Una bottega a Milano vende e cucina pasta fresca a pranzo e cena
Razdora a Milano è una bottega di pasta fresca con cucina in Porta Romana, di dichiarata ispirazione piacentina. La Razdora, la “reggitrice” delle campagne emiliane, è però un uomo. Si chiama Matteo Monti, classe 1979, e dopo diverse esperienze ha aperto questo locale in proprio. Che è un ibrido. Bottega, pastificio, gastronomia, osteria, bistrot.
E anche un po’ tavola calda – dicono. Ma con tavola calda intenderemmo ristorazione veloce con piatti precotti in vetrinette. Mentre qui i piatti sono cucinati al momento dell’ordine e con il tempo necessario. Magari qualcosa di più perché il locale con 15/20 posti è sempre pieno.
E poi venite qui per comprare la pasta fresca da cucinare a casa: prezzi al kg dai 15 ai 40 € (per le paste ripiene).
Matteo Monti ha fatto tappe al ristorante Riva di Ponte dell’Olio, all’Osteria del Teatro a Piacenza con Filippo Chiappini Dattilo, da Paolo Lopriore, Davide Scabin al Combal Zero, al Rebelot sui Navigli, a Edit a Torino. Ma ha lavorato anche da Isa Mazzocchi alla Palta e al Bagatelle di Oslo.
Con Radzora fa un passo di lato rispetto al fine dining, seguendo l’onda del momento, che vuole cucina semplice. Passo simile a quello fatto da Aldo Ritrovato con la gastronomia Stadera, sempre in Porta Romana – a poche decine di metri.
Il filo conduttore di Razdora a Milano è il richiamo a Piacenza, territorio d’origine di Monti, e per estensione l’Emilia. E quindi anche pasta fresca, declinata in diversi formati.
Ma la prima cosa che noto è che c’è meno piacentinità di quanto mi aspettassi. Almeno nel senso di piatti tipici. Ad ogni buon conto, la carta dei vini è tutta piacentina, come i salumi, per cui ci siamo.
Certo che se Razdora avesse in carta anche il Chisulén (chisolino), una specie di gnocco fritto come accompagnamento ai taglieri per gli aperitivi… Ma lo so, andrebbe fritto al momento, troppo casino.
Come si mangia da Razdora a Milano
Siamo partiti con la battuta al coltello, piatto sicuro, vincente in partenza, se si considera che la carne viene dalla Macelleria Cazzamali di Romanengo, in provincia di Cremona. Nessuna aggiunta che ne stravolga il sapore – perfetta.
Come primo – volevo gli anolini però – i Pici all’aglione. Toscana, più che Emilia – ma erano fatti bene, forse l’aglione si sentiva poco, ma buoni buoni. Devo tornare per gli anolini, specie dopo aver letto lo slogan, a fondo pagina del menu: “Make Anolino Great Again” (MAGA – dove l’ho già sentito?). Slogan che naturalmente, da bravo piacentino, condivido pienamente. E proprio per questo sono rimasto deluso dall’assenza degli anolini dal menu… ma forse l’ho già detto.
Molto buona anche la lingua salmistrata. Ancora dalla Macelleria Cazzamali. Anche qui, forse un poco di salsa verde in più non sarebbe stata male – ma in realtà il gusto del piatto era ok, magari un’aggiunta ne avrebbe stravolto l’equilibrio.
I dolci di Razdora a Milano
La Panna cotta con salsa al mandarino (ottima idea, originale) era buona. Ma inizio ad avere a noia questi barattoli dove devi andare a raschiare negli angoli ricurvi gli ultimi rimasugli del dessert.
Mentre con la sbrisolona non ho avuto problemi – anzi, la friabilità, rispetto alle sbrisolone che si trovano in giro, è assolutamente una gradevole sorpresa.
Razdora, questo angolo della pasta e della gastronomia piacentina, a Milano ci piace, e non solo per conterraneità. Si mangia bene, Matteo Monti si muove direi con leggiadria nel poco spazio fra i tavoli (prima qui c’era Fratelli Torcinelli, ora in una nuova sede più grande). il locale per quanto piccolo è pieno di particolari dilettevoli. Dalla vetrinetta con le paste fresche al cartello che invita perentoriamente, in più lingue, a non tagliare gli spaghetti.
Quanto costa mangiare da Razdora a Milano
Partiamo bene, con questa dicitura informale, “Lista delle vivande”, con una terminologia direi d’antan, da razdora appunto che fa un inventario della sua cucina. Non ci sono gli anolini, ma è possibile ordinare pasta fresca da asporto secondo un calendario che parte lunedì con tagliatelle & co. e prosegue con tortelli di magro, plin, gnocchi, pisarei e fáso, per finire al sabato con “ordina le tue voglie”.
