Un marziano a Roma/10 Gastrobistrot? Le Coq!
Metti una sera di quelle che non hai voglia di fare niente, metti che hai ospiti da lontano (Alfa Centauri) che si so’ Messi in testa di magnare bene e magari anche romano, visto che hanno fatto tanti chilometri per venire a trovarti. Metti che sono le nove e ancora sto sul divano, con i bambini che mi saltano sulla pancia. All’improvviso suonano alla porta e trasecolo: Qwerty è arrivato! come tutti i lunedì sera da qualche mese a questa parte, da quando ha comprato il nuovo disco volante che consuma pochissimo e si è innamorato della città eterna.
“Accidenti, e mo’ dove vado”? Non ho prenotato niente e fa anche freddo. All’improvviso un’illuminazione, sotto casa mia in viale di villa Pamphili, a un tiro di schioppo dal più bel parco di Roma, il mio pasticcere di riferimento (Claudio Fiorini) e la sua compagna hanno aperto una piccola gastro-trattoria: le Coq e hanno chiamato ai fornelli una vecchia conoscenza dei gastrofanatici capitolini. Hajit, il cuoco di tanti anni dell’Arcangelo. Quasi quasi prenoto lì…
Cinque minuti e sono seduto al tavolo. La sala è linda e curata, persino troppo, le sedie di legno sbiancato impagliate, belle e comode. Il servizio semplice e cortese. Tutto gira bene e familiare dentro questo piccolo bistrot dal sapore quasi francese. Il menù è pulito e studiato: paste golose firmate, carni succulente, qualche proposta di pesce alla moda. La carta dei vini è basica, ma in divenire. Figlia di una passione di Silvia, sommelier professionista, e segue i suoi entusiasmi con qualche ingenuità che non stona. L’idea di convertirla integralmente sui vini naturali è interessante e moderna, ma soprattutto ambiziosa, vedremo… La cucina di Hajit è quella che conosciamo, golosa e interessante, con qualche voglia di fare e di stupire di troppo.
L’impressione generale è di un luogo che parte già assai bene e che si farà ancora di più nel prossimo futuro, registrandosi e rodandosi nel dettaglio. Noi abbiamo mangiato pescando dalla carta seguendo le mie passioni e gli entusiasmi marziani di Qwerty. Quindi un menù quanto mai vario e disordinato. Per il bere ci teneva buona compagnia una bottiglia di pecorino 2009 Trabocchetto di Talamonti.
Fettuccelle ai porcini: deliziose, la pasta tirata in casa è gustosa e piacevolmente rugosa. I porcini sono golosi e gagliardi, tirati in bianco e saporiti. Profumati.
Tonnarelli cacio e pepe. Tiratissimi e generosi. Fin troppo legati e mantecati a freddo come vuole la moda imperante iniziata anni fa sempre qui a Monteverde. Ordinari.
Rigatoni alla carbonara: una buona versione arcangiolesca di un grande classico. Pasta d’autore, guanciale di vaglia, uova firmate a comporre un grande primo di pancia e di testa. Goloso.
Tagliata cube roll su pietra lavica: la carne è succulenta e saporita, la cottura giusta, la porzione abbondantissima. Un grande piatto per i carnivori. Sontuoso.
Filetto di spigola in crosta di patate e salsa guacamole. Odio i frullatori! La salsa è abbondante e legata (anche troppo) il filetto di pesce in salsa di patate un poco troppo cotto e semplice. Banale.
Scaloppa di Foie Gras con sale Maldon: il fegato grasso è stupendo, la cottura millimetrica, con una crosticina ghiotta e tecnica. Un grande piatto gourmet. Magistrale.
Variazione di cioccolato: un dessert di classe e ottimo. Un viaggio nel cacao e nelle sue consistenze e cotture, per veri epicurei. Elegante.
Mousse di castagne. Una delizia di marroni, sa di autunno e di cose buone. Sin troppo ghiotto e strutturato. Autunnale.
Sono le 23, in due ore abbiamo mangiato tanto e a 35 euro, mica male, per un posto aperto da poco e con evidentissimi margini di crescita. Qwerty può tornarsene tra le stelle felice e io sul mio divano, tanto qui ci torniamo… magari faccio anche in tempo per Porta a Porta e per l’ennesimo plastico.
Osteria Le Coq. Viale di Villa Pamphili 35c. Roma. Tel. +39 06.58335146