Operazione Margherita: 7 pizzerie gourmet denunciate per storytelling
I nomi delle 7 note pizzerie gourmet denunciate di cui parlano note stampa e servizi non si conoscono ancora. Si conosce invece il capo d’accusa, cioè frode in commercio, scaturita dall’Operazione Margherita. Una pizza decisamente non ben riuscita per le pizzerie denunciate.
In soldoni, i Carabinieri dei Reparti per Tutela Agroalimentare (RAC) di Torino, Parma, Roma, Salerno e Messina hanno constatato che gli ingredienti pregiati elencati nei menu erano di vil natura.
Nulla di molto nuovo sotto questo sole fatto di storytelling, di racconti eroici, di pizzaioli che inseguono contadini ancora più eroici e ingredienti rari. La storia dei condimenti delle pizze è fatto soprattutto di visioni e di conoscenze del territorio, di scoperte incredibili, di passaggi gourmet.
Tranne poi scoprire che sono prodotti low cost come paventa la Coldiretti commentando l’Operazione Margherita. “Una operazione di trasparenza importante per combattere le frodi. C’è il rischio concreto che vengano spacciati per Made in Italy prodotti low cost. Come il concentrato di pomodoro cinese o le cagliate di latte dall’est Europa ma anche l’olio tunisino”.
I numeri della pizza
Coldiretti fa l’elenco della spesa. Le 63 mila pizzerie e locali in Italia sfornano 8 milioni di pizze ogni giorno. In un anno il consumo degli ingredienti per realizzarle è di 200 milioni di chili di farina. Poi ci sono 225 milioni di chili di latticini, 30 di olio di oliva, 260 di salsa di pomodoro.
L’Operazione Margherita al momento ha portato alla denuncia per frode dei titolari delle 7 pizzerie gourmet. E a 6 sanzioni per 18.334 euro oltre al sequestro di 20 kg di prodotti.
7 pizzerie “a grande firma” o gourmet denunciate
La notizia è diffusa dal Comparto di Specialità come attenzione all’emergente settore delle pizzerie “a grande firma”. Sono le pizzerie inserite nei circuiti nazionali di valutazione gastronomica e che si vanno affermando quali locali di tendenza. Presso queste imprese di ristorazione i Carabinieri dei RAC hanno verificato la veridicità e la lealtà delle informazioni proposte ai consumatori.
In pratica si pubblicizza sul menu l’utilizzo di ingredienti freschi e risultano surgelati. Si parla di prodotti Dop e Igp ma in realtà non sono iscritti nei marchi di protezione.