Vino naturale: I Chicchi ad Ardea alle porte di Roma
Ottime notizie per chi ricerca l’identità dell’annata e del terroir all’interno della bottiglia, perché il vino naturale buono si fa anche ad Ardea vicino Roma. Siamo a pochi chilometri dal litorale laziale e sulle ultime falde di quel che resta delle colate laviche del vulcano laziale che tanto significa per il vino dei castelli romani, sicuramente più noto rispetto a quello di queste latitudini.
Eppure sono diversi anni che gli esperimenti di viticoltori attenti alla qualità in vigna e successivamente in cantina stanno premiando e presidiando i mercati. Vale per il vino cosiddetto convenzionale di cui ci sono già diversi esempi qui su Scatti di Gusto, ma vale anche per il cosiddetto vino naturale, qualunque significato si decida di attribuire a questa espressione.
Con buona pace di polemisti di mestiere e talebani del calice chiameremo “naturale” il vino frutto di un approccio non interventista del vignaiolo. Anzi dei vignaioli poiché di coppia si tratta.
Sono Enrico Rosati e sua moglie Federica i titolari dell’azienda I Chicchi, nata nel 2011, quando entrambi decidono di cambiare vita.
Più che di un’azienda di vino naturale I Chicchi a Ardea ha più l’aria di una scommessa.
L’acquisto dei terreni, l’impianto dal nulla di barbatelle che cominciano ad essere produttive solo dopo 4-5 anni.
La scelta sfidante dell’agricoltura biodinamica per la conduzione della vigna, e e della fermentazione spontanea con lieviti autoctoni. L’uso di legni esausti nell’affinamento, per ottenere un vino che risultasse naturale sì ma anche buono al palato.
Il che significa senza quel catalogo purtroppo molto vario di sentori, retrogusti e sensazioni che raccontano più di igiene discutibile e conduzioni inesperte che non di ‘naturalità’ del vino (comprendendo in questo termine tutte le eccezioni e le obiezioni nella letteratura dell’uno e dell’altro lato della barricata).
I Chicchi dalla vigna alla bottiglia
I Chicchi partono con due ettari e mezzo vitati tra Cabernet Franc Cabernet Sauvignon e Grenache.
Una scelta dettata anche da importanti consulenze come quella di Michele Lorenzetti enologo di grande esperienza e quella di Carlo Noro, il guru della biodinamica.
L’ambiente circostante è fatto di boschi verdissimi e folti, di querce, olmi, macchia e sottobosco. Il suolo nasconde i tesori preziosi del mare che una volta lambiva queste terre, stratificazioni argillose e tufacee, per dare finezza struttura e complessità. Il mare che è a pochi chilometri di distanza si fa sentire con una lieve brezza soprattutto il mattino presto e sul far della sera.
Tutto viene manualmente con pazienza e seguendo i ritmi naturali, dall’inizio alla fine. In cantina la spremitura dei grappoli è effettuata ancora a mano nell’unico, piccolo torchio presente nel locale, pulitissimo.
Il corredo del vignaiolo è rappresentato da tre vasche di cemento nelle quali avviene la fermentazione e un breve affinamento dei mosti.
Per il resto tutte le trasformazioni vengono lasciate alla bottiglia e in qualche caso a botti e tonneau di rovere francese ma almeno di terzo passaggio, quindi sostanzialmente inerti.
Con due ettari e mezzo di terreno le bottiglie sono necessariamente limitate. In tutto se ne contano circa 5000. Qualcosa più qualcosa meno a seconda di come rende l’annata.
Le etichette prodotte ad oggi sono quattro. Inizierei dal Dimà, che è un bianco ottenuto sempre con metodi di vinificazione spontanea e affinamento in cemento da Malvasia di Candia.
È l’unico vino naturale realizzato con uve non coltivate in azienda, ma acquistate da produttori che garantiscono sistemi di conduzione compatibili con la filosofia dei Chicchi di Ardea.
Moros, il vino naturale color tramonto
Più interessante a mio avviso il rosato Maros, 100% Grenache, che non effettua macerazione.
Risulta di uno splendido colore rosa intenso, che rompe con l’ondata di ‘buccia di cipolla’ smunta dilagante nel mondo dei rosati degli ultimi anni.
Qualche minuto nel calice per togliere quel po’ di chiusura che poteva presentarsi all’inizio e lasciare che questo vino si esprima nella maniera più ampia possibile.
