Perché partecipare al Campionato della Pizza è divertente
Un 2024 di pizza e di pizzerie, che vi abbiamo raccontato con tanti articoli e classifiche delle migliori pizze, scandito dal 1° Campionato della Pizza in Campania. Un gioco che abbiamo preso molto sul serio esaminando a fondo 50 pizzerie con 3 pizze per ognuna nella fase di qualificazione e 3 giudici nella stessa serata. Sempre 3 pizze durante tutte le 3 fasi finali (Ottavi, Quarti e Finale). Insomma la formula moltiplicatore del 3 per arrivare ai Campioni da Formula Uno. Dopo più di 700 assaggi e 237 pizze, abbiamo conosciuto il vincitore.
E ora, i commenti dall’interno. Da quei giurati che hanno macinato chilometri e compilato le schede di votazione raccolte sul cloud per non farci perdere il gusto della sorpresa, di scoprire il punteggio e i vincitori.
Francesca Brunzo: riportare la pizza al centro dell’attenzione
Lo devo dire: quanto mi sono divertita in questo Campionato! E non solo in finale, proprio in tutta la competizione. Un campionato impegnativo ma proprio per questo davvero coinvolgente.
Quello che da subito ci ha messi tutti d’accordo è sicuramente stato il piacere della pizza e la voglia di riposizionarla nuovamente al centro del proprio mondo.
La finale è stata conferma del leit motiv di tutta la competizione: riportare la pizza al centro, e dei commenti e della tavola e delle opinioni, farla tornare a essere condivisione e condivisibile.
Un campionato dinamico, movimentato, che ci ha portato in giro provincia per provincia, macinando km e calorie. I numeri delle pizze ordinate e degli assaggi valutati la dicono lunga sulla dedizione dell’intera giuria. Ad avvalorare l’onnipresente senso di responsabilità nei confronti di un dovere, quello dei giudizi che si tende a ad associare solo a sterili numeri, ci sono i commenti che ognuno di noi ha stilato spicchio per spicchio. Ci siamo basati su criteri precisi, ognuno dei quali aveva un peso prestabilito e reso pubblico, al fine di tendere il più possibile all’oggettività del risultato. E c’è da dirlo: Scopo raggiunto, in quanto la giuria è sempre stata sempre molto coerente.
Ad un campionato del genere non poteva che abbinarsi una finale itinerante ed a sorpresa.
Le sorprese sono state una costante del percorso: qualificazioni al buio, risultati eclatanti durante gli scontri diretti in chiaro degli ottavi e dei quarti fino all’inaspettata finale a 5. Dunque proprio per la dinamicità e la presenza vera su territorio che ci ha contraddistinto, perché non fare una finale in cui fossimo noi a raggiungere le finaliste? Ecco che ci siamo mossi tra Salerno, Napoli e Caserta. Due serate in cui abbiamo fatto visita inaspettata a cinque pizzerie: Gli Esposito (Salerno), palazzo Petrucci pizzeria (Napoli), pizzeria Carlo sammarco (Aversa, CE), Da Lioniello (Succivo, CE) e I Masanielli di Francesco Martucci (Caserta). Questa modalità ha dato ad ogni pizzamaker il comfort di giocare in casa, come d’altronde per tutta la durata del campionato, ma pure la distraction del mancato avviso con il fascino dell’effetto “performance al buio”. Un valore aggiunto più che una difficoltà forzata.
Avere pizze sorprendenti sembrava improbabile dopo aver giocato già due turni in chiaro, con ben 8 pizze valutate per ogni pizzeria di cui 5 scelte dai giudici che hanno saputo far sbizzarrire i pizzaioli in creazioni vivaci ed audaci. Tante sono state le pizze stupefacenti di questo percorso:
– quelle create appositamente per questo Campionato, come la Nerano di Martucci o la diavola di Ruotolo e ancora la filetto 2.0 di Lioniello o la piccante di Ciro Oliva;
– quelle che sono state vere e proprie esecuzioni sbalorditive che hanno dato spazio alla rivisitazione in chiave moderna di piatti simbolo: come la “si è bruciata la parmigiana” di Simone de Gregorio, la “Carbonara” di Marco D’Elia, la “burro e alici” di Mario Severino; tutti giovani talenti;
– quelle che hanno saputo sottolineare l’importanza della tradizione sussurrata attraverso qualità ed equilibrio: la margherita di Decimo Scalo, la marinara di Sasà Martucci;
– Quelle che hanno saputo raccontare la profondità della semplicità: la provola e pepe di Capuano, la dop di Sammarco, la diavola di Diego Vitagliano.
