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1 Ottobre 2018 Aggiornato il 14 Ottobre 2018 alle ore 12:05

Roma. Cosa succede in città con 7 nuove aperture

A Roma la pizza imperversa in tutte le sue varianti. Il tema è sempre caldo e le nuove aperture non mancano. Come non mancano le nuove aperture di locali
Roma. Cosa succede in città con 7 nuove aperture

A Roma la pizza imperversa in tutte le sue varianti. Il tema è sempre caldo e le nuove aperture non mancano.

Come non mancano le nuove aperture di locali easy che accomuniamo sotto la dizione bistrot.

Ecco da Trastevere a Roma Nord, le nuove aperture che vi segnaliamo (quelle “meno nuove” le trovate qui).

1. Farina Kitchen a Trastevere

Farina Kitchen, a Trastevere. Prima c’è Farina, un locale nato nel gennaio 2016 a Roma in zona Tiburtina con “un concept innovativo e ricercato per un posto che si pone a metà strada tra un pub, una paninoteca, una pizzeria napoletana e uno street food”.

Pizza tonda, fritti e panuozzi, cioè panini con la pizza sono alcuni dei piatti che trovate nel nuovo menu.

Farina Kitchen. Via Ergisto Bezzi, 31. Roma.

2. Il ristorante Moi al Fleming

Lui è Thomas Moi, giovane chef che in passato ha lavorato ai Tre Bicchieri di Ostia con Antonio Chiappini, all’Osteria dell’Orologio di Fiumicino con Marco Claroni, all’Apsleys di Heinz Beck a Londra, e quindi in diversi locali romani. E adesso al suo Ristorante Moi. Lei è Michela Ulpiani, già direttrice del Ristorante dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, che si occupa della gestione. In sala, Alessandro Grillo, anche lui passato dai Tre Bicchieri e dall’Osteria dell’Orologio, e per tre anni a Berlino.

Il menù di Moi è ispirato all’idea di un cibo genuino e sostenibile dove la stagionalità è l’ingrediente principale di ogni ricetta. La proposta varia giornalmente per offrire i prodotti più freschi e invitanti selezionati dallo Chef Thomas Moi. La sua è una cucina dinamica che cambia in base ai colori e ai profumi del periodo. Il risultato sono piatti originali ed eleganti in cui l’utilizzo di pochi ingredienti permette di esaltare la materia prima.
La frutta e la verdura vengono scelte ogni settimana dallo chef con la collaborazione dell’azienda Agricola Poggi che produce a Ciciliano, piccolo comune tra Tivoli e i Monti Simbruini. Qui i terreni vengono coltivati con metodi naturali e nel pieno rispetto dell’ambiente per offrire ai consumatori dei prodotti di qualità.
Per la carne, il pesce e i formaggi il Ristorante Moi si rifornisce da ORME-Valori agricoli ritrovati.
La carta dei vini propone soprattutto etichette di piccoli produttori.

La sala da 26 posti è caratterizzata da diverse tonalità di grigio, con l’inserimento di materiali grezzi come legno, ferro, laterizio. Il colore delle sedie e dei tavoli vivacizza il tutto, anche con l’aiuto delle grandi vetrine.

Dal menu

Antipasti dai 10 ai 12 €
Sgombro, peperone arrostito e stracciatella di mucca
Tartare di manzo, gelato verde, maionese all’aglio e giardiniera di verdure

Primi Piatti dai 12 ai 14 €
Raviolo al parmigiano con zucca butternut e radicchio
Risotto cacio e pepe con fegatini di pollo
Pappardella con totani alla puttanesca

Secondi Piatti dai 16 ai 20 €
Lustrino alle erbe, battuto di pomodoro, olive e salsa al basilico
Tofu biologico ‘otani’ marinato con quinoa e verdure saltate
Calamaro, dahl di lenticchie rosse, portulaca coriandolo e panna acida

Ristorante Moi. Via Antonio Serra, 15. Roma. Tel. +39 0687600399.

3. Brado: selvaggina e birra a San Giovanni

Loro sono Augusto, Beppe, Mirko, Christian e Manuel, tre fratelli e due cugini con una stessa passione, anzi due, la birra artigianale, “quella buona davvero”, e il cibo semplice ma “dal gusto intenso e saporito” (a questo pensa lo chef Matteo Militello). Queste passioni sono diventate Brado.

Non è un ristorante, Brado è qualcosa di diverso. È la birreria o il wine bar dove si mangia, si beve e si scambiano quattro parole con vecchi amici e sconosciuti. Brado è il locale informale dove si viene per l’aperitivo, per cenare o anche soltanto dopo cena per bere un’ottima birra.
Da Brado è possibile assaggiare qualcosa di speciale, la carne di autentica selvaggina come cervo, cinghiale, capriolo, daino e le migliori carni bovine, ovine e suine allevate nei campi, in natura o per dirla come piace a noi allo stato brado.

“Brado non è convenzionale ma semplicemente speciale,” conclude il comunicato stampa. Ed è vero, anche perché non è proprio un ristorante, ma piuttosto, come si vede dalle foto, una specie di rifugio di montagna trapiantato a Roma. E dalle regioni del centro-nord, dove è presente la filiera delle carni di selvaggina, vengono appunto cervo, cinghiale, capriolo; le carni di allevamento provengono da allevamenti allo stato brado, semi-brado o comunque non intensivi; maiale e avicoli sono di Agricola Nera da Narni, un allevamento di cinta senese allo stato semi brado, e anche gli avicoli sono allevati a terra in regime non intensivo. La pasta è dei fratelli Schiorlin di Frascati; La Mascionara, nella zona del Lago di Camposto, produce i formaggi, fra cui l’originale pecorino amatriciano, rigorosamente bianco.

