Torre del Greco. La nuova Pizzeria 76 che cerca il terno secco con crocchè, pizza fritta e quasi canotto
Tra gli ennemila annunci di pizzerie che aprono dal Nord al Sud dell’Italia non ci sono solo le corazzate come Gino Sorbillo a Milano (Gourmand) o Salvatore Lioniello con il suo Giardino.
C’è spazio per fortuna anche a pizzerie che potremmo definire, osando, normali.
E che poi tanto normali non sono.
Siamo a Torre del Greco e tra poche ore ci sarà l’inaugurazione di Pizzeria 76, sottotitolo Sogni di Pizza che mi dicono vuole richiamare subito la Smorfia e il successo al gioco del lotto.
In realtà io sapevo che la pizzeria avesse come numero del sogno il 66, il pizzaiuolo 77, la pizza margherita 10, la pizza fritta 7, impastare la pizza 16. Sarà una cabala differente, mi sa.
Ma sulla ruota torrese i numeri sono altri. C’è Carmela Ceroni, socia e padrona di casa effervescente. C’è Marco Quintili, qui in trasferta in attesa di aprire la sua nuova pizzeria a Roma Sud dopo i successi da pizzaiolo in quel di Ciampino e le numerose prove da docente con il famoso coefficiente (e c’è anche il suo zampino nell’apertura de La Spiga a Pignataro Maggiore in territorio natale). C’è Gianluigi Cannolicchio, il pizzaiolo resident, sconosciuto ai più e desideroso di ammaccare molte pizze. E il cuoco che per tutta la serata di prova è riuscito a tenere ben nascosto il suo nome.
Nella nuova pizzeria in via Sedivola, a un tiro di schioppo dall’uscita dell’autostrada Napoli – Salerno (breve digressione per sottolineare come il nastro di asfalto sia ora veramente più autostrada senza i caselli a bordo carreggiata), i posti a sedere a disposizione sono una cinquantina. Fino a un paio di anni fa gli ambienti erano occupati da una pizzeria che aveva due caratteristiche: tradizione di colori marroni (e suppongo tovaglie a quadretti) e prezzi ridotti all’osso.
Ora si cambia del tutto e i locali sono moderni con le pareti bianche, il forno Acunto ha una nuova veste più accattivante e gli spazi della cucina sono ampi.
La pizza margherita ha un prezzo di 5,50 €, un po’ più alto della media dei paraggi, ma questa vuol essere una pizzeria di qualità con buoni prodotti.
Forse la chiamerete gourmet e gioca le sue carte allo stesso tavolo in cui è seduto – senza andare troppo lontano – Le Parule di Giuseppe Pignalosa a Ercolano.
L’impasto, mi spiega Marco Quintili, lo stanno mettendo a punto per tagliarlo sulle esigenze della pizzeria e del pizzaiolo che dalla partita canotto-tradizione sembra volersi chiamare fuori.
C’è un pre-fermento perché Quintili è della scuola alveolo controllato e straripante, ma le prove hanno preso in esame anche un classico (o tradizionale) diretto.
In ogni caso la farina è il classico dei classici, cioè la Blu del Mulino Caputo (nostro sponsor, ma che dubitiamo sia al corrente di questa apertura).
La cabala dei numeri è così imprevedibile che a me è toccata la serata con l’impasto in mix a una farina tipo 2 in omaggio al famolo strano romanesco di cui Marco Quintili è debitore.
Una pizza che nella sua versione definitiva avrà un cornicione meno pronunciato ponendosi a metà tra la canotto e la tradizionale.
Non so se sia l’inizio di una scuola torrese, ma di questi lidi ricordo una pizza con crocchè di patate e mortadella che se non fatta benissimo rischiava di diventare un piombo.
In attesa di assaggiare la specialità pizza + patate, posso dirvi che l’anteprima di crocchette e crocchettoni con patate, prosciutto di cinghiale, friarielli e pistacchi distribuiti in varie quantità e forme fa ottimamente sperare.
Alla Pizzeria 76 hanno deciso di sfornare, pardon, friggere anche la pizza.
La “montanara” quintiliana è una mongolfiera ad aria e il condimento con stracciata o genovese è perfetto.
Non vi resta che appuntare sul navigatore l’indirizzo. Stasera, come detto, c’è l’inaugurazione.
Domani si parte con il servizio e sulla ruota di Torre del Greco in molti prevedono il terno secco: per me, crocchetta con i friarielli, montanara con genovese e salsiccia e friarielli.
Fate il vostro gioco.