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Ristoranti
7 Giugno 2010 Aggiornato il 28 Marzo 2014 alle ore 00:45

Ritorno al futuro. I 10 gastrobistrot all’italiana

Bistronomia, che brutto termine… mi ricordo sull’eroico forum del Gambero, una firma “Vorrei aprire un bistrot a via Isonzo e chiamarlo bis…tronzo”.
Ritorno al futuro. I 10 gastrobistrot all’italiana

Bistronomia, che brutto termine… mi ricordo sull’eroico forum del Gambero, una firma “Vorrei aprire un bistrot a via Isonzo e chiamarlo bis…tronzo”.

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L’italica società gastronomica, sembra in questi giorni definitivamente conquistata dall’idea di Bistronomia (io preferisco “l’onnivoro” gastrobistrot), siamo specialisti nelle scoperte dell’acqua calda. Sembra che l’idea di una ristorazione più semplice, ma non meno ambiziosa stia conquistando lo stivale come antidoto a questa crisi che morde con la veemenza di un mastino prognato. In realtà se ne parla da tanto tempo… Parigi ha fatto la sua fortuna su questa concezione di ristorazione più semplice e amichevole. Su un’idea di localini “pret a manger”, che non rinunciano alla qualità della cucina e ad un servizio piu giovane e raffintamente informale. Posti come: Le Chateaubriand del basco Inaki, o le Comptoir dell’Hotel St-Germain nel cuore del quartiere latino, o la Gazetta e ancora il bistellato le bigarrade, sono saldamente sulla bocca di tutti da almeno un lustro. Il magazine Gourmet, nel suo speciale Parigi (prima della chiusura) quasi tre anni fa aveva indicato questa tipologia di locali come i posti imprescindibili da visitare nella ville lumiere, consigliando tra gli stellati solo l’Astrance di Barbot, che è il più bistrot dei tre stelle Parigini. Nella mia ultima visita parigina, ricordo con particolare gioia il nuovo bistrot di Coillot nel Marais, appena aperto e già tutto pieno, e si potrebbe aggiungere il franco/italiano Rino di Giovanni >Fasserini Passerini. Insomma sembra che una ristorazione più semplice e contemporanea piaccia un poco a tutti e che in molti se ne stanno accorgendo.

In realtà, questo passaggio c’è stato anche in Italia. Negli ultimi anni si sono aperti dei locali più semplici e golosi, con servizio meno orpelloso che hanno goduto dei favori del pubblico. Insomma si potrebbero definire gastrotrattorie, con un gioco di parole sciocco che richiama la tradizione. Vediamo i primi che mi vengono in mente:

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  1. L’Arcangelo: la gastrotrattoria di Arcangelo Dandini e signora, potrebbe essere una risposta romanesca alla tipologia Chateaubriand. Allure da vecchia trattoria, servizio cortese ma informale, grandi piatti di tradizione rivisitata e creazioni gourmande.
  2. Roscioli: Pierluigi e Alessandro hanno creato un luogo unico che sa unire tradizione e contemporaneità. Il meglio della cucina italiana e delle materie prime. Un locale dove fare uno spuntino veloce, come una grande cena con vini spaziali.
  3. Osteria Fernanda: un posto facile e goloso nel popolare quartiere Marconi davanti porta portese, baciato da un successo continuo.
  4. Osteria l’Incannucciata: l’oste di periferia Dino De Bellis, alle porte di Roma, non lesina in qualità e sforzi per offrire una cucina gastronomica alle porte del raccordo
  5. Ninì: La trattoria d’autore di Niko Romito, sui colli pescaresi. Ha saputo creare un’oasi di buon gusto con vista mozzafiato. Ninì è il nome e il pollo arrosto è solo uno dei piatti da urlo che offre.
  6. Osteria Bottega: a Bologna, i migliori tortellini della città in un posto che ricorda Guccini.
  7. Il Clandestino: al Conero. La creatura di Moreno Cedroni è semplicemente uno dei più begli scorci d’Italia. Deliziata da una cucina semplice e marina adatta ad ogni occasione estiva.
  8. Il d’O: Davide Oldani, semplicemente apripista!
  9. Oasi degli Angeli: il ristorantino di Marco Casolanetti e signora, non solo un grande vino, ma anche una moderna trattoria di classe, affacciato sull’Adriatico.
  10. Armando al Pantheon: l’ultima trattoria familiare romana. Cucina romanesca di gran classe e materie prime d’autore… La risposta italiana a Benoit

Questi i primi posti inseguendo il filo della memoria e delle ultime visite, si potrebbe andare avanti a lungo. Ristoranti semplici, con conti mai eccessivi, che non rinunciano mai ad una qualità ed una cura straordinarie. Insomma, un ulteriore tassello ai nuovi lussi ed ad un nuovo modo di intendere la ristorazione di qualità. Ma siamo sicuri che sia veramente una novità?

E a voi viene in mente qualcuno?

[Foto Le Chateaubriand: https://foodsnobblog.wordpress.com]

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