Brado – Craft Beer & Wild Food. Viale Amelia, 42. 00181 Roma. Tel. +39  3755140851. 

4. Ego Bistrot con Andrea Quaranta a Trastevere

I proprietari sono Marcello Frascella e Mauro Salucci. Lo chef, Andrea Quaranta, viene da una serie di esperienze romanesche (Giuda Ballerino, Otto e 1/2, Necci al Pigneto) ma è di origine ligure. La cucina che ha portato a Ego Bistrot parte da stagionalità e territorialità, come si conviene, a cui unisce contaminazioni orientali, a partire dalle spezie. La parte bevande è affidata a Daniele Cecchi.

Il ristorante Ego Bistrot si trova al quarto piano della Residenza Doria Pamphilj, in pieno Trastevere, location romantica quant’altre mai.

Menu Degustazione Romana, 40 €
Baccalà mandorle cicoria limone
Tagliolini cacio e pepe, gambero rosso, yuzu e melissa
Agnello fritto con chutney di carote e albicocche
Ricotta e visciole

Menu Degustazione Ego, 60 €
Crudi di ricciola, stracciatella, peperone, arachidi
Terrina di coniglio con porcini e olive taggiasche
Tortello di caprino, barbabietola rossa, cipollotto alla vaniglia bourbon
Risotto cozze, rucola, ricci e pecorino
Cappesante arrostite, pappa al pomodoro, kimchi di cetriolo, aglio nero
Ego40, pere e cioccolato bianco, biscotto al foie gras e pepe nero

Ego Bistrot. Vicolo del Canale, 14. 00153 Roma. Tel. +39 3925702096.

5. Clorofilla Cucina e Distillati a Campo de’ Fiori

Loro, i titolari, sono Giacomo Galliera e Simone Franzon. L’executive chef è Gianmarco Iorio. Il posto si chiama Clorofilla Cucina e Distillati. Le ricette sono quelle della grande tradizione italiana, rivisitate in chiave moderna e stagionale. L’attenzione è comunque puntata sulla carta dei distillati, come sempre più spesso accade.

Dal menu

Tartare di salmone 12 €
Cheesecake alla caprese 10 €
Bombolotto carbonara e tartufo 14 €
Cappellaccio gamberi rossi 18 €
Cremoso cioccolato 6 €
Catalana cioccolato bianco e lamponi 6€

Clorofilla – Cucina e distillati. Vicolo delle Grotte, 17. Roma.

6. Il Marchese Osteria Mercato e Liquori a via di Ripetta

Loro, gli ideatori di questo spazio multifunzione, Il Marchese – Osteria, Mercato e Liquori, sono Davide Solari e Lorenzo Renzi. In cucina, Daniele Roppo, cuoco, allievo di Arcangelo Dandini. All’Amaro Bar, Matteo “Zed” Zamberlan.

Liberamente ispirato al film Il Marchese del Grillo, il nostro ristorante e cocktail bar nasce dal desiderio di fondere due anime molto diverse, quasi opposte, per creare uno spazio unico e sorprendente.

Quella del Carbonaro, che con i suoi bagordi di cibo e vino, ci ha ispirato nella creazione di un’Osteria romana votata alla tradizione, alla semplicità e alla genuinità in ogni aspetto: dalla scelta degli ingredienti al menu, dalla preparazione dei piatti al personale di sala.
I piatti tipici della tradizione romana vengono cucinati sotto gli occhi dei clienti (così come una pastaia prepara la pasta fresca) – grazie a postazioni fronte cucina – e rivisitati in chiave moderna per offrire un menu semplice ma innovativo. Imperdibili, ad esempio, la Carbonara del Marchese e la sua Scarpetta, servita con l’iconica rosetta romana.

E quella del nobile Onofrio del Grillo da cui prende spunto il nostro Amaro Bar che ripropone l’atmosfera ricercata dei salotti borghesi dove il marchese amava tanto trascorrere il proprio tempo libero.
La nostra offerta si compone di più di 500 etichette di prodotto, tutte italiane, tra cui scegliere: dai brand più altisonanti a quelli derivanti da piccolissime produzioni del nostro territorio che viene finalmente valorizzato sotto questo aspetto.
Ad accompagnare i cocktail, appetizer studiati ad hoc e un piccolo menu dedicato a chi volesse rimanere con noi per cena.

Il Marchese – Osteria Mercato e Liquori. Via di Ripetta, 162. Roma. Tel. +39 0690218872.

7. Il Bancone di Birra del Borgo: aprono due locali

Lui è Leonardo Di Vincenzo, patron di Birra del Borgo e ora di due Bancone. Ha attraversato un periodo complicato, attaccato da molti per la cessione di BdB ad Ab Inbev, vista come tradimento degli ideali artigianali che dovrebbero costituire un principio irrinunciabile. E che gli ha alienato simpatie e parte della clientela, oltre alla collaborazione con Gabriele Bonci. Ma, in un’intervista al Gambero Rosso, Leonardo sostiene che la situazione sia sotto controllo, e non abbia avuto ripercussioni particolari sull’azienda. Tanto che si prepara ad aprire, verso metà ottobre, due locali sotto l’insegna Bancone di BdB, a piazza Bologna (negli ex-locali del ramen bar Akira) e in via del Pigneto. Saranno due locali abbastanza piccoli, ma con ampi spazi esterni; quello del Pigneto servirà aperitivi e dopocena, mentre il Bancone di piazza Bologna servirà anche, a cena, taglieri e panini, e la  pizza del pizzaiolo Luca Pezzetta.

Il Bancone di BdB. Via del Pigneto, 22c. Roma.
Il Bancone di BdB. Piazza Bologna, 8-9. Roma.

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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