Napoli. Officina del Mare, il ristorante che ti riappacifica con Borgo Marinari
Voglia di tavole di mare a Napoli in queste calde giornate d’estate che segnano anche un timido ritorno di turisti.
L’anima del mare, lo sapete, la ritrovate nel piatto e nel panorama di uno dei ristoranti stellati in città.
E poi c’è il lungomare, una volta liberato dal traffico veicolare e ora di nuovo assediato causa chiusura a tempo indeterminato della Galleria Vittoria.
Il fascino resta quasi immutato negli scorci che si aprono sulla collina di Posillipo che incornicia il Golfo. Sempre bello con Castel dell’Ovo che sta lì a guardia dello struscio e dei ristoranti che si aprono ai suoi piedi.
Lo storytelling della ristorazione a Borgo Marinari, la piccola enclave riportata a nuova vita negli anni ’80, non ammette chiaroscuri.
Atmosfera mitologica per via di Megaride, l’isolotto di tufo che lo ospita, e decadenza che fa parte della sua storia. Durante il Risanamento, l’azione di trasformazione di fine ‘800 che cambiò volto alla città e non sempre in meglio, ci fu anche il progetto di demolire Castel dell’Ovo per edificare un nuovo quartiere. Roba da brividi. Peggiori di quelli del lato oscuro dello storytelling che vuole Borgo Marinari trappola acchiappa turisti.
Cos’è Borgo Marinari
A varcare le torrette del passaggio che l’unisce a via Partenope e allo skyline che ha modificato la poesia del Borgo di Santa Lucia si direbbe che qui è sempre festa. Quanto di qualità, non molti sono pronti a scommettere.
Ed è qui, tra i tanti dehors che si affacciano sul porticciolo e le piazzette, che c’è Officina del Mare, sottotitolo ristorante e cruderia.
Il pesce, va da sé, la fa da padrone.
I tavoli all’aperto o appena coperti dalla veranda dell’Officina del Mare ti fanno immergere nella chiassosa atmosfera del borgo.
Per il resto ci pensa Antonio Esposito, lo chef di Officina del Mare, che si destreggia tra il banco dei crudi e la minuscola cucina.
I crudi di Officina del Mare
Si va di crudi, partendo dalle ostriche. Ne troverete di diverse specie nella carta di Officina del Mare.
E per stare alla Francia, la scelta della prima bottiglia è uno chablis Chanson.
Gli scampi come i gamberi arrivano dalla Sicilia. Al naturale i secondi e con un accompagnamento di formaggio e agrumi i secondi.
Ben più spettacolare e saporita è la tartare di dentice ricomposto per la gioia degli occhi e del palato. Da sola vale l’intera cena all’Officina del Mare.
E ci richiede una seconda bottiglia: il sauvignon di Bastianich
Assaggiamo anche un piatto caldo. È la variazione della pasta alla Nerano arricchita da un crudo di crostacei e caviale. Un incontro – scontro vinto dalla cremosità delle zucchine e del formaggio.
C’è giusto lo spazio per una millefoglie di crema pasticciera con frutti rossi. I crudi in quantità riempiono altroché.
Bello il locale nella sua semplicità ed un buon segnale di ripresa in questa estate ancora tormentata da mascherine (in Campania l’obbligo è di portarle sempre, anche all’aperto). A migliorare speriamo ci siano tempi e modi.
Voto: 7/10
Officina del Mare. Piazzetta Marinari, 20. Napoli. Tel. +3908119353543