Un rosato di grandissima piacevolezza già al naso in cui la frutta acidula del sottobosco e i sentori balsamici di eucalipto e di mirto giocano a rincorrersi con spiccate nota di arancia rossa e melograno, che diventano sempre più evidenti man mano che il vino aumenta di temperatura.
Non è un rosato da bersi troppo freddo. Il maros si esprime al meglio sui 12-13 gradi. Appena fresco, cioè.
Allora sarà possibile apprezzarne anche il sorso pieno e sorprendentemente sapido e pulito, piacevolmente lungo, su un tenore alcolico assolutamente moderato di 12,5% gradi alcolometrici.
Il vino rosso naturale secondo I Chicchi
I rossi di casa I Chicchi sono entrambi a base di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, proporzione 60%, e 40%.
L’incastro, l’ultimo nato, effettua una macerazione di un giorno con il 10% dei grappoli ancora interi.
La fermentazione avviene in vasche di cemento in cui il mosto resta altri 11 mesi. L’annata in assaggio, la 2020, è imbottigliata da un anno. Si presenta come un vino timido all’inizio che ha bisogno del suo tempo per prendere confidenza con il calice ma che poi non smette più di raccontarsi.
La ciliegia, che parla per prima, dovrà di lì a breve cedere il passo alle voci più tenui ma ugualmente presenti della frutta scura, del mirtillo ma soprattutto della mora di rovo. Mirto, edera, foglia di alloro, una grande freschezza, il tannino presente ma non spiacevole, fanno dell’Incastro e un vino decisamente gastronomico. Può facilmente accompagnare la maggior parte della cucina mediterranea.
Torrebruna, emblema dell’annata
È al vino naturale Torrebruna tuttavia che I Chicchi di Ardea devono una certa rinomanza già acquisita nonostante la giovane età presso gli eno appassionati del territorio. Il Torrebruna sempre Cabernet Franc in prevalenza e Cabernet Sauvignon fermenta in cemento e ci resta per 10 mesi. Prosegue poi l’affinamento in barrique di terzo passaggio dove rimane altri 8 mesi, prima dell’imbottigliamento. Riposa in vetro altri tre anni per essere pronto in commercio.
Qui siamo di fronte a un vino di una certa caratura. Spezie, note scure, polvere da sparo, l’alloro, il ferro e il pepe. E la freschezza, per nulla scalfita dai 3 anni di legno, che abbiamo già avuto modo di notare nei vini di questa azienda, così come la loro pulizia, spingono a mettere il naso nel calice più e più volte per cercare di coglierne l’essenza.
Anche al sorso il frutto, per quanto scuro non è mai eccessivo, le spezie sono un corollario come dev’essere, quello che resta è un equilibrio tra acidità corpo e profumi che non viene mai a noia.
Quanto costa il vino naturale de I Chicchi ad Ardea
Il contenuto alcolico è, appunto, contenuto. Il Torrebruna che forse è quello un pochino più impegnativo da questo punto di vista non arriva ai 13 gradi e mezzo. I precedenti si fermano ancora prima.
Pratiche in cantina quasi nulle, a I chicchi ad Ardea non chiarificano poiché avviene tutto in decantazione naturale, e non filtrano il vino. Quel quasi sta ad indicare una piccolissima aggiunta di anidride solforosa che non eccede mai i 30 mg litro quindi ben al di sotto di qualsiasi parametro di legge.
La produzione con questi tipi di lavorazioni non può che essere limitata e questo si riflette sul prezzo. Per un vino naturale siamo generalmente disposti a pagare un po’ di più a fronte del lavoro e del rischio che si assume il produttore. Per una bottiglia di vino naturale buono lo siamo ancora di più. Si spende tra 15 e i 18 € meritatissimi per il Maros o l’Incastro. Per il top di gamma della casa il Torrebruna si va dai 25 € per l’annata 2018 ai 27 € per l’annata 2017.
Chi è curioso di assaggiare il vino naturale de I Chicchi di Ardea può trovare Enrico e Federica tra i banchi degustazione negli eventi targati VAN, l’associazione dei vignaioli artigiani naturali di cui fanno parte.
Ma per chi volesse andarli a trovare in azienda, ai loro ospiti, Enrico e Federica offrono anche l’ottimo olio extravergine di casa su pane casareccio e una ciotola delle loro olive conciate, stappando bottiglie tra mille sfumature di verde sul tramonto infuocato d’autunno.
I Chicchi Azienda Agricola. Via dell’Incastrino 11. Ardea (RM). Tel. +393336002439