La pasta italiana migliore del supermercato: 10 marche da comprare
Qual è la pasta migliore da comprare al supermercato?
Scatti di Gusto, dopo aver dato spazio alla pasta artigianale, ha scelto e messo in classifica le 10 marche migliori. O almeno, quelle che ci sono sembrate le migliori dopo numerose ricerche tra gli scaffali di queste catene della GDO: Conad, Esselunga, Carrefour, Coop, 365, Élite, Decò e Pewex.
Nel farlo abbiamo considerato questi criteri:
ingredienti (in sostanza l’uso di grano italiano); aspetto; consistenza; collosità; tenuta della cottura e soprattutto SAPORE (inteso come qualità organolettica).
La pasta italiana migliore al supermercato
1. La pasta migliore al supermercato: Spaghetti De Cecco
Formato in classifica: Spaghetti. De Cecco ha dalla sua altri formati capaci di tenerci a lungo sul piatto, come vedremo in seguito. Ma lo spaghetto, cioè il formato identitario della pasta italiana, è il suo cavallo di battaglia. Cavallo di razza. La pasta migliore da comprare al supermercato.
Anno di fondazione: 1886.
Regione di provenienza: Sede principale: Fara San Martino (CH). Abruzzo.
Fatturato: vicino ai 500 milioni di euro nel 2018.
Grano impiegato: italiano, di provenienza europea e extraeuropea, macinato nel molino di proprietà accanto al pastificio.
2. La pasta migliore al supermercato: Spaghettoni monograno Felicetti
Formato in classifica: Lo spaghettone è un test importante per l’appassionato di pasta. Le maggiori dimensioni aiutano a esprimere meglio il lavoro del pastificio. Quello di Felicetti (il lavoro, ma pure lo spaghetto) è davvero impeccabile.
Anno di fondazione: 1908.
Regione di provenienza: Sede principale: Predazzo (TN). Trentino.
Fatturato: superiore a 35 milioni nel 2019, con una quota esportazione del 70%.
Grano impiegato: Grano duro italiano per tutte le 4 linee prodotte dal pastificio, tranne quella al Kamut.
3. La pasta migliore al supermercato: Spaghettoni Garofalo
Formato in classifica: Difficile nascondere la divorante passione che abbiamo per lo spaghettone. Che esprime le sue potenzialità anche nella versione Garofalo, il pastificio di Gragnano rilevante anche in numerosi altri formati. Ci piacciono perfino le Ruote.
Anno di fondazione: 1920.
Regione di provenienza: Sede principale: Gragnano (NA). Campania.
Fatturato: oltre 160 milioni di euro nel 2018.
Grano impiegato: La semola usata dal pastificio per le proprie linee si ricava dalla macinazione di grani americani (Arizona), australiani e italiani.
4. Fusillotti Rummo
Formato in classifica: C’è l’imbarazzo della scelta nell’ampia produzione Rummo, il pastificio di Benevento. Ma tra tanti formati con i superpoteri non rinunciamo mai al fusillo. Un proverbiale raccogli sugo.
Anno di fondazione: 1846.
Regione di provenienza: Sede principale: Benevento. Campania.
Fatturato: 98,8 milioni nel 2019, con una quota esportazione del 35%.
Grano impiegato: Italiano nelle linee di pasta bio e integrale.
5. Paccheri Di Martino
Formato in classifica: Un portfolio di marchi ampio e prestigioso quello del pastificio Di Martino. Ma avremmo fatto torto alla sua gloriosa storia se avessimo trascurato i paccheri.
Anno di fondazione: 1912.
Regione di provenienza: Sede principale: Gragnano (NA). Campania.
Fatturato: oltre 150 milioni di euro nel 2019 (compresi i marchi aggregati: Antonio Amato, Grandi Pastai Italiani e Pastificio dei Campi).
Grano impiegato: Italiano acquistato da piccoli produttori in Puglia, Molise e Campania.
6. Rigatoni Alce Nero
Formato in classifica: Storia virtuosa quella di Alce Nero, il marchio bolognese che riunisce oltre mille agricoltori nel nome del biologico. Siccome la pasta è il fiore all’occhiello della produzione, abbiamo provato diversi formati finendo per scegliere i rigatoni.
Anno di fondazione: 1978.
Regione di provenienza: Sede principale: San Lazzaro di Savena (BO). Emilia Romagna.
Fatturato: 74,3 milioni di euro nel 2018 (per la vendita di tutti i prodotti in catalogo, non solo la pasta).
Provenienza grano: Grani duri coltivati in Italia per tutte le linee di pasta.
7. Maccheroni La Molisana
Formato in classifica: C’è piaciuto il fatto di poterli chiamare maccheroni, nome che per secoli ha identificato tutta la pasta. Ma questo, da solo, non sarebbe bastato. Il punto è che mettere sotto i denti i maccheroni del pastificio molisano è stata una gioia.
Anno di fondazione: 1912.
Regione di provenienza: Sede principale: Campobasso. Molise
Fatturato: Oltre 105 milioni di euro nel 2018.
Provenienza grano: Tutte le linee di pasta impiegano solo grano italiano proveniente dalle coltivazioni in Puglia, Abruzzo, Molise, Marche e Lazio.
8. Pasta Mista De Cecco
Formato in classifica: Potevamo collocare la pasta mista più in alto della posizione numero 8. Se non lo abbiamo fatto è perché il formato è noto, nonché consumato, soprattutto al Sud. Ciò non toglie che conoscerlo sia un vero piacere.
Informazioni al numero 1 della classifica.
9. Scialatielli Rummo
Formato in classifica: Vale un po’ il discorso della posizione precedente. Lo scialatiello è un formato di pasta fresca classico della tradizione campana. Ma vi invitiamo a provarlo anche se campani non siete. Ci ringrazierete.
Informazioni al numero 4 della classifica.
10. Penne lisce Voiello Aureo
Formato in classifica: Meglio la pasta rigata o liscia. Se chiedete ai fondamentalisti della pasta napoletana la risposta sarà univoca: liscia. Dopodiché, ognuno ha i suoi gusti, legittimi per carità. Ma un tributo alla pasta liscia nella nostra classifica non poteva mancare. E stavolta Voiello ha fatto le cose per bene.
Anno di fondazione: 1879.
Regione di provenienza: Sede principale: Marcianise (CE). Campania.
Fatturato: Dal 1973 Voiello è un marchio Barilla, che ha chiuso il 2018 con un fatturato di 3,48 miliardi.
Grano impiegato: il grano “aureo”, italiano al 100 per cento è un progetto Barilla (proprietaria del marchio Voiello) nato nel 2019 che prevede l’impiego esclusivo di grano italiano coltivato Campania, Puglia, Abruzzo e Molise. Di pregio il contenuto nutrizionale della pasta, ricca nell’apporto di proteine.