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28 Dicembre 2011 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 20:36

Sillogismi errati. Cernilli, la comunicazione AIS e la campagna di Puglia

Strano mondo a volte questo eno-gastro-virtuale. Si potrebbe pensare che la massima soddisfazione dei contendenti deriverebbe da un grande cibo. O da un
Sillogismi errati. Cernilli, la comunicazione AIS e la campagna di Puglia

Strano mondo a volte questo eno-gastro-virtuale. Si potrebbe pensare che la massima soddisfazione dei contendenti deriverebbe da un grande cibo. O da un grande vino. Sbagliato, è più divertente fare casino. La diatriba Cernilli-Ziliani, ad esempio, ha rischiato di diventare un feuilleton grazie alle cordate che intervengono a refoli sull’argomento per promuovere una ragione piuttosto che un’altra. Ovviamente, parlare di piattaforma condivisa, nemmeno a pensarci. E ad ascoltare tutte le campane nemmeno. Mancava quella di Daniele Cernilli, Responsabile Area Comunicazione dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier) che è stato chiamato in causa suo malgrado. Per le altre posizioni è sufficiente gugolare  “Cernilli – Ziliani”.

Vincenzo Pagano. Allora, Daniele, come è andata questa storia all’AIS?
Daniele Cernilli. Iniziamo con il dire che non sono mai entrato nel merito dei rapporti tra AIS e Franco Ziliani. Non volevo che qualcuno potesse fare illazioni.

VP. Invece?
DC. Invece è molto semplice. Antonello Maietta, che è il Presidente dell’AIS, e la giunta hanno deciso di nominarmi Responsabile dell’Area Comunicazione dell’Associazione. Questo accade ad aprile 2011, ma occorreva altro tempo per mettere a punto il sito, avviare l’attività di comunicazione esterna con la struttura già esistente di DeVinis. Una nomina in pectore, insomma.

VP. Però la sequenza degli avvenimenti, con il Post Scriptum di Ziliani, ha portato al sillogismo espresso da un giornalista campano: Cernilli nominato responsabile area di comunicazione. Cernilli detesta Franco Ziliani. Cernilli fa fuori Franco Ziliani.
DC. A prescindere che questo non è un sillogismo ma una deduzione impropria. Un sillogismo del genere merita altri approfondimenti ma mi sembra che chi l’ha scritto debba delle scuse al sottoscritto perché è inesatto come ha correttamente indicato lo stesso Ziliani. Sarebbe veramente insensato che un consulente esterno come me possa commissariare un’associazione i cui organi direttivi sono eletti dagli associati. Io sono al loro servizio e non certo il contrario. Interpretazioni come quelle del presunto sillogismo sono assai poco rispettose nei confronti dell’AIS.

VP. Però è un po’ difficile credere che il futuro Responsabile della Comunicazione Esterna dell’AIS non sapesse del ruolo di Ziliani e della decisione del Presidente.
DC. Durante la cena dei 5 grappoli a Roma, il 31 ottobre 2011, il Presidente Maietta ha dichiarato che l’AIS non si sarebbe avvalsa della collaborazione di Franco Ziliani. Gli ho detto che avrei rispettato qualunque decisione del Consiglio Nazionale. Ne è testimone Alessandro Regoli di Winenews.

VP. E ora?
DC. Ora si guarda avanti. L’AIS deve dare una sua opinione personale sui fatti del vino. Rappresenta una categoria professionale, ha migliaia di associati. C’è necessità di comunicare chiarendo quali sono le posizioni rispetto a tante decisioni che il settore del vino deve subire. Vogliamo parlare dell’IVA al 21%? O della possibilità che ci sia uno spazio nei programmi delle scuole alberghiere per far conoscere nella maniera giusta il vino ai ragazzi? Mi sembra più produttivo interrogarci sulla politica del vino che porta noi italiani insieme ai francesi e agli spagnoli a non poter utilizzare l’irrigazione mentre è possibile importare da americani, cileni, argentini e australiani vini che senza irrigazione non potrebbero esistere. Giocare una partita con regole chiare quando ci sono produttori che per fare 1 litro di vino nel deserto impiegano 50 litri di acqua mi sembra una battaglia da combattere per il nostro vino. Forse sarebbe il caso di interrogarci sull’uso di particolari enzimi o aromi. Insomma di domande ce ne sono cui rispondere.

Ecco, la questione è chiusa. Però, però…

“Anto’, anche se sei pugliese e magari gioisci per l’exploit del vino tuo conterraneo, mi consenti una domanda? Come direbbe quel tale, ma che ci azzecca, il Primitivo di Manduria Es 2009 di Gianfranco Fino, che ho incrociato nei giorni scorsi in quel di Lecce, con vini veramente straordinari come il Barolo Monfortino Riserva 2004 di Giacomo Conterno, il Brunello di Montalcino 2006 La Cerbaiola-Salvioni, il Bolgheri Sassicaia 2008 di Tenuta San Guido? Ecco il vero insondabile mistero…”.

Forse qualcuno potrà rammentare la querelle nata in Puglia con questo commento su Intravino per una considerazione forse un po’ avventata di Franco Ziliani sulla gioia dei pugliesi di vedere annoverati tra i grandi vini che riscuotono il consenso di tutte le guide anche il Primitivo di Manduria Es 2009 di Gianfranco Fino che non ha fatto gran piacere all’assessore regionale Dario Stefàno (e forse nemmeno al direttivo dell’AIS che in quei giorni era a Lecce per il 45° Congresso Nazionale). Libertà di opinione, non v’è dubbio, ma forse un po’ di diplomazia avrebbe fatto bene.

Deve essere la Puglia a mettere di cattivo umore Ziliani che non aveva mancato di tuonare contro l’iscrizione a Docg del Castel del Monte.

Possibile che una volta tanto che cade quella sorta di tacita e mai proclamata conventio ad excludendum che aveva sinora impedito o reso assolutamente episodico il fatto che le varie guide premiassero con il massimo dei loro riconoscimenti un vino rosato e che aveva di fatto reso impensabile che un vino rosato venisse promosso al rango di Docg, (status conquistato invece da vini celeberrimi e prestigiosi quali Moscato di Scanzo, Piave Malanotte, Lison Pramaggiore, Brachetto d’Acqui, Ruché di Castagnole Monferrato, Friularo di Bagnoli – qui l’elenco per ora aggiornato) la prima Docg en rosé finisca ad un vino la cui scelta farà discutere?

Potrebbe essere passata per la Puglia la strada che ha portato alla rottura tra AIS e il suo ex-consulente Franco Ziliani?

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