Freddi & Caldi
- I magnifici della macelleria Maini: Alta selezione di salumi Piacentini (15 / 8 €)
- La Sposa. La Mortadella del Salumificio Capitelli (15 / 8 €)
- Caesar Salad di tacchino “Rocky”: Tacchino Capitelli, insalata, dressing caesar e briciole di pane (10 €)
- Piedini e nervetti di vitello con crema di fagioli borlotti, cipolla di tropea all’aceto (10 €)
- Verdure di stagione secondo mercato (5 €)
- Il peperone in giardiniera (7 €)
- Le acciughe sotto pesto: Acciuga Masculina da Magghia (Slow Food), pesto alla Beppe (10 €)
- Le acciughe di Codesa, pesca estiva con pane tostato e burro: Serie Oro 48 g (16 €); Serie Limitata 55 g (32 €); “Reserva de Familia” 115 g (64 €)
- I tomini alla piastra (10 €)
- La lingua salmistrata selezione Cazzamali con salsa verde, capperi e cetrioli sott’aceto (15 €)
- Le polpette di Razdora con salsa Rubra (macinato di manzo, maiale, pollo, mortadella, patate, parmigiano e uova) (2 € / pz)
- La battuta al coltello selezione Cazzamali olio e sale (150 g) (15 €)
- Tagliata di diaframma selezione Cazzamali (150 g) (15 €)
La pasta fresca di Razdora a Milano
- Bucatini all’uovo alla carbonara di Razdora (15 / 8 €)
- Maccheroncini di semola, pesto, patate e fagiolini (15 / 8 €)
- Pici all’aglione (15 €)
- Spaghetti alla chitarra, ragù di pesce (18 €)
- La Spaghetti al pomodoro incuso e basilico (15 / 8 €)
Dolci & Frutta
- La Sbrisolona (5 €)
- La panna cotta con salsa al mandarino (5 €)
- La frutta di stagione (5 €)
- Pane (Forno Del Mastro, Monza), piada (Mambelli) & coperto (2 €)
- Pane extra (2 €)
- Caffè San Domenico (1 €)
Lista delle bevande
Razdora a Milano è una bottega-bistrot o come volete chiamarla, ricca di dettagli che la rendono simpatica anche solo a guardare il menu. Termini come vivande e bevande da un lato fanno tenerezza, con quel suono antico, dall’altro ti predispongono all’assaggio.
Un altro dettaglio viene dalla lista delle bevande, che propone diversi formati del bere, con prezzi diversi: bicchiere, quartino, mezzo, bottiglia. Con una proposta per l’asporto – Drink Take Away – che prevede vasetti di vetro con chiusura ermetica (cauzione rimborsabile 2 €). E vengono anche indicati i vini macerati e quelli rifermentati.
Ah, vini del Piacentino, naturalmente.
- Lo sciampagnino Marieluise (Marsanne) (R) – Saccomani (5 / 8 / 16 / 20 €)
- La bolla Emozioni (Pinot Grigio) 2018 – F.lli Piacentini (6 / 10 / 20 / 25 €)
Bianchi
- Monterosso Val d’Arda frizzante (R) – Saccomani (5 / 9 / 18 / 25 €)
- Mira 2019 (Malvasia di Candia) – F.lli Piacentini (5 / 9 / 18 / 25 €)
- Emiliana 2020 (R) (Malvasia) – Lusenti (6 / 10 / 20 / 27 €)
- Bonissima (Malvasia di Candia/Ortrugo) (RM) – Montesissa Emilio (6 / 10 / 20 / 27 €)
- Rorippa 2021 (Chardonnay/Malvasia di Candia) (M) – Lusenti (40 €)
Rossi
- Gutturnio frizzante 2021 – F.lli Piacentini (5 / 8 / 16 / 20 €)
- Barbera frizzante 2022 – Barattieri (5 / 8 / 16 / 20 €)
- Antares 2018 (Gutturnio Sup.) – F.lli Piacentini (5 / 8 / 16 / 22 €)
- Rigel (Barbera 2018) – F.lli Piacentini (5 / 8 / 16 / 22 €)
Rosati
- Ciaomare 2021 (Barbera) (R) – Lusenti (6 / 9 / 17 / 27 €)
- Rosissima (Barbera/Bonarda) (RM) – Montesissa Emilio (6 / 9 / 17 / 27 €)
Altri fermenti
- Idromele Citra – Livebarrels(0,75cl) 6% Alc. (24 €)
In lista anche una birra Pilsner Urquel (Lager .33 cl, 4,4% alcol, a 5 €. Ma mi sarei aspettato di trovare una selezione anche minima di birre del territorio – chiamatelo orgoglio piacentino, se volete. Ma ormai non c’è paesino per quanto sperduto che non abbia il suo birrificio artigianale (in zona Piacenza mi viene in mente La Buttiga, ad es, Retorto, aprendo Google vedo Padus…).
Chiuso
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