Perché il prezzo dell’olio extra vergine è aumentato del 42%
C’è qualcosa di diverso nell’olio extra vergine che compriamo, ha a che fare con il prezzo, non con il sapore.
Di questi tempi, nel 2022, il prezzo dell’olio extra vergine nei supermercati e nei discount era inferiore del 42%. Nel 2021, gli italiani pagavamo la stessa bottiglia di olio extra vergine il 61% in meno.
A gennaio di quest’anno il prezzo medio di un litro era di 5,62 euro, costo aumentato del 30% ad agosto, quando è arrivato a 7,21 euro a litro
Altroconsumo ha stimato che 4 anni fa il prezzo medio dell’olio extra vergine in un discount era più basso del 111%. Non si salvano neanche i supermercati, con un aumento stimato del 68%.
Olio extra vergine d’oliva: record del prezzo globale
Anche il prezzo globale dell’olio extra vergine d’oliva è cresciuto a livelli record, più che raddoppiato nell’ultimo anno.
L’olio d’oliva è un bene scambiato a livello globale, gli eventi che si verificano in una parte del mondo si ripercuotono anche molto lontano.
La siccità in Spagna, il primo produttore mondiale, ha ridotto i raccolti recenti del 56%, un vero tracollo. Le scorte a disposizione sono andate esaurite portando le quotazioni alle stelle.
A settembre, rispetto all’anno precedente, l’aumento del prezzo dell’olio nella penisola iberica ha toccato la percentuale record del 227%.
Il maltempo ha colpito il raccolto anche in altri importanti paesi coltivatori come Grecia e Portogallo.
Umbria e Toscana le regioni più colpite
L’Italia, secondo produttore internazionale, premiato per il miglior olio extra vergine del mondo, ha visto ridimensionarsi il proprio raccolto del 27%. Un calo che ha costretto, per far fronte alle richieste, a importare dall’estero oltre due volte la produzione nazionale.
La regione Umbria è la più colpita a causa del maltempo (alluvioni contrapposte a periodi di siccità). La produzione di olio d’oliva nel 2023 scenderà del 50%.
Minore l’impatto, fermo al 20%, tra i produttori della Toscana. In controtendenza la Puglia, dove invece, per il 2023, è previsto un sensibile aumento della produzione, fino al 40% in più.
Dai dati Unaprol emerge un prezzo all’ingrosso dell’olio extra vergine di oliva in aumento del 99,7%, che diventa il 128,3% in più nel caso dell’olio vergine di oliva.
Il prezzo dell’olio extra vergine negli Stati Uniti
Gli Stati Uniti importano quasi tutto l’olio d’oliva che consumano dalla Spagna e dall’Italia.
Il risultato è che i prezzi sono saliti a livelli vertiginosi, ben oltre i 9.000 dollari per tonnellata. Di conseguenza, l’appuntamento fisso di molte famiglie americane convertite alla dieta mediterranea con le costose bottiglie di olio extra vergine d’oliva si sta diradando sempre di più.
Il prezzo di una bottiglia da 750 ml di olio extra vergine Bertolli che lo scorso ottobre al supermercato costava circa 9 dollari vale oggi circa 11 dollari. Un aumento di quasi il 22%.
Cosa ci aspetta: prezzi fino a 11 € al litro
L’Europa meridionale, che rappresenta oltre la metà della produzione mondiale, sta all’olio d’oliva come il Medio Oriente sta al petrolio.
E le cose non stanno andando bene per l’imminente raccolto europeo, iniziato questo mese.
Secondo la UE, in Spagna e Italia, la produzione di olio d’oliva aumenterà di poco rispetto al terribile – 40% della scorsa stagione. Il che significa forniture limitate e prezzi più alti.
L’aumento dei prezzi dell’olio extra vergine d’oliva (qui trovate 14 bottiglie del miglior olio extra vergine italiano) e di numerosi altri prodotti alimentari è stato un fattore importante nella recente impennata dell’inflazione, che ha compresso i bilanci delle famiglie e tormentato le economie di tutto il mondo.
Per gli italiani si prevedono prezzi più alti del 30-40% all’ingrosso, i produttori venderemo a 9 euro al chilo e sugli scaffali dei supermercati l’olio italiano costerà tra 10-11 euro al litro, con un 30% in più per il consumatore finale rispetto alla scorsa annata.
Sono dati riportati da Italia Olivicola, l’organizzazione nazionale che raggruppa 47 cooperative di produttori.
A soffrire dei sensibili aumenti di costo sarà anche il mondo delle pizzerie e della ristorazione in generale.
Con le piccole imprese che operano già con margini ridotti costrette ad alzare i prezzi di 1 o 2 euro. Oppure a diminuire il consumo del costoso extra vergine in favore di oli meno costosi.