Trattoria ‘E Curti: elogio di un rapporto qualità – prezzo strepitoso
Angela Ceriello è la colonna del ristorante ‘E Curti a Sant’Anastasia, paese a pochi chilometri da Napoli. È la memoria storica e la mano che ha raccolto in cucina il testimone di un’osteria nata quasi cento anni fa, nel 1924.
La trattoria in realtà è dello zio dei Curti, cioè dei due fratelli lillipuziani e dunque bassi di statura, corti appunto, che lo apre dopo aver abbandonato l’abito talare. In origine la locanda è infatti conosciuta come quella del Monaco.
Nel 1952, i due fratelli Luigi e Antonio Ceriello ritornano al paese natale. Hanno girato in lungo e in largo l’intera Penisola lavorando negli spettacoli circensi e ora decidono di rilevare l’osteria che da quel momento cambia nome.
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E veniamo ai giorni nostri con Angela, la nipote dei fondatori, e il marito Carmine D’Alessandro che si occupa del laboratorio di trasformazione di liquori, avviato nel 1997, insieme a Vincenzo e Sofia.
Con Angela si respira e si assaggia un modo di fare cucina che vuole essere alla portata dei gusti di molti. E della tasca di tutti come molte trattorie di Napoli, d’altronde. Resterete nella fascia dei 35 € a persona.
Trattoria ‘E Curti
L’antipasto è un assaggio di territorio con il fior di latte locale e il prosciutto irpino. E poi le olive verdi di Spagna e i frittini.
Penso che la fama della trattoria ‘E Curti sia legato a un primo piatto di pasta che era tipico della Vigilia, ‘o sicchi’ ra’ munnezza. Il secchio dell’immondizia perché si metteva in questo sugo tutto quello che capitava a tiro. Vermicelli con pomodorini del Vesuvio, olive di Gaeta, noci e nocciole e ‘na bell’ rattat’ ‘è cas. Mai nome fu più improvvido: la bontà del piatto a tutto fa pensare fuorché a scarti o ad avanzi.
Per chi non ha radici napoletane è praticamente impossibile comprendere la venerazione per il soffritto, il quinto quarto affogato nel forte, il piccante pronto a infuocare la bocca ma in questa trattoria tenuto magistralmente a freno per non invadere. Buonissimo.
In questa marea di tradizioni si potrebbe pensare a una cucina immota. Sbagliato: Angela mi spiega che i tempi sono cambiati e bisogna adeguarsi. Ad esempio, il ragù e la regola del sobbollire per tantissime ore non funziona in una tavola contemporanea con commensali che cercano leggerezza (o al focolare domestico dedicano poco tempo). E la ricetta cambia anche in trattoria: pomodori freschi e tempo breve di cottura: non più di due ore. Sarà anche carne con il pomodoro, ma è squisita (anche se noi prontamente vi diamo la ricetta scientificamente perfetta).
Un (p)assaggio ridotto di stintniell, interiora avvolte a gomitolo e in questo caso accompagnati da verdura.
Particolare anche il tiramisù della casa preparato con biscotti Oro Saiwa e ricotta di cestino. Un ponte con il passato.
Nucillo ‘E Curti
E poi c’è la versione “export” della trattoria ‘E Curti, quella che fa parlare di Sant’Anastasia oltre i confini territoriali: è il nucillo di cui è testimonial in giro per l’Italia, e non solo, Vincenzo D’Alessandro.
La ricetta del liquore che nasce dai malli delle noci di Sorrento, da raccogliere la notte del 24 giugno in cui si ricorda San Giovanni Battista, è conosciuta dai Curti fin dal 1904.
Carmine D’Alessandro, marito di Angela, prepara il liquore con l’aiuto di una collaboratrice mentre un gruppo di ragazzi ascolta la filosofia della preparazione e le ragioni del marketing di un prodotto del territorio.
Vesuvio è il cru più importante della produzione. Poi ci sono le bottiglie che ricordano gli altri territori: Positano, Capri, Ischia e dal 2010 anche il Cilento.
Un successo di critica e di pubblico che si allarga ben oltre i confini della Campania e conquista i turisti stranieri pronti a scoprire una tradizione che si rinnova giorno dopo giorno con le radici affondate nel terreno ricco del passato, ma le foglie esposte al sole contemporaneo.
Una gita da programmare in questo 2015 per ascoltare la sua voce suadente e declinare a tavola territorio, qualità, low cost. Oltre che chef donna.
‘E Curti. Via Giuseppe Garibaldi, 57. Sant’Anastasia (Napoli). Tel. +39 081 531 2797