federpanificatori, Repubblica ha dedicato un’inchiesta alla febbre della pagnotta dell’Est e ha raccolto qualche dato interessante: la Romania produce 4 milioni di chili di pane surgelato a lunghissima conservazione (24 mesi) del quale consuma una minima porzione, uno su quattro dei panini confezionati venduti in Italia proviene dal Paese di Dracula e non esiste l’obbligo di indicarne in etichetta la provenienza. Dati cui fanno eco recenti stime di Coldiretti secondo cui le importazioni dalla Romania di prodotti a base di cereali sono più che raddoppiate nell’ultimo anno e sono letteralmente lievitate negli ultimi 10 anni. Erano solo 6,733 chili dieci anni fa, oggi hanno raggiunto 1,3 milioni di chili.
A conquistare i consumatori italiani è il prezzo: non più di due euro al chilo contro i 4-5 (e oltre per i pani “pregiati”) dei panifici nostrani. Costi di produzione (soprattutto manodopera) più bassi consentono ai paesi dell’Est risparmi che si riverberano sul prezzo finale del prodotto. Ma in assenza di tracciabilità e trasparenza, chi può garantire della qualità di questo pane?
[Fonte: repubblica.it, Coldiretti]