Parmigiana di melanzane in spiaggia: come vincere i divieti
Parmigiana di melanzane vietata in spiaggia. Il caso è diventato un caos. Nell’estate degli scontrini roventi e dei super prezzi dei lidi balneari, la Puglia fa ancora da apri pista. Abbandonati ai ricordi del secolo scorso i cocomeri messi a raffreddare sulla battigia, la battaglia si sposta sulla parmigiana di melanzana. La teglia è diventata il simbolo delle vacanze dei poveri. E la Puglia, decantata fino a qualche anno fa come il luogo migliore per mangiare polpi, cozze e ricci di mare, è diventata tutta ostriche e champagne.
Alcuni stabilimenti balneari hanno affisso cartelli che vietano espressamente il cibo in spiaggia e non solo la teglia di parmigiana di melanzane. “È severamente vietato introdurre cibi e bevande dall’esterno”, sbandiera il Lido Ottagono di Savelletri. Che ha in menu la frisa pugliese, il panino con il polpo ma anche il più internazionale poke al polpo. Siamo in zona top del Salento con gli stabilimenti balneari modello Ibiza.
Ma eguale avvertenza c’è più a nord, al Lido Spiaggia Verde di Barletta. “All’interno dello stabilimento non è consentito introdurre cibi, bevande e borse frigo di alcun genere”. I divieti spingono all’acquisto e alla consumazione dei piatti e degli snack dei bar e dei ristoranti interni.
E dunque bisogna capitolare e dire addio alla parmigiana di melanzane in spiaggia? Non è proprio così.
Il titolare di uno stabilimento balneare ha una concessione che riguarda i servizi in spiaggia, dai lettini agli ombrelloni. Ma il titolo della concessione non prevede il monopolio sulla ristorazione, spiega al Corriere Massimiliano Dona, avvocato, giornalista e presidente di Unione Nazionale Consumatori.
La parmigiana di melanzane in spiaggia è salva
Tradotto in soldoni, non vi potete portare la sedia a sdraio supplementare da casa o la spiaggina per abbronzarvi sul bagnasciuga (che tra l’altro deve essere sempre libero anche nella spiaggia libera). Perché quello è il servizio offerto dallo stabilimento balneare che paga appunto una concessione.
La parmigiana di melanzane in spiaggia è dunque salva, ma con una piccola nota. Non è possibile introdurre la teglia con il tavolo da aprire sotto l’ombrellone per la tavolata. Non solo per ragioni di spazio (ma si potrebbe obiettare che è possibile affittare gazebo monolocale), quanto per decoro. Che è il vero limite alla parmigiana e alla padella del pollo con i peperoni. Tant’è che Michele Colella, direttore del Lido Calarena a Cozze (il topos giusto, questa frazione di Mola di Bari) spiega a Repubblica che chiudono un occhio per panini e acqua. Al pari del cibo porzionato.
La legge non vieta il cibo sotto l’ombrellone
La magica parola, dunque, è porzione. Basterà dividere la teglia della parmigiana di melanzane da portare in spiaggia in eleganti contenitori di vetro a tenuta ermetica e lasciare a casa la borsa termica per un più modaiolo zaino avventura. E non dovrete sottostare alla perquisizione, questa sì vietata e possibile solo dalle forze dell’ordine. In caso di spiacevole richiesta da parte dello stabilimento balneare, oltre a cambiare lido si può segnalare l’accaduto alla Capitaneria di Porto. Cioè l’organo istituzionale che garantisce il corretto esercizio delle concessioni demaniali.
E, se siete in Puglia, basterà citare l’Ordinanza balneare 2023 che chiarisce che non c’è alcun divieto al pranzo al sacco, “purché in misure e modalità consone in ambito pubblico”. Concetto ripreso, ci spostiamo sul Tirreno, dal sindaco di Pozzuoli Gigi Manzoni. Che ha invitato i gestori dei lidi a non “limitare l’ingresso di bevande e cibi veloci da consumarsi sotto l’ombrellone, nei limiti del rispetto del decoro e della sicurezza igienico sanitaria”.
E quindi, buona parmigiana di melanzane in spiaggia a tutti. Potete preparala senza friggerla nel vasetto con questa ricetta. Mentre i tradizionalisti possono accapigliarsi sul tema uovo sì, uovo no.