La trattoria Nennella è insuperabile con pasta, patate e provola
Milano si sta napoletanizzando. Mentre Napoli con qualche nuova apertura prova a strizzare l’occhio agli stilemi nordici, almeno quanto a comunicazione.
La sfida è aperta.
Intanto registriamo in data odierna la nuova apertura della Trattoria Da Nennella con Ciro Vitiello e Gino Sorbillo che apre in Largo Corsia de’ Servi a due passi dal Duomo nel feudo del pizzaiolo più mediatico d’Italia che da qui è partito alla conquista delle altre città.
Nennella è un marchio di originalità 100% partenopea. La trovate nel cuore dei Quartieri Spagnoli a due passi dalla fermata della metropolitana di via Toledo a Napoli. Zona pedonale che ha permesso a Ciro “Nennella” di aprire una sala in Vico Teatro Lungo. Teatro di una nuova movida molto più rustica di quella di via Alabardieri e della zona “baretti” a Chiaia.
Conquistare un tavolo il sabato sera è una impresa: il librone dell’ordine di ingresso dei prenotati in fila è uguale a quello delle pizzerie più affollate. E la storia si ripete praticamente ogni sera.
Come si mangia da Nennella? Come a casa, ricette semplici e con un prezzo di altri tempi: 15 € menu completo, 12 € senza antipasto. A persona, recita il foglio, anzi, vale per 1 coperto.
Direte, bella forza è Napoli, affitti, ammortamento, fornitori. A Milano, la musica sarà diversa.
Sbagliato. Eccolo il menu meneghino in anteprima.
2 piatti a 14 € con acqua, frutta, pane e coperto a pranzo.
Una leva fortissima che unita alla capacità di generare consenso del duo Sorbillo-Nennella potrebbe creare un caso di studio in salsa milanese.
Napoli potrebbe napoletanizzare anche la comunicazione milanese. Oltre che le tavole già conquistate dalle pizzerie di Sorbillo e di altri esponenti, uno per tutti Michele da Forcella.
Non sarà la stessa identica cosa probabilmente per gli aspetti coreografici che da Nennella Quartieri Spagnoli crea un’atmosfera di caos godibile.
Le parolacce, i piatti rotti, il “panaro” delle mance, le canzoni dal vivo anni ’80 – ’90 sono gli elementi di un folclore contemporaneo annunciato dalla sponsorizzazione sulle maglie, il servizio taxi che è un altro ingrediente della Napoli oleografica e terribilmente indispensabile dopo una serata da queste parti.
A meno di non avere la fortuna di abitare a 500 metri.
Ciro ha rilanciato la trattoria Nennella alla morte del padre che aveva continuato la tradizione ristorativa della Nennella originaria la cui foto campeggia in una nuova sala di fronte al genitore impegnato nella cucina del Circolo Canottieri.
Morsi di storia che arrivano senza patina retorica.
Nel 2007, Ciro allarga la piccolissima trattoria e prova l’ombrellone sul vicolo. Il successo porta a una sala esterna e al dedalo di salette che si inerpicano nel palazzo. Da una decina di dipendenti a quasi 40.
Una cucina ben più larga fronteggiata sull’altro lato del vicolo da un laboratorio di preparazione.
Un disordine organizzato probabilmente irripetibile.
La squadra è fortissima, tutti sono mandati al diavolo e coccolati con eguale slancio. Provare a rispondere di spirito può costare caro in termini di popolarità al tavolo.
Ciro e i suoi sono micidiali.
“Scusi non riusciamo a stappare” (il vino della casa). Ciro non si scompone e nell’ultima saletta in ordine di realizzazione afferra un coltello e taglia il tappo di plastica del frizzantello della casa. “Ma…”. “Bevi, scemo”.
Al tavolo mi hanno chiesto se ci va del vino. Rosso. “Aspettate”. Tirano fuori un paio di bottiglie e prendiamo il novello. Bicchieri di plastica che altrove sarebbero impensabili. Arriva l’acqua.
E l’antipasto rinforzato dalle alici fritte. Buonissime come la mozzarella impanata che è fiordilatte. Anche i bocconcini fanno la loro figura.
Vorrei la zuppa di fagioli con i calamari, ma alle 22 circa sono finite le scorte.
Pennette ragù e ricotta. Una spolverata di formaggio e si va.
Pasta De Cecco, cottura millimetrica, ricotta e ragù che fanno quella salsetta delle domeniche da bambini.
E poi lei, pasta, patate e provola che da sola vale il viaggio nei vicoli. Rinforzata di provola. Che goduria.
La faccio la domanda e sfido la risposta che mi può atterrare? “Scusate che pasta usate?”. Ci vuole Ciro, ahia. “De Cecco e Garofalo, ma patate e provola la facciamo con l’ammischiata di De Martino”. “Quella Dolce&Gabbana?”. “Piglia un pacco, boh”. “Ecco, sì, come pensavo”, cerco di tagliare corto che i riflettori stanno girando. “Piglia il telefono che ti rispondo in video”.
I telefoni intorno si accendono….
Sono – quasi – salvo.
Saresti già a posto così, ma occhieggiano i friarielli e, anche se sembra primavera e non quasi Natale, con le salsicce sono indispensabili.
Non la chiudiamo. Rinforzo di mozzarella impanata.
Il cesto della frutta è un bidet e il richiamo ad un altro ingrediente dell’oleografia napoletana ci sta tutto.
Al pari del taglio della banana.
Non mancate la mancia mi raccomando. Scende il “panaro” e il microfono ringrazia.
Ciro Nennella è riuscito a farvi entrare nel suo presepe napoletano da protagonista.
Prossima volta, muto. E in anticipo per assaggiare fagioli e calamari.
Che nel menu di Milano non ci sono. Per fortuna. Vorrete venire anche voi come molti turisti italiani e stranieri qui nel cuore dei Quartieri Spagnoli?
Trattoria Da Nennella. Vico Teatro Lungo, 103. Napoli. Tel. +39 081 414338