Premio Caputo per l’arte: 28 opere sul cibo in mostra a Napoli
La pizza è arte o artigianato? Cibo è cultura o solo ingrediente della gastronomia? A questa domanda prova a rispondere il Premio Caputo, iniziativa nata nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’azienda Mulino Caputo di Napoli.
Il nome Mulino Caputo è associato a numerose manifestazioni e competizioni che punteggiano il calendario degli eventi a tema gastronomico durante ogni anno. Scontata la partecipazione alle fiere di maggiore impatto in Italia (Cibus a Parma e Tuttofood a Milano), l’insegna del cuoco che impasta tra le due spighe di grano sventola sul Campionato Mondiale del Pizzaiuolo. Che già dal nome trasla l’attenzione dal prodotto al protagonista della trasformazione della farina nel disco di pasta che ha assunto maggiore peso nella ristorazione e non solo italiana. La partenza è sempre il grano, la coltivazione e la mietitura, e il Capodanno del Mugnaio è lì a ricordarlo. Una filiera diretta dal campo al sacco di farina utilizzato dai pizzaioli e dai pasticcieri che sottolinea il valore del grano.
In questo continuo indagare il rapporto tra produzione di farina e protagonisti della trasformazione, si inseriscono i contest che premiano i risultati a tavola. Il dolce per San Gennaro (7 edizioni) e il contest per il babà (giunto alla terza edizione) escono anche dal perimetro della pizza. E invogliano i più giovani pasticcieri a cercare formule che promuovano anche il turismo gastronomico. Con la creazione di dolci che abbiano il requisito della trasportabilità: da Napoli al resto d’Italia e del mondo.
Il Mulino Caputo e l’arte
Dunque, una “invasione” nei campi limitrofi. Che ora si materializza con più evidenza nell’arte con questo Premio Caputo (che ha assegnato 3.000 € ad ognuno dei 3 vincitori). La tradizione del mecenatismo industriale italiano non è certo una novità. E non è una novità la connessione tra arte e Mulino Caputo.
Alla sede di Napoli su una parete campeggia la foto di Nathan Myhrvold & The Cooking Lab elaborata per i 3 volumi di Modernist Pizza sulla scia dei ritratti vegetali di Giuseppe Arcimboldo. La foto era apparsa in anteprima al Campionato Mondiale di Las Vegas. Altra manifestazione cui ogni anno partecipa un team di pizzaioli del team Caputo e il cui premio finale andò in quel 2018 a Umberto Fornito.
Più evidente la raccolta di scatti “Buongiorno Napoli” con una serie di scorci della città che consolida il legame del mulino con la città. Le foto di Ciro Pipoli, fotografo napoletano che illustra con i suoi scatti il rapporto tra gli abitanti e la città, sono la base della campagna pubblicitaria “Napule è mille culure”. La trasposizione topica – con i vicoli, le persone e i bassi – sui quotidiani del claim La farina dai mille colori. Ripresa anche negli stand alle fiere.
Un cambio di passo rispetto alle due farine, la rossa e la blu, per cui Caputo è diventata famosa tra i pizzaioli. E che ha segnato recentemente l’ingresso delle farine dei professionisti nella GDO a disposizione dei consumatori finali.
Il Premio Caputo
I “vasci”, le abitazioni poste al piano terra dei grandi palazzi antichi dove ancora oggi si cucinano i piatti tradizionali da strada, sono al centro delle opere dei giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Sono 28 le opere che hanno partecipato a questa prima edizione del Premio Caputo. L’obiettivo della mostra è restituire l’estetica e la poetica di una cucina collettiva radicata in una storia millenaria. Olga Scotto di Vettimo, docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e curatrice della mostra, ha spiegato il percorso. “I 28 partecipanti, dopo un percorso di approfondimento sul tema Arte e Cibo e sostenuti da un co-finanziamento del Mulino Caputo, hanno realizzato opere che restituiscono storie personali e vissuti collettivi, espressione di passione, affetti, memorie e cultura delle tradizioni“.
Il Premio, ideato da Valore Italia e Mulino Caputo, in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione Banco di Napoli, punta a valorizzare il talento delle nuove generazioni, attraverso molteplici discipline artistiche: scultura, pittura, video, fotografia, installazioni.
Fino al 25 novembre 2024 sarà possibile ammirare le 28 opere che hanno preso parte al Premio presso le sale dell’Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli in Via dei Tribunali, 213.
Terminato il periodo espositivo le opere costituiranno il primo nucleo della collezione aziendale Caputo-Art all’interno del nuovo stabilimento a Ripalimosani, a Campobasso. Primo mulino green in Europa completamente alimentato da energia rinnovabile. Che accoglierà la nuova collezione d’arte contemporanea e gli archivi storici aziendali, inserendosi nel circuito nazionale dell’Associazione Museimpresa di Assolombarda e Confindustria.
I vincitori del Premio Caputo
Ad aggiudicarsi la prima edizione del Premio Caputo il collettivo Error 207 con “Eco” si è aggiudicata la prima edizione del Premio Caputo. L’opera traduce nella sua rappresentazione tecnica e nel linguaggio artistico l’attenzione di Mulino Caputo verso le tematiche di sostenibilità ambientale, di responsabilità verso il territorio in armonia con le nuove scoperte tecnologiche e scientifiche.
Biagio Salvati con “Sacro Caputo” ha sacralizzato ed eternizzato la Spiga come reliquia ed essenza dell’identità aziendale di Mulino Caputo.
Luyao Wang con “La pizza della mamma” è stato premiato per la capacità dell’opera di esprimere in modo toccante e innovativo l’universalità del legame affettivo e familiare attraverso il cibo, la pizza, come valore di icona internazionale.
Premiata con una menzione speciale anche Ylenia Rongo. “Scannerizzami” ha sottolineato con forza la responsabilità sociale dell’artista di imporre all’attenzione del pubblico le aberrazioni del nostro tempo.
Il perché di un Premio
“La nostra famiglia ha deciso di istituire questo Premio perché la gastronomia rappresenta una componente essenziale del nostro patrimonio storico e culturale. Il Premio Caputo ha intrapreso un viaggio insieme ai giovani partecipanti, seguendo le orme dei nostri prodotti, chef, pizzaioli e pasticceri, che hanno portato nel mondo il modo di fare cucina napoletano. Solo i giovani, con la loro arte, con il loro sguardo pulito, innovativo, che sa comunicare agli altri giovani, possono rappresentare tutto questo e ciò che è davvero Napoli, città ricca di sfumature che meritano di essere raccontate. Oggi, grazie a queste opere, il nostro sogno si è realizzato. I giovani artisti hanno compiuto qualcosa di straordinario: Napoli è e deve rimanere un vulcano di idee, cultura ed emozioni, espressioni di vera qualità”. Così Antimo Caputo, Amministratore Delegato di Mulino Caputo.
[Foto di copertina: Cassa Depositi e Prestiti]