Milano. Tutto il bello e buono dei Maestri del Panettone
Un altro weekend all’insegna del dolce natalizio per eccellenza con I Maestri del Panettone: andrà a finire che, a furia di assaggiare e comprare panettoni, a Natale non avrò spazio in tavola per altro.
Vediamo intanto cosa ho visto di interessante, o di bello, o di buono, ai Maestri del Panettone (qui trovate l’elenco completo).
1. 100 panettoni per me
Ve bene, non erano tutti per me, ma l’idea di avere 100 panettoni tutti lì a mia, va bene, nostra disposizione, è sempre affascinante. I Maestri pasticcieri sono ormai delle presenze familiari, e ogni anno c’è la curiosità di vedere se hanno portato qualcosa di nuovo.
Ma soprattutto il desiderio di ri-assaggiare i loro panettoni e lievitati, visto che è passato un annetto dalla loro ultima calata fino alle Cavallerizze del Museo della Scienza e della Tecnica. Ho perso il conto di quanti ne ho assaggiati: sarebbe più facile raccontarvi quelli che non ho gradito (nessuno).
2. Le Masterclass
Affollate, come sempre, e interessanti. Quest’anno illustravano le possibili varianti d’uso del panettone, i modi per “riciclarlo” o meglio utilizzarlo in cucina, come hanno fatto Tommaso Arrigoni col suo Filetto di rombo, purea di mela, senape, cavolo nero – e crumble di panettone, o Daniel Canzian coi suoi coni croccanti e insalata russa.
Ma ci sono stati anche interventi sul riutilizzo “dolce”, come la descrizione del Panzuccotto fatta da Andrea Sacchetti. Tutti di fronte a un pubblico attento, e in una cucina attrezzata – c’era anche il forno Proven di Moretti Forni, per dire. Il nostro sponsor sta portando il nuovo Proven sia in eventi professionali che aperti al grande pubblico perché è sì un forno professionale, ma va benissimo anche per le cucine di casa grazie alle sue dimensioni da incasso.
4. La Fabbrica del Panettone
Come mai gli appuntamenti della Fabbrica del Panettone – ovvero il racconto passo passo di come di prepara un panettone – sono sempre affollati? Un motivo sicuramente la curiosità (diversi i bambini che si fermano qui dopo aver partecipato ai laboratori loro dedicati), ma un altro, più importante forse, il desiderio di sentire dalla viva voce dei Maestri Pasticcieri – qui sopra, Salvatore Gabbiano – il racconto del loro lavoro, e, perché no, anche dei loro trucchi. Da un lato, la passione che richiede un lavoro come questo si esprime spesso anche attraverso la parola; dall’altro, c’è sempre qualcuno che chiede consigli. Ergo, che si fa il panettone a casa: sembra incredibile, ma ce n’è sempre qualcuno, a ogni appuntamento. Ovvero, non è incredibile: è un segno dei tempi, del ritorno del desiderio di mangiare cose buone ma anche di cucinarle.
E naturalmente, se si parla di cottura in forno, non può mancare il Maestro della Cottura, Moretti Forni, nostro sponsor, con un altro Proven, ormai protagonista, insieme al Neapolis, delle principali manifestazioni gastronomiche. Mi sa che di questo passo anche a Milano diventa più famoso di me!
5. L’aperitivo salato
Quest’anno, aperitivo salato. Ormai sono numerosi i Maestri Pasticcieri che hanno in menu anche delle varianti salate del panettone (ok, in questo caso, come in molti altri, bisognerebbe usare il termine “lievitato” – ma ci concediamo questa licenza). Che quest’anno sono state protagoniste, appunto, dell’aperitivo serale. Davide Fantuzzi ha portato quello al Parmigiano Reggiano (ne ha uno anche Claudio Gatti) e quello al gorgonzola, noci e pere candite, ad esempio; Attilio Servi cacio e pepe con pecorino e tre pepi, e quello con pomodori secchi e pecorino. Grazia Mazzali la Pepita del Po, con tartufo: allo stand era tenuto rigorosamente chiuso in un contenitore di vetro, per evitare che si sentisse troppo l’odore: ma ogni volta che lo apriva, beh…
Notevole quello al Capocollo di Emanuele Lenti. Un po’ per il nome (Emanuele, non capocollo), un po’ perché il capocollo è buono, un po’ perché Emanuele ha usato quello di Martina Franca, in scaglie, prodotto da Santoro, che a me piace particolarmente.
6. Le confezioni più belle
Quest’anno, le confezioni dei vari pasticceri erano particolarmente belle ed eleganti, più del solito direi. In consonanza con un contenuto che si è andato col tempo raffinando anch’esso. Quest’anno, molte confezioni erano lineari, senza fronzoli, tutte giocate sui colori, usati con parsimonia, come questa sopra, di Vincenzo Tiri, delicata nelle tinte. Inutile dire che i panettoni all’interno della confezione erano come sempre – buonissimi. Vedi il cioccolato e arancio.
Queste di Francesco Elmi riproducono il disegno delle piastrelle di Regina di Quadri, la sua pasticceria, eseguite su suo disegno a Caltagirone.
Sai le due signore che al party si guardano di sottecchi perché hanno un vestito simile? Non credo lo abbiano fatto Renato Bosco e Carmen Vecchione, anche perché i loro prodotti si distinguono benissimo. Ma il loro packaging è molto simile.
Belle, anche le confezioni di Luca Mannori.
[Immagini: iPhone Emanuele Bonati]