Roma. Le 10 migliori birre di inizio autunno in attesa di Eurhop
Roma ci sta viziando con le manifestazioni dedicate alla birra. Il 3, 4 e 5 ottobre 50 birrifici con 300 birre artigianali si sono dati appuntamenti a Eurhop all’Eur a sud della città.
E molti di voi avranno partecipato a Fermentazioni che invece si è svolto a nord della Capitale, alle Officine Farneto.
Formule che trovo entusiasmanti e e che mi hanno già fatto stilare una classifica delle 10 migliori birre che ho assaggiato (e riassaggiato) in questi giorni che separano i due appuntamenti romani.
Di queste dieci birre viste a Fermentazioni, alcune le ritroverete a Eurhop.
Ma prima di dirvi quali, ecco la mia classifica autunnale.
1. Abiura. Brùton
In Italia c’è una buona percentuale di birrifici che esprime la propria creatività attraverso delle variazioni su uno stile classico. Un buon esempio di quanto appena detto è la produzione di Gose, che – a meno di recenti modifiche alle ricette – si è sempre discostata dallo stile “duro e puro”.
La Abiura di Brùton invece si è presentata in anteprima al pubblico di Fermentazioni 2014 come un’interpretazione classica dello stile Saison, tanto da meritare l’appellativo di “metro di paragone” secondo uno degli organizzatori del festival, Andrea Turco.
È una birra secca, profumata di pane e frutta a pasta gialla, ma anche di mela verde con una leggera nota floreale e agrumata derivata dalla luppolatura. È una birra con una caratterizzazione molto personale, estremamente bevibile e con un uso del luppolo sorprendente, perché riesce a mantenerne la struttura aromatica senza farsi travolgere dell’amaro.
Una breve citazione per spiegarvi la filosofia e il nome dell’ultima creazione in casa Brùton:
“Abbiamo scelto di celebrare lo scienziato pisano in modo provocatorio, ricordandolo nel momento più basso della sua carriera, ovvero quando fu costretto ad abiurare. Anche se Galileo fu obbligato a ritrattare le proprie idee, i tempi ormai erano maturi e il cambiamento in atto, inarrestabile. Una rivoluzione a tratti simile a ciò che è avventuto nel mondo birrario, dove il prodotto artigianale ha ribaltato lo scenario, controvertendo dogmi e certezze”.
Saison 6,5%
2. Se bevemo fora la baracca. Foglie d’Erba & BirrOne
Questa birra, oltre a essere una dichiarazione di intenti (Ci beviamo la baracca intera) è una collaboration brew tra Gino Perissutti del birrificio Foglie d’Erba e Simone Dal Cortivo del BirrOne. Quindi, una grande unione tra la parte luppola (affidata a Gino) e quella maltata (curata da Simone). In sintesi, questa birra fonde l’anima della Brusca, la Pils del BirrOne, e della Babèl, brassata con lievito e malti da bassa fermentazione e luppoli da A.P.A. Il risultato è una bassa fermentazione che va giù che è un piacere.
La birra è stata prodotta nell’impianto del BirrOne, a causa trasloco di Foglie d’Erba.
Special Lager 4,9%
3. Xyauyù Barrel. Baladin
Al terzo posto una birra di Baladin, anche se mi rendo conto che entrambe le produzioni (la Xyauyù Barrel e la Fumè all’ottavo posto) sarebbero da fuori concorso, sia perché si parla di uno stile, di un gusto e di un processo produttivo alieno dalle altre birre classificate, sia perché Baladin in sé è un birrificio estremamente diverso dagli altri presenti a Fermentazioni 2014. Intanto, e per me è un gran punto a suo favore, è uno dei pochi che non partecipa alla grande corsa verso il luppolo che accomuna tanti birrifici italiani; inoltre, e qui si sono sentite le critiche maggiori, riesce a offrire al popolo delle birre non banali ed estremamente accessibili sia nel gusto sia dal punto di vista della distribuzione sul territorio.
Ma tornando alla Xyauyù Barrel, è una birra “da divano”, come la chiama Teo Musso, la base è la Xyauyù (una birra che non mi sento di riassumere in qualche riga e sulla quale mi riprometto da tempo di scrivere qualcosa di più adeguato), alta fermentazione che ha subito un processo di macro ossidazione per 10 mesi in acciaio e una maturazione per 12 mesi in botti di rovere in cui ha riposato rum. Quest’ultimo passaggio è decisivo e dona alla birra un intenso profumo di datteri, di caramello e di legno. Tipico delle Barley Wine, si presenta priva di carbonazione e di schiuma.
