Roma. Il Mercato Centrale a Termini chiuso per carenze igieniche e strutturali
Una notizia che ha preso di sorpresa gli appassionati di gastronomia di Roma: al Mercato Centrale alla Stazione Termini sono stai messi i sigilli dalla Asl.
Chiusura per le 18 botteghe che hanno ridati vita alla struttura dominata dalla Cappa Mazzoniana dopo qualche tentativo di renderla un punto di incontro interessante considerata la centralità e lo snodo della stazione ferroviara della Capitale.
I motivi della chiusura sono carenze di tipo strutturale e igieniche, riporta Repubblica che ha dato la notizia.
In particolare sotto la lente di ingrandimento del controllo dell’azienda sanitaria sarebbe finito un laboratorio utilizzato per preparare alimenti “tenuto in cattivo stato di pulizia e manutenzione”.
Non si tratterebbe di un fulmine a ciel sereno perché gli ispettori dell’Asl avevano già effettuato diversi sopralluoghi, ma la struttura avrebbe fatto orecchie da mercante alle richieste avanzate da Asl Roma 1 e Nas di adeguarsi alla normativa soprattutto in riferimento ai magazzini.
Sempre secondo Repubblica si tratterebbe di uno stop temporaneo e i sigilli cadrebbero a lavori effettuati e dopo i riscontri necessari.
La proprietà ha fatto solo sapere che il Mercato Centrale resterà chiuso da oggi e per pochi giorni per “alcuni lavori logistici e infrastrutturali di manutenzione straordinaria della struttura”, ma il danno di immagine potrebbe essere più grave di quello previsto anche considerati i nomi che animano i banchi del mercato.
Gabriele Bonci con il suo pane e la pizza, Pier Daniele Seu, suo allievo e nuovo esponente della pizza napo-romana, Luciano Savini con i tartufi, Stefano Callegari con i trapizzini, Akira con il ramen.
E fermo resterà anche il ristorante di Oliver Glowig al piano superiore che è indirizzo di riferimento anche grazie a piatti come le eliche cacio e pepe.
In realtà sarebbero solo due su 18 banchi quelli che avrebbero preparato piatti e alimenti senza il supporto di luoghi dedicati ritenuti idonei dall’Asl. Come detto, le avvidaglie c’erano tant’è che l’Asl aveva intimato di mettersi in regola fissando un termine al 23 dicembre scorso che è stato oltrepassato di due settimane al momento del controllo il 10 gennaio.
Per una delle due botteghe è stato riscontrato che nulla era stato fatto ed è scattata la chiusura dell’intero Mercato Centrale.
La pietra dello scandalo sarebbe il banco dell’ortofrutta con la lavorazione a vista dei carciofi, un elemento di folclore che è stato sottovalutato come riporta Il Gambero Rosso.