Report. La puntata sulla pizza non è un attacco (solo) a Napoli
Il promo della prima puntata sulla pizza della nuova stagione di Report, diffuso in anteprima dal Corriere, ha alzato un polverone quanto e più di quello della qualità del caffè.
La teoria del gomblotto, dei nordisti contro i sudisti, dei polentoni che attaccano i terroni, della pulizia (dei fumi) del nord versus la scarsa attenzione del sud, della Napoli inguaiata e di tutto il corollario del threnos partenopeo, è ovviamente partita con impeto.
Si sono strappate le vesti le prefiche ipotizzando un altro scippo dopo l’attacco alla mozzarella di bufala, ai pomodori e appunto al caffè.
E gli scettici si sono equamente divisi tra i boicottatori del programma e i cultori del teorema “ha da passà ‘anuttata”. Charles Bronson vs Eduardo De Filippo in una sorta di mezzogiorno di fuoco del forno a legna.
Dal video avevamo tratto qualche indicazione. Che sembrerebbe rafforzata dalla scheda della puntata pubblicata sul sito ufficiale del programma.
Proviamo a leggerla.
1. La pizza fatta con ingredienti giusti fa bene.
Difficile contraddire questa ovvietà. Al limite apriremo una discussione per considerare quali siano gli ingredienti giusti.
2. Invece da Napoli a Roma, Milano, Venezia, Firenze, spesso non è digeribile e talvolta, può contenere elementi cancerogeni.
Il camion quindi non cammina solo sulla Napoli-Salerno, ma anche sulla Torino-Trieste. Lo si capiva anche ascoltando il video nella parte del fumo (… Trieste, Milano…). Ma è soprattutto il talvolta che ci fa ben sperare dell’esistenza di pizzerie in cui andare senza paura.
3. I pizzaioli hanno l’abitudine di non pulire il forno, tra fumi e farina carbonizzata la pizza può rappresentare un rischio per la salute.
Nel video c’è chi afferma che il forno non va pulito. È corretto pulirlo oppure no?
4. Abbiamo analizzato le pizze in un laboratorio specializzato sugli idrocarburi negli alimenti e i risultati verranno diffusi nel corso della trasmissione.
Solo pizze di Napoli o anche di altre città? Il titolo della scheda è: “Non bruciamoci la pizza”. Non bruciamoci il piacere, verrebbe da dire, che è cosa diversa da “Pizza agli idrocarburi” suggerito da qualche commentatore.
5. Nell’inchiesta di Bernardo Iovene si affronta anche il mercato delle pizze surgelate, le scatole per la pizza da asporto (che cartone è?), i vari tipi di farina e di grani.
Praticamente tutto quello che ruota intorno al mondo della pizza. E vedremo se una pizza surgelata è migliore di una pizza fatta “sul momento”. O quanto siano sicuri i materiali per l’asporto, una pratica molto diffusa al Nord.
6. Si analizza il modo di fare l’impasto nelle varie città italiane. Le varie tipologie di oli, di pomodoro e mozzarelle.
Varie città italiane non sembra voler dire solo Napoli. Come varie tipologie non significherebbe solo prodotti della Campania o della provincia di Napoli.
Mi viene un dubbio: che sia un’inchiesta su tutto il territorio nazionale con ombre (e si spera, luci) da Nord a Sud?
Ricomponiamoci le vesti, via, e attendiamo la puntata completa prima di invocare lo sterminator Vesevo a fare piazza pulita dei vandali usurpatori.