Barley Wine 14%
4. Zona Cesarini. Toccalmatto
Non amo la moda che vede il luppolo come ingrediente di cui abusare, ma premio sempre chi lo sa usare ad arte. Soprattutto quando si parla di luppoli abbondantemente esotici e aromatici come il Sorachi Ace e il Pacific Gem. È il caso di Toccalmatto, un birrificio chicca della nostra penisola, che sceglie un nome che è tutto un programma: negli ultimi minuti della brassatura, infatti, viene utilizzato il 90% dei luppoli, per un amaro di circa 90 IBU. Schiuma fine, al naso frutta tropicale come ananas e mango, e sentori dolci in equilibrio con un amaro marcato, erbaceo e resinoso.
Un vecchio cavallo di battaglia che fa sempre piacere rincontrare.
American IPA 6,6%
5. Casteddu. Birrificio di Cagliari
Una delle novità di Fermentazioni 2014, ampiamente apprezzata dal pubblico. È un brewpub attivo nel capoluogo sardo sin dal 2008, recentemente ha però iniziato a farsi conosce anche fuori dai confini isolani, grazie soprattutto al nuovo corso intrapreso in ambito produttivo. Produce un’ampia gamma di birre ispirate ai principali stili europei, con alcune interessanti variazioni creative.
La schiuma della Casteddu è cremosa, non eccessivamente pannosa. Al naso presenta i sentori e gli aromi tipicamente tostati della Stout, supportati da una breve acidità piacevole, che pulisce la bocca e invita al sorso successivo.
Stout 4,3%
6. Yellow Summer Inn. Piccolo Birrificio Clandestino, Free Lions, Hibu
Session blonde ale in collaborazione con Free Lions, Hibu su richiesta di Fermento Sardo. Lo so direte che una birra estiva non è una birra autunnale. Ma siete disposti a scommettere sul grande freddo in questa settimana?
Una buona schiuma, fresca e non troppo persistente. Al naso la nota principale è quella degli agrumi, rinfrescanti come i luppoli che danno una vera sensazione di freschezza.
Light Ale 3,8%
7. Via Francigena. Les Bières du Grand St. Bernard
A Fermentazioni 2014 ho trovato anche un microbirrificio dalla Val d’Aosta con una Bitter interessante. Sarà a causa dell’acqua che impiegano nella produzione, di una qualità e di una purezza quasi unica, sarà a causa delle altre materie prime utilizzate ma le birre di Etroubles – comune di circa 500 anime a 1270 metri di altitudine – mi hanno conquistata.
Il nome della birra è un omaggio alla rotta di pellegrinaggio che da Canterbury porta a Roma, passando per il colle del Gran San Bernardo. Il birrificio si trova lungo questo percorso, quasi a metà strada, e offre un buon ristoro al viaggiatore che deve combattere l’arsura. E io, anche se non stavo affrontando chilometri con lo zaino in spalla, decisa a mantenere il tasso di idratazione alto, mi sono dissetata al loro bancone.
È una birra dall’aroma fruttato, agrumato dato dal luppolo in dryhopping. Un’estrema freschezza e una carbonazione moderata mi hanno offerto la spinta giusta per rimettermi in marcia, verso nuovi assaggi.
Bitter 3,3%
8. Xyauyù Fumè. Baladin
Come la Xyauyù Barrel, anche la Fumè trascorre 10 mesi nell’acciaio per la macro ossidazione e 12 in botte, questa volta di whisky scozzese delle Islay. Profuma di frutta secca e di cioccolato, il gusto è compatto, forte ma ancora elegante. Il torbato del whisky è la nota principale, a cui si aggiunge il caramello. Un assaggio e te ne innamori.
Barley Wine 14%
9. Figu Morisca. Birrificio di Cagliari
Che bella scoperta questo birrificio sardo, vero? Nella mia top ten entra anche la loro Blanche, manifesto di un’attenzione verso i prodotti tipici dello stupendo territorio sardo, come i fichi d’India. È una birra di frumento, molto delicata e zuccherina, grazie appunto ai fichi d’India, alla scorza d’arancia e all’aromatizzazione al coriandolo (non invasiva).
Blanche 5,2%
10. Cento Volte Forte. Birrificio del Forte
Già assaggiata in occasione di una degustazione al Bad Elf di Livorno, la Cento Volte Forte del Birrificio del Forte si riconferma un’ottima birra.
È una Blanche prodotta con alcune varietà di frumenti antichi coltivati nella zona di Forte dei Marmi a inizio secolo: una proposta che recupera sapori di una volta, nel segno della tradizione e della riscoperta di antiche coltivazioni, brassata in occasione del centenario di Forte dei Marmi.
Ha una schiuma leggera e un gusto fortemente agrumato, citrico, in cui emerge la caratterizzazione classica del coriandolo.
Blanche 4%
Curiosi di sapere quali di queste birre troverete a Eurhop per convalidare giudizio e posizione di classifica?
Io vi consiglio di giocare sulla ruota di Roma 3, 4, 8. E di tenere come riserva la 2.
Che ne dite?
[Immagini: Alessandra Di Dio, sardinian.com, Marco Tripisciano www.mondobirra.org]