Vini naturali. La Top Ten Bio&Dynamica Merano Wine Festival va a Polvanera
Bio&Dynamica è una rassegna di aziende a vario titolo “naturali” ovvero con conduzione biologica o biodinamica che si è tenuta durante il Merano Wine Festival. Presenti ai banchi d’assaggio circa 60 aziende provenienti in maggioranza dall’Italia ma anche da Slovenia, Austria e Francia. Atmosfera rilassata, produttori disponibili, pubblico interessato e vociare multilingue e variegato hanno fatto da cornice ad una sequenza di aziende e vini, con un livello qualitativo medio interessante, anche se mancante della sorpresa assoluta.
Ecco di seguito una top ten che spazia dalla Puglia all’Austria, dal Nero d’Avola alla Ribolla, con alcune conferme e qualche segnalazione di vini meno noti ma non meno interessanti.
- Gioia del Colle Doc Primitivo 17 – Polvanera. Naso di fiori e frutti rossi integri, un preludio alla freschezza gustativa espressa ancora con sentori di visciole, speziato, minerale e anche erbe aromatiche con una qualità sorprendente anche in relazione al contenutoo in alcool davvero impressionante (17^) ma integrato magnificamente in un tessuto polposo e con tannini finissimi. Mirabile.
- Gruner Veltliner Minimal 2010 – Sepp Moser. Interpretazione originale e riuscita di un Gruner Veltliner proveniente dalla zona del Kremstal; il vino regala un naso davvero lievitoso, quasi come uno champagne rimasto invecchiato, mineralità, frutta secca e sottobosco; in bocca è fresco come ci si aspetta da un Gruner, ma doniugata con polpa e un finale lungo di agrume candito. Originale
- Movia Lunar Rebula 2008. Orange wine all’aspetto, luminoso e brillante, al naso non si avvertono sensazioni ossidate ma frutta secca e fiori anch’essi secchi, in bocca e fresco e fragrante con ricordi di buccia di agrume, pompelmo rosa e ancora frutta secca su un sfondo minerale. Di carattere.
- IGT Toscana Montechiaro 2009 – Fattoria Poggiarello. Cabernet Franc in purezza allevato in terra di Toscana da una coppia di New York trapiantata, il vino ha un naso elegante e ampio di frutta e balsamico, in bocca è ricco, con tannini levigati, ampio e già in equilibrio ma anche con margini di crescita. Da seguire.
- IGT Rosso Sicilia Suber 2010 – Gianfranco Daino. Assemblaggio di Nero d’Avola, Alicante e Frappato proveniente dalla zona di Caltagirone a ca. 300 mt. s.l.m.. Naso croccante con sentori di lampone e note di rocce, in bocca è succoso e beverino con ritorni di spezie dolci e ancora una scia minerale che accompagna una media lunghezza. Succoso
- Chianti Classico 2009 – Le Cinciole. Espressione didattica di Sangiovese di Panzano, naso floreale ed ricamato, in bocca è succoso e beverino non nascondendo il carattere del Sangiovese del Chianti. Godibile.
- Moscato di Noto Doc – Moscato della Torre 2011 – Marabino. Vino dolce che colpisce con note botritizzate di zafferano, poi note minerali e di pepe bianco, in bocca mineralità che insieme alla freschezza bilancia ottimamente il residuo zuccherino per un finale al melone. Il dolce che non stucca!
- Riesling 2011 – Pratello. Riesling del Garda che colpisce con sentori speziati di zafferano, minerale e sassoso, in bocca ha una beva profonda e succosa con finale di erbe officinale. Fuori zona.
- IGT Toscana Guardiavigna 2009 – Podere Forte. Taglio bordolese di impatto con sensazioni balsamiche e minerali su di uno sfondo di frutta rossa e gialla, in bocca è fresco e profondo con ritorni balsamici e di erbe aromatiche.
- IGT Lazio Bianco Capolemole 2011 – Marco Carpineti. Sorprendente la versione 2010 del Capolemole assemblaggio di Malvasia, trebbiano e bellone prodotto in regime biologico nell’agro laziale: al naso fiori bianchi e mineralità, in bocca si aggiunge un tono fruttato di albicocca e una speziatura che dona eleganza e persistenza. Il Lazio che non ti aspetti.
[Stefano Ronconi in collaborazione con Maurizio Valeriani]