L’oro di Napoli/15 Il Poeta Vesuviano: va bene la terra, meno il mare
“Sofia, oggi ho una missione impossibile per te. Dobbiamo trovare un posto dove mandare a mangiare i tuoi lettori per Pasqua.”
“Eh lo so, queste donne di oggi non tengono genio di fare niente: qui consigliamo la migliore ricetta per il casatiello, per il tortano, per l’agnello, per la colomba e perfino per la pastiera, ma queste si vogliono solo assettare e trovare tutto già bello e pronto!”
“Sofia, e che è, mo’ sei diventata pure maschilista?!”
“Ma no è che ai miei tempi non era così… si facevano le tavolate a casa, si cucinava per giorni interi…”
“E ora ci si siede al ristorante, non è più pratico? Comunque io una propostina per te ce l’avrei: facciamo un sopralluogo al Poeta Vesuviano, il ristorante torrese di Carmine Mazza di cui tanto si parla nel web.”
“Ah ma io di questo giovane ho sentito parlare… quello anni fa, prima di aprire il suo ristorante, stava da Don Alfonso.”
Ed è così che Sofia ed io ci dirigiamo alla volta del Poeta Vesuviano, dimora di Carmine Mazza che, quattro anni fa, appena ventitreenne, decise di lanciarsi nell’avventura in solitaria.
La cucina di Carmine Mazza è cucina di territorio, tradizionale, se vogliamo, più nella scelta delle materie prime – cui dedica molta attenzione, come emerge anche solo dalla lettura del menu non troppo ampio ma interessante – che nella realizzazione vera e propria dei piatti.
Graziosa, ma soprattutto gustosissima, la selezione dei pani, tutti realizzati dallo chef e con il lievito madre: su tutti spiccano quello alla pancetta dolce e quello all’avena.
Nell’attesa degli antipasti, ci offrono le proverbiali zeppoline d’alghe: caldissime, croccanti e morbide e non troppo oleose. Sofia sorride gattesca e se ne spara una bella decina.
Arrivano i nostri antipasti: visto che dobbiamo dare un consiglio come si suol dire abbasato, ne proviamo ben tre. Cosa si fa per amore della gnosi.
Una griglia di pesce bandiera, adagiata su insalatina di songino e patate con dressing di agrumi: il pesce bandiera è freschissimo, il piatto risulta equilibrato e stimolante al palato.
Passiamo all’arancino di mare, un po’ il piatto feticcio di Carmine: ottimamente fritto, la concassè di pomodoro gli dona un tocco aggiuntivo di freschezza.
Ma il più riuscito degli antipasti, a mio parere, è lo sformatino di magro racchiuso da una foglia di verza con provola d’Agerola, perfettamente equilibrato nei sapori e nelle consistenze.
I primi sono totalmente votati al mare: i cappellacci con finocchi e spigola in guazzetto di vongole e broccoli (purtroppo eccessivamente sapidi).
A seguire, i buoni gnocchetti al limone con vongole e calamaretti.
La carta dei vini è sicuramente da migliorare: le proposte non sono tantissime e troppo centrate sulla Campania. Sofia come al solito becca anche un vino che non è al momento disponibile, si irrita assai.
Ci buttiamo su un gewurztraminer e ci passa la paura. Proseguiamo con calamaro fritto con spuma di patate alla liquirizia con insalatina di scarola riccia – mi aspettavo di più – ed un’eccellente variazione di maialino cilentano.
Ben presentati i dolci: semifreddo cioccolato e nocciola e l’interessante tortino caldo alla mela annurca con gelato alla vaniglia.
Tocco finale una piccola selezione di praline, spicca su tutte quella al liquore Strega, ma forse a Sofia piace per spirito di gruppo….
Sui 35-40 € a persona il conto.
“Allora che dici Sofia, la consigliamo o no questa gita pasquale a Torre del Greco?”
“Ciuciù ma lo fanno un bel pranzo pasquale, sì o no, io amo le cose tradizionali, lo sai?”
Ci soccorre Carmine: domenica pranzo pasquale con tutti i crismi dai salumi al casatiello dalla variazione di agnello con carciofi alla colomba e alla pastiera. Anche per il pranzo di Pasqua prezzi contenuti, 35 € a persona con vini à la carte.
Il Poeta Vesuviano. Viale Europa, 42. 80059 – Torre del Greco (Napoli). Tel. +39 081.8832673
(Foto: Renato Bevilacqua)