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27 Gennaio 2012 Aggiornato il 20 Agosto 2017 alle ore 16:24

Neve di qualità. La serata Abruzzo alla Chef’s Cup

Adoro la Badia, i nostri 24 lettori già lo sanno e oramai gliel’ho fatta a fettine. Ma oggi ho un buon motivo per parlarne… Il millesimo 2012 della Chef's
Neve di qualità. La serata Abruzzo alla Chef’s Cup

Adoro la Badia, i nostri 24 lettori già lo sanno e oramai gliel’ho fatta a fettine. Ma oggi ho un buon motivo per parlarne…

Il millesimo 2012 della Chef’s Cup, la manifestazione badiotta fortemente voluta da Norbert Niederkofler e da tutti i Dolomitici, l’associazione che raggruppa le tre eccellenze: St Hubertus, Stua de Michil e Siriola, è stato il più ricco e partecipato di sempre. Sarà difficile fare di meglio, per una manifestazione che nel tempo è diventata sinonimo di classe e eleganza alpina.

Ma a parte la mia abituale presenza su queste nevi, quest’anno avevo una motivazione in più per partecipare. Andava di scena l’Abruzzo. E dove c’è l’Abruzzo io non posso mancare. Lunedì 25 nella cornice incantevole del Moritzino sul tetto delle dolomiti ad oltre 2000 metri, si parlava abruzzese.

La cena organizzata dall’ Associazione Qualità Abruzzo è stata fantastica, testimonianza della qualità degli chef abruzzesi, giustamente sotto i riflettori. Gli artigiani del gusto è il sottotitolo di questa associazione, mai più azzeccato e attuale. Un’associazioni di cuochi, che mette al centro del proprio operare i prodotti e le tradizioni della regione più verde d’Europa.

La cena del Moritzino è stata un’occasione per celebrare gli straordinari ricchezze abruzzesi. Dai vini di Villa Medoro, giovane e valida azienda di Atri. Ai potenti montepulciano del consorzio Colline Teramane, alle materie prime, pasta e olio su tutti. Fino alle tisane montane de La Reserve di Caramanico Terme, fiore all’occhiello dell’ospitalità termale, ma soprattutto la cucina di questi straordinari cuochi riuniti sotto il marchio QA.

Appuntamento alle 19, davanti alla mitica ovovia di Piz la Ila, quella che porta su per discese spericolate sulla mitica Gran Risa, teatro delle epiche imprese di Alberto Tomba. Già alla partenza ci aspettava un bicchiere di pecorino di Villa Medoro e una tazza di Brodo Fumante con le crispelle, preparate dal giovane chef del Ritrovo d’Abruzzo (Tel. +39.085.8460019). Tanto per capire che si fa sul serio.

Poi si parte, e nel buio di una notte senza luna, il bianco della neve sotto i piedi, le fiaccole a illuminare e il tepore della baita ad attenderci, ci aspettava un buffet di finger food da urlo, che da solo bastava per la cena. Su tutti le immancabili cozze ripiene di Andrea Beccaceci, un classico. Poi il fenomenale cannollo con patè d’agnello dell’Angolo d’Abruzzo, finito in un battibaleno. Il golosissimo coniglio in porchetta dell’Arca di Alba Adriatica e la suadente zuppa di lenticchie e mazzancolle della Conchiglia d’Oro. Solo per citare quelli che più mi hanno convinto, tra un’offerta varia e abbondante.

Poi si inizia a fare sul serio con la cena seduti, cinque postazioni di showcooking, per cinque grandi piatti.

Domenica Vagnarelli, del ristorante Mediterraneo, dispensava la sua deliziosa pasta e patate con le paparazze e maggiorana, un gancio tra mare e freschezza verde di clorofilla.

A fianco Marcello e Bruna Spadone, del neostellato La Bandiera, servivano una genovese di anatra dolce e morbida, da grandi maestri, cuocere quelle mezzemaniche con quella consistenza sopra i 2000 metri non deve essere stato facile.

Continuando il percorso si passava alla Locanda Manthonè di Pescara, dove il piatto Abruzzo era fin dal nome una dichiarazione d’intenti: cacigni (le erbe spontanee della campagna abruzzese) con i delicatissimi fagioli bianchi del Tavo e il peperone crusco, sul tutto una chips di pancetta di maiale nero: sapori e territorio in un boccone.

Dall’altra parte della sala, la nobile Civitella del Tronto, con un piatto di grande scuola borghese dello storico Zunica, una galantina di pollo borbonica, che profumava di salotto buono e pranzi della domenica. Si chiude con i giovani Tinari, seconda generazione di Villa Majella, con un solido e fulminante agnello della Majella, che piatto!

Se non fosse sufficiente un buffet di dolci tradizionali stupefacente e poi tutti ai balli per smaltire sapori e calorie. Per una notte all’ombra del moritzino hanno brillato le stelle d’Abruzzo.

[Alessandro Bocchetti. Foto: Marino Chiarelli)

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