Luna Rossa, il ristorante tra elfi, grano carosella, peperone crusco ed eclissi
C’è una locanda, un’allegra locanda,
Sotto un vecchio colle grigio,
Ove la birra è così scura,
Che anche l’Uomo della Luna
E’ sceso un giorno a berne un sorso.
(La Compagnia dell’Anello. J.R.R. Tolkien)
C’è una montagna enorme, tanto grande, tanto selvaggia, tanto bella e tanto sconosciuta.
Una montagna che se ce l’avessero i francesi ne avrebbero di certo fatta una delle mete più gettonate in Europa, se ce l’avessero al nord sarebbe un posto pieno di piste da sci, di alberghi, di mondanità.
E invece no.
Grazie allo “slow life” del sud è rimasta lì silenziosa e selvaggia.
Io da piccola ci ho letto Tolkien dentro la tenda dei boy scout e di notte sognavo elfi, fate e gnomi.
Ci sono due grandi porte per entrare: una si trova nelle Terre Meridionali di Calabria e sale da Castrovillari, naturalmente dopo aver soggiornato alla Locanda di Alia. L’altra, è nelle Lucane Terre del Nord, la via è assai più tortuosa perchè ci sono curve e tornanti, e a volte, massi scagliati sulla via da chissà chi. Si trova in località Terranova di Pollino, il paese d’Italia più distante dalla sua provincia, ben 150 km!
In sintesi alla Luna Rossa ci devi proprio andare.
Quando sono arrivata ad accogliermi c’era una grande forchetta da orco e un oste con una voce delicatissima che mi ha sussurrato “siete allergica a qualcosa?”
Ed io sorridente “sì, alla dieta!”
Federico Libero Valicenti (da me subito ribattezzato Omorzo) è un personaggio uscito dal libro di Tolkien, ne sono certa.
Si nasconde dietro pile di libri di cibosofia e archeogastronomia.
Ma a me non la dà a bere, lui sta li perchè, come Gaetano Alia custodisce la porta della Montagna.
Sostiene fermamente che il potere del cibo non sta nella ricetta e negli ingredienti, ma nel capire le origini e riuscire a tramandarne il messaggio.
Detto questo parliamo di Luna Rossa perchè guarda caso c’era una Luna Rossa trent’anni fa quando dopo aver girato il mondo il cibosofo, decide di tornare al suo paese e aprire la Locanda.
Questa sera, la cena non prevede vista mozzafiato perchè le montagne spariranno, non ci sono illuminazioni di sorta, pare sia il posto con meno inquinamento luminoso d’Europa.
Quindi si cenerà al lume di candele, l’aria attorno sarà profumata di erbe del Pollino che staranno fuori e dentro il piatto insieme all’agnello.
Ci sarà l’odore del dolce crusko (peperone) che fa scift (onomatopeico suono elfico) nell’olio di majatica della grande montagna.
La pasta e il pane saranno di grano carosella di 1.200 metri (da salvadanio, il grano porta soldi).
I capocolli, i prosciutti, le salsicce e le soppressate di maiale allevati con ghiande.
Si berranno calici di aglianico il vino che qui si travasa ancora tenendo conto delle fasi lunari.
La cosa migliore da fare è concedersi il lusso di trascorrere qui almeno due giorni.
Potreste fare una gita alla fonte Catusa poco distante da qui, qualsiasi pastore vi racconterà che questo è un luogo magico e che qui si incontrano Raminghi a cavallo e Monachicchi (gnomi).
Io aspetto sempre di vederne uno
Magari oggi è proprio il giorno giusto..
Ristorante Luna Rossa. Via Marconi, 18. Terranova di Pollino (Potenza). Tel. +39 0973.93254