Aria di Festa: c’è il prosciutto crudo San Daniele
Appassionati del prosciutto San Daniele, siete in tempo fino alla mezzanotte per godervi Aria di Festa, cioè la festa del prosciutto crudo San Daniele.
Siamo manco a dirlo a San Daniele del Friuli, in un’atmosfera fragrante di tentazioni.
Anche se Aria di Festa ha superato le 30 edizioni, ci sarà sempre qualcuno per cui è la prima volta. O qualcun altro che, da assiduo frequentatore, vorrebbe qualcosa di diverso.
Ecco i miei 5 suggerimenti per vivere al meglio il prosciutto di San Daniele, per chi non c’è mai stato e per chi ci va da sempre.
1. Visitare i prosciuttifici
Confrontate il piccolo e il grande prosciuttificio, approfittando delle porte aperte. Per capire come il processo produttivo razionalizzato sui grandi numeri e la lavorazione artigianale in locali che sanno di ricordi di famiglia (come la catenaria, il montacarichi originario da Prolongo), avvengano sotto lo stesso cielo e nel rigoroso rispetto delle medesime regole. Per appezzare come informatizzazione qui ed etichette annotate a mano là siano due modi di seguire (mmhh … l’aroma che cambia d’intensità nei diversi ambienti da Coradazzi) ogni singola coscia di maiale che porterà il marchio del Consorzio.
2. Gustare il rustico e lo stellato
Dovreste avere il tempo e concedervi il doppio privilegio di mangiare il San Daniele direttamente dal vassoio di cartone seduti su una panca ma guardando l’infinito (o addirittura il mare, se l’aria è tersa), con un vino dei colli o una birra, sotto gli alberi nella zona del Castello. E un altro giorno, andare da Emanuele Scarello, 2 stelle Michelin, Agli Amici dal 1887.
Ve ne dico solo due: L’omelette al prosciutto di San Daniele e salsa all’aglio orsino. Gli gnocchi di Godia grigliati con verdure dell’orto e acqua di pomodoro fredda effusa all’ultimo momento nel vostro piatto. Eppure, prima di qualsiasi altra cosa, cosa vi offrirà il ristorante stellato? Una fetta di San Daniele appena tagliata e un calice di Ribolla. Vino e prosciutto: il benvenuto friulano nel mondo.
3. Figure e scritture
La Sistina del Friuli e La biblioteca Guarneriana perché non mangerete tutto il tempo. Fate in modo di arrivare a San Daniele per infilarvi silenziosi nella chiesa ora sconsacrata di Sant’Antonio Abate. Pietra bianca fuori, colori esplosivi dentro, affreschi quattrocenteschi. Non è un caso se la chiamano la Sistina del Friuli. Dalle figure alle scritture: prenotate una visita alla biblioteca Guarneriana, nata nel 1466. Uno scrigno di legno, colmo di volumi da cima a fondo. Cercate di avere il direttore, signora Nervi, come guida. Con mani guantate sfoglierà per voi preziosi volumi manoscritti e miniati. Qualcuno proverà l’estasi del bibliofilo davanti a tanta perfezione. Altri saliveranno.
4. Lino e seta
Ricordate (e informate le vostre papille) di questo paragone sensoriale tessile. Lo ha menzionato il sopraddetto Emanuele Scarello, parlando dei due modi di tagliare il prosciutto. Perché il vostro San Daniele sarà come una seta, se uscito dall’affettatrice. Come un lino, se tagliato al coltello.
5. Se non è Aria di Festa, San Daniele comunque
Finito l’evento, si smontano tavoli e tendoni. Sparisce il palco in piazza. Ma la sirena dei prosciuttifici suonerà per tutti a ogni mezzogiorno in questa località dal fascino unico, meta o partenza di viaggi del gusto.
[Immagini: iPhone di Daniela; Consorzio Prosciutto di San Daniele; turismofvg]