Nella guerra Paolo Parisi contro Vincenzo Mancino vincono i maiali mangalica?
Vincenzo Mancino si è incazzato su FB con Paolo Parisi. Motivo della disputa un maiale capellone, il mangalica che Mancino sta selezionando. Parisi, che sta molto lavorando sulla carne e sulla cottura con il suo nuovo forno a legna, ha chiesto un esemplare, anche uno “scarto” della selezione, per fare uno scambio.
Apriti cielo, Mancino ha interpretato la richiesta alla maniera indiana, dissotterrate l’ascia da guerra, altro che calumet della pace. E scrive la frase incriminata.
“Il fatto che io ambisca ad avere perlomeno uno dei vostri cosidetti “scarti” fa capire che non li considero merda”, risponde piccato Parisi che aggiunge “possiamo avere concezioni divergenti è possibile di certo non avete capito la mia proposta sono andato fino al confine sloveno con il mio trailer per prendere due cuccioli di mangalica otto ore di viaggio! mi sono entusiasmato vedendo che qualcun altro abbia questa razza in vita in italia e proponevo uno scambio di esperienze che ritengo siano la base costruttiva per crescere non essendo io l’ultimo arrivato.”
Ecco ci siamo, è il lei non sa chi sono io, così interpreta il Salvatore del Conciato “La veemenza che esprimi nel rispondere caro paolo non ti è concessa, primo perchè non ci conosciamo e secondo perchè arrivi a conclusioni del tutto scontate e boriose, ti ho comunicato la non disponibilità a collaborare non per pregiudizi, non perchè “italiani” (e che palle) semplicemente perchè attualmente non siamo interessati, stiamo facendo un’altro lavoro!!!.
Insomma un casino che fedelmente vi alleghiamo in PDF nel caso foste fuori dal mondo di FB (e chi dice che questa è una discussione privata, sappia che con tutta sta condivisione è la stessa cosa che dire che i cartelli pubblicitari sono privati).
Ma io una domanda l’avrei. Ma che tipo di attività sta facendo Vincenzo Mancino? Una selezione per maiali da compagnia tipo barboncino o un insaccato super squisito? Esiste un’etica del selezionatore rivolta all’animale e non al consumatore? E soprattutto, ma perché Paolo Parisi non si fa un vagone di ca fatti suoi? Non lo sapeva che Vincenzo Mancino manda al diavolo anche i suoi EX fornitori per tradimento della filosofia del buono, bello e giusto che ha in Gabriele Bonci il teorico più acclamato dalle folle (che però trasforma tutto quello che si muove in condimento per le sue strepitose pizze)? Insomma, esiste o no uno scarto alimentare in fase di produzione?