Arrivati alla manche conclusiva speravamo di chiudere in bellezza, ma di certo non immaginavano che questo campionato potesse darci ancora tali colpi di scena. Partirei dalle protagoniste: le pizze proposte. Pizze geniali e goduriose, rivisitate e futuristiche, tecnicamente perfette e romanticamente gustose. Insomma, una finale eclettica, variegata, esaltante e ricca di gusto.
Le parole di ogni giudice raccontano molto di più della valanga di fotografie che possono dire tutto e nulla. Ogni step è il quadro di un mondo meraviglioso, policromo e versatile ma pur sempre artigianale e soggetto ad una serie di imprevisti calcolati o meno. Posso solo fare i complimenti a tutte le 50 pizzerie qualificate, con un plauso extra per chi è giunto in finale. Non dimentico di tributare gli ispettori che sono riusciti a dare prova del rispetto per la pizza e per chi la fa, con l’incessante onere di trasferire la propria esperienza con la più genuina trasparenza. Un team che è riuscito egregiamente consolidarsi nel tempo e nei turni senza mai farsi mancare confronti e dibattiti. Certamente un grazie va a Vincenzo Pagano per l’idea e per averci ospitato e dato spazio sul suo Scatti di gusto, facendo da portavoce della nostra missione. Ma il ringraziamento più grande va ai pizzaioli che hanno capito il senso di questa competizione: divertirsi e far divertire.
Domenico Castaldo: una ventata di novità
Il Campionato della Pizza 2023/2024 è stata sicuramente una ventata di novità nel panorama food campano.
Nonostante i tanti anni di gestione di tornei social per la prima volta nella mia vita mi sono trovato nel ruolo di giudice di un campionato fisico, con vari assaggi di pietanze al fine di arrivare ad un verdetto finale.
È stato un percorso lungo e accidentato che mi ha visto provare pizze spaziali e pizze catastrofiche e che si è concluso con una finale a 5 al buio tra: Gli Esposito (Salerno), Palazzo Petrucci (Napoli), Carlo Sammarco (Aversa), Da Lioniello (Succivo) e Pizzeria I Masanielli- Francesco Martucci (Caserta).
Tutti i locali si sono impegnati e hanno fatto del proprio meglio per servirci le loro pietanze migliori e farci sentire a casa nostra, nonostante non avessero avuto il preavviso della finale, e questo non può far altro che rendermi felice.
Il risultato finale almeno per me è sorprendente (anche perchè Carlo Sammarco era assente e le pizze ci sono state preparate dallo staff) e dimostra ancora una volta come finchè non si “gioca” non sai mai chi può vincere.
Infine vorrei fare un plauso a tutti i giudici (persone serie e caparbie e che ne capiscono davvero tanto del mondo pizza) e soprattutto alla Redazione Scatti di Gusto con a capo il grandissimo Vincenzo Pagano che mi ha dato questa enorme opportunità!
Alberto Colella: un Campionato serio
Serio.
Il Campionato della Pizza ha acquisito quelle tinte li.
No, non è la solita Captatio benevolentiae.
La serietà davvero richiede molto coraggio.
Noi giudici abbiamo macinato km, dedicato tempo, assaggiato cose che vuoi uomini…
Eravamo diversi, con idee diverse, competenze diverse. Lo spirito e la passione per questa circonferenza magica sono stati però i nostri punti di intersezione. È stato un gioco, per carità, e come tale resta. Nessuna presunzione di marcare linee o filosofie, giudizi universali o sentenze indissolubili. Ma siamo stati sicuramente umani e sicuramente seri. Cercando di essere immuni alla sensibilità, ai retro-pensieri, alle amicizie. Abbracciando l’arma sicura dell’oggettività sia nei blind-test e sia quando siamo stati annunciati. E sì, siamo stati anche pazzi quando abbiamo esaminato quattro pizzerie a settimana o, come per la finale, cinque pizzerie in due sere.
È stato sorprendente, è stato faticoso e come, tutte le cose belle, è stato illuminante.
