Miracolo a Milano/33. Da Pastamadre con primi a 11 € e dolci ottimi
“Vengo anch’io.”Inutile cercare di dissuadere Totò: la possibilità che io esca per conto mio, con qualche mia compagna di scuola ed eventuali consorti annessi, non sembra faccia parte dell’arco delle possibili evenienze. “Ma cosa vuol dire – non è che se sono amiche tue non possono parlare anche con me, no?” No, certo – mi preoccupavo del fatto che potessi annoiarti, e pensavo che magari potevi andare in giro per uno dei tuoi soliti tour clandestini…
“E perdermi Pastamadre?”
Ed è stato così che ci siamo ritrovati in questo piccolo locale in Porta Romana, aperto anch’esso da qualche mese. Cos’è Pastamadre? «Pastamadre è un luogo di ristoro con un largo tempo di apertura. È ristorante, pasticceria e caffetteria. Spacciamo lievito madre.»
Caratteristiche: pochi posti, uno dei quali occupato stabilmente, mi si dice, da questa Pasta Madre 85enne che sta lì seduta e che viene utilizzata in innumerevoli pani panini pagnotte brioche dolci e ogni altra delizia; ambiente piacevole, tavoli sedie (scomode, leggo in rete, “da sette nani”, secondo Visintin) in legno, soffittatura composta da una serie di tubi di cartone (tipo quelli dei rotoli di stoffa), insomma quel che si dice ecosostenibile; cucina siciliana ma rivista (sullo stile, mi dicono, del Dongiò calabrese, dirimpetto, stessa proprietà) dallo chef Francesco Costanzo, passato di fotoreporter, presente di chef siculo-mediterraneo (viene appunto dal Dongiò), con Pietro Zaglio e Matteo (senza cognome sul sito); e un pasticcere – finalmente – degno di questo nome, Ellis Palano, ovvero le brioche con crema di Namura.
“Davvero? è lui?”
Sì, è lui: aveva aperto la pasticceria Namura qualche anno fa in via Castelvetro (sempre a due passi dal mio ufficio), ovvero una delle pasticcerie bio-eco-piùbuone-ottime di Milano: la crema delle brioche, e dei cannoncini ecc, era una cosa indescrivibile. A un certo punto lui e la moglie hanno deciso di cedere l’attività: la nuova gestione (I dolci di Namura) fa una pasticceria buona, certo, ma non così superlativa (erano ottime anche le torte, i pasticcini, i biscottini… sigh).
Insomma: ecco che ritroviamo Ellis – non letteralmente: i dolci erano già pronti, ovviamente, e lui non lo abbiamo visto; peraltro Pastamadre è aperto tutto il giorno, da colazione in poi.
Ma veniamo alla cena. Servizio incerto – diciamolo subito, il nostro cameriere aveva l’aria di uno passato di lì per caso: la mia amica Adriana ha ordinato non so che vino, che a lei piaceva, e ci è stato portato un altro vino (un – buon – Occhi di Ciumi, siciliano), e l’averglielo fatto osservare non ha prodotto particolari effetti (lo stavamo già bevendo, ma insomma un poco di reattività in più…); qualche incertezza nel descrivere e nel prendere gli ordini (noi magari facevamo un po’ casino, ma non una cosa tragica), ci è arrivato un piatto di erba matta non richiesto (che non abbiamo preso), non è arrivato un caffè (magari non l’ha sentito…), la richiesta “cosa vuol dire GF” scritto davanti ai dolci ha avuto come risposta un ovvio “grande fratello” (ma comunque il messaggio che si trattasse di “gluten free” è arrivato)… “E un poco troppa fretta di portarci il caffè” (ma questo non è un problema: il locale è piccolo, è comprensibile).
- Erba matta saltata (5 €): molto buona, piacevole.
- Spaghetti con tenerume, vongole e bottarga di muggine (11 €): ottimo aspetto, apprezzati dai commensali (“Dillo che pensavi che il tennerume fosse una roba tipo bianchetti o gianchetti, pesciolini infanti…” – lo dico, mi sono confuso, il vino, il caldo, la confusione…).
- Spaghetti al ragù di gamberi rossi (12,50 €): ottimi, buona la pasta, buono il ragù di gamberi.
- Caserecce con cozze e pesto di Trapani (11 €): anche questo sembra apprezzato dai nostri commensali.
- Polpette di manzo cotte in foglia di limone e insalata aromatica (11 €): non sono piaciute, un retrogusto che alle mie amiche non è andato molto, non si sa se per le foglie o cosa, probabilmente troppo cotte.
- Beccafico di spigola con pistacchio servito con peperoni in agrodolce (15 €): assolutamente ottimo, da tutti i punti di vista: mi è piaciuta l’idea, l’accostamento degli ingredienti, la cottura.
- Polpette di baccalà con fagiolini (15 €): ne ho assaggiata una, buona, piacevole, ma considerando che c’era più patata che baccalà (avrei voluto sentirlo di più in bocca) poco soddisfacente – Adriana, che le aveva già mangiate, è rimasta delusa e ha esternato la sua delusione (che ci deve aver fruttato uno sconto…).
- Dolci: voti alti, decisamente. La crostatina di cioccolato e fichi era molto buona (anche se avrei preferito più fichi e meno cioccolato, che li “schiacciava” un po’). La mousse di riso con ganache di cioccolato una meraviglia. “Carina l’idea di scrivere la carta dei dolci sulla parete” .
E allora? Che ne pensiamo?
“Cosa vuoi pensare: come sempre, non basta andare una volta in un posto per capire come funziona, e come si mangia. Mi sembra che la qualità degli ingredienti sia alta (tu hai assaggiato anche la burrata con bottarga al tavolo dei tuoi amici – Emanuele deve essere l’unico al mondo che vede a un altro tavolo gente che conosce, Valentina e Paolo, va a salutarli, afferra una forchetta e assaggia mentre parla, e torna da noi…), molti piatti buoni, qualcosa non ha funzionato.”
Bis? “Bis. D’accordo.”
Pastamadre. Laboratorio e ristoro. Via Bernardino Corio, 8. 20135 Milano. Tel +39 02.55.19.00.20