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Pizzerie
22 Giugno 2019 Aggiornato il 22 Giugno 2019 alle ore 19:03

Locanda dei Feudi, la recensione della pizzeria di Francesco Capece

Perché mai uno dovrebbe arrampicarsi su per i Monti Picentini e arrivare alla Locanda dei Feudi per mangiare una pizza? Anzi, meglio, la domanda dovrebbe
Locanda dei Feudi, la recensione della pizzeria di Francesco Capece

Perché mai uno dovrebbe arrampicarsi su per i Monti Picentini e arrivare alla Locanda dei Feudi per mangiare una pizza?

Anzi, meglio, la domanda dovrebbe essere “Perché in tanti vanno alla pizzeria di Francesco Capece, invece di attovagliarsi in una delle 5 migliori pizzerie di Salerno?“.

La risposta, semplice ma per nulla scontata in tempi di selfismo pizzesco, è che la pizza è buona e merita la deviazione dall’autostrada A3, la Salerno – Reggio Calabria, per arrivare in qualche chilometro di curve sino al belvedere del paese.

Qui Francesco Capece ha evoluto la sua pizzeria da asporto in pizzeria con sala e posti a sedere.

Diciamolo subito, la pecca è proprio nella sala animata da un buon servizio ma risicata (ma ora con la bella stagione è disponibile il dehors ed è tutta un’altra storia) rispetto alle potenzialità di questo pizzaiolo anomalo votato alla filosofia gourmet del nord (come dichiara in apertura il menu) che resta ben radicato nel territorio.

Capece fa parte di quel gruppo di pizzaioli, mi vengono in mente Giuseppe Maglione a Avellino, Ciccio Vitiello a Caserta, Valentino Tafuri a Battipaglia che indagano impasti e farciture per liberarsi dal lacciuolo della pizza meridionale ma sono ancora un po’ in mezzo al guado della forte caratterizzazione personale e della necessità di conquistare sempre più estimatori per librarsi nell’empireo dei super pizzaioli.

Sono andato da Francesco Capece in apertura di una di quelle serate che si prefigurano “toste” per grande affluenza di pubblico e per i mutamenti climatici repentini di queste stagioni impazzite che mettono a dura prova anche chi fa del frigorifero per le lunghe e lunghissime lievitazioni il proprio mantra.

Capece ha scelto, come molti altri pizzaioli, la via più difficile alla conquista della digeribilità con una ricetta che necessita di molta attenzione alle fasi di maturazione pena l’inevitabile collasso in zona servizio. O, per contro, un inaspettato ritardo al momento della stesura della pizza che scema con il trascorrere del tempo.

In zona prologo, con il forno che stava per entrare a pieno regime (praticamente siamo stati il primo pur piccolo tavolo della serata), Capece e la sua brigata hanno dimostrato di saperci fare.

La montanara è croccante come ti aspetti e in menu c’è da scegliere la trilogia con farciture di lardo e gambero, tartare di scottona e parmigiano, stracchino maturo di latte di bufala e salsiccia di scottona con aceto balsamico (9 €).

La divisione tripartitica del menu prevede, dopo i fritti, le Margherite, la Tradizione e La pizza secondo Francesco.

Attingo subito il benchmark di ogni pizzeria e in tavola arriva la Margherita basic con fiordilatte e pomodoro San Marzano Dop al prezzo popolare di 4 €. Molto buona.

Bella e buona la pizza Il ricordo del pomodorino giallo (8,50 €) che mi avvertono cambia a seconda della stagionalità o del prodotto disponibile: il matrimonio con il giallo vesuviano e la salsiccia mista di scottona e guanciale accompagnata dalla ricotta di pecora affumicata è più che convincente pur con la strizzatina d’occhio al must passe-partout del ciuffo di insalatina.

Gourmet ma sempre con un occhio alla tradizione e al mercato locale.

Come testimonia la pizza ineludibile per (quasi) tutte le pizzerie nel mappale geografico di Salerno: la Carminuccio. Siamo in piena Tradizione con questa Carminuccio e Francesco (9 €) che è un tributo al territorio e alla voglia di traghettare su lidi più esclusivi la “pizza salernitana” per antonomasia. I salernitani doc ritroveranno la piccantezza e le sapidità cui sono abituati da lungo tempo ma in versione gentile e – appunto – gourmet come recita la lista di ingredienti: pomodoro del piennolo del Vesuvio dop, battuta di pancetta di maiale nero di Parma condita con peperoncino di Teggiano, aglio rosso di Nubia, origano di Salina, pepe nero macinato, Parmigiano Reggiano oltre 30 mesi. Una pizza forte che vale da sola il motivo del viaggio.

Capito perché tutti salgono a San Cipriano Picentino (anche se molti salernitani parlano dell’altra frazione di Filetta e non di quella di Pezzano)?

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La Locanda dei Feudi 2.0. Via Vigna, 23. Pezzano di San Cipriano Picentino (Salerno). Tel. +39 089 881437

Argomenti:
pizza
Recensioni
Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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