L’Aquila. Al Ministro Brunetta servi pane e acqua a pranzo
Quando ho letto la notizia pensavo fosse uno scherzo. Il Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta ha formalmente protestato per la qualità scadente del pranzo offerto all’Aquila in occasione di un convegno sull’innovazione tecnologica. Protesta formale affidata a una lettera del portavoce del Ministero che è stato circostanziato: “Pane raffermo, speck mediocre avvolto nelle fette di ananas, tiramisù giallognolo e improbabile, salame rancido. Il tutto servito da un cameriere per caso”. Un disastro che merita una chiusa ironica: “Posso garantirvi che il catering che avete offerto oggi alla Regione in occasione del forum dell’Innovazione verrà ricordato a lungo dal ministro Brunetta, dal prefetto Iurato, dal presidente della Regione Chiodi, dal sindaco Cialente e dal rettore dell’Università Di Orio. Complimenti vivissimi”.
Ora, lasciando da parte il mistero delle fette di ananas che vengono avvolte (!?!) sullo speck e la competenza gastroministeriale di Brunetta mi sembra sensata la risposta del ristoratore, Paolo Pacilli che non intende chiedere scusa a nessuno, come riporta repubblica.it: “Non per presunzione, ma perché, malgrado io sia estremamente amareggiato e dispiaciuto per l’accaduto, ritengo inammissibile il comportamento del portavoce del ministro, che ha agito senza neanche preoccuparsi di sapere cosa fosse successo o quali fossero gli accordi intercorsi. Mi sembrava di ricordare che le basilari regole della buona educazione consigliassero comunque di ringraziare chi ci offre un dono, qualunque esso sia. Anche se avessimo offerto semplicemente pane e acqua avremmo meritato un gesto di risposta”.
Ecco, pane e acqua potrebbe essere un buon pranzo ministeriale da mettere nella carta della prossima legge elettorale con una bella specifica: “Regola valida anche per i Ministri autori di libri come Oggi (vi) cucino io dello stesso Renato Brunetta che si era immolato tra i fornelli perché il fine di questo «viaggio nella cucina regionale italiana: ricette, ricordi e varia umanità» è quello di fare beneficenza a favore di una cooperativa che a Fossalta di Portogruaro (Venezia) aiuta bambini con forti handicap.
Come dimenticare l’intervista rilasciata al Giornale in cui solo ieri Brunetta affermava che: «Il preparare una buona pietanza non è in fondo operazione dissimile dal far politica. Devi essere in pace con te stesso e concepire il tuo lavoro innanzitutto come una gesto di generosità verso i tuoi commensali. Per avere successo però – sia ai fornelli sia rivestendo una carica pubblica – la passione non basta. Occorre avere disciplina, poter vantare una lunga pratica e disporre di una mente organizzata. Una certa dose di coraggio e di fantasia non guasta, ma l’innovazione non deve mai trascendere nell’azzardo a tutti i costi. In cucina e in politica poi, i tempi sono fondamentali. Sbagliarli anche di poco significa compromettere il risultato finale».
Capito Pacilli. Solo il ministro può fare ritardo di 30 minuti e pretendere che zuppa di legumi, selezioni di salumi e formaggi locali, crespelle di verdure, ravioli al sugo tradizionale, prosciutto affumicato con ananas, bocconcini di vitello al sugo e dolce di mascarpone agli agrumi siano al loro posto come se il tempo non fosse passato.
E pensare che giusto un anno fa, il 23 novembre del 2009, lo stesso Ministro Brunetta, in compagnia del Ministro per l’Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, aveva proposto di chiudere la buvette e abolire la pausa pranzo a favore di una migliore e maggiore produttività (sigh!). Che