È stato e spero che sarà ancora…
Ringrazio tutti i miei compagni di avventura per la loro serietà, e soprattutto Vincenzo Pagano che per questa avventura ha creduto anche nella mia…
Vincenzo Consiglio: giudicare e non tifare
È stato un anno intenso, tanti km, tante pizze, tanti voti, tanti tavoli condivisi con persone che conoscevo e con persone che ho avuto l’onore e il piacere di conoscere. Ringrazio Vincenzo Pagano per aver creduto (non so con quale coraggio 😂😂😂) in me ed avermi fatto fare l’ispettore per Scatti di Gusto in questo bellissimo Campionato Campano della pizza. Dopo la fase a gironi ed i vari scontri diretti si è arrivati ad una finale a 5, Gli Esposito (Salerno), Palazzo Petrucci (Napoli), Carlo Sammarco (Aversa), Lioniello (Succivo), I Masanielli di Francesco Martucci (Caserta), finale al buio, dove, a parer mio, ci sono state pizze di altissimo livello e qualche “piede in fallo”. Non ho fatto il tifo per nessuno, ma sono molto contento e credo di non essere il solo che in questa kermesse abbia primeggiato Carlo Sammarco, buono come il pane, grandissimo professionista.
Anna Maria D’Anna: il gusto vince
Un Campionato divertente ma con un carico di responsabilità non indifferente. Le schede con le 4 sezioni da mettere a fuoco impegnano e fare il confronto tra 3 pizze della stessa pizzeria richiede una buona analisi che probabilmente nessun cliente farà. Vero che la voce Gusto vale il 50% del voto ma la raccomandazione di comprimere al massimo quello soggettivo ci ha permesso di avvicinare di molto i voti tra noi giurati. Anche se alla fine prevale la voglia di pizza buona, anzi buonissima, e penso che sia questo il risultato di ogni pizza e del vincitore.
Complimenti a tutti noi che siamo riusciti a stare in regole che ora ci sembrano acquisite ma che all’inizio sembravano un recinto!
Laura Dal Sacco: ambiente sereno e confronti corretti
Che esperienza questa della prima edizione del Campionato della Pizza in Campania!
Partiamo dal metodo: qui e ora. Oggetto di valutazione solo ed esclusivamente la pizza che ti arriva nel piatto. Non contano la location, le carte, il servizio, neanche il pizzaiolo in sé in fondo, ma solo quello che esce dal forno in quel preciso momento. E questo metodo ha permesso di farci scoprire pizzaioli e pizzerie fuori dai giri più noti. Al tempo stesso a qualche nome più conosciuto è capitata la serata storta che non ha permesso di passare alle fasi successive. Quindi niente di previsto o prevedibile: giochi aperti per tutti alle medesime condizioni! Esattamente come un campionato sportivo.
Nel ruolo di giurata è stata per me un’occasione entusiasmante, interessante e molto istruttiva sia per l’aspetto tecnico che per quello più ‘umano’.
E allora parliamo della giuria: un gruppo di persone del settore food con diversa formazione ed esperienza ma con una grande comune passione per la pizza.
Nel corso dei mesi abbiamo condiviso appuntamenti, kilometri, meteo, tabelle di marcia, esaltazioni e anche qualche mal di pancia (eh sì, capita e capiterà ancora!). Si è creato così un grande affiatamento poi rivelatosi chiaramente anche in una crescente coerenza di giudizio.
Per formazione io provengo dall’analisi sensoriale degli oli vergini di oliva tramite Panel Test a cui ho affiancato nel corso di molti anni di golosità anche l’assaggio del cioccolato, dei salumi e altri prodotti. In ogni panel che si rispetti, gli assaggiatori devono essere tarati per poter formare il gruppo e devono poi assaggiare insieme per tenersi allenati e ridurre al minimo le differenze di giudizio più rilevanti. Solo così si possono ottenere risultati affidabili e ripetibili, paragonabili per precisione ad un’analisi strumentale. Ed è esattamente quello che è successo alla giuria del Campionato in maniera spontanea e nel tempo. Lo considero un bellissimo risultato e un’ottima base da cui partire per le edizioni future.
Desidero quindi ringraziare Vincenzo Pagano e i miei compagni di avventura per aver condiviso questo tour de force ed aver creato insieme un ambiente sereno e corretto di confronto, disponibilità e crescita. Alla prossima!
Antonio Lucifero: se una pizza ha da dire qualcosa, lo dice in bocca
Senza parole. Ma alla fine alle persone e ai lettori interessa sapere chi ha vinto. Non quello che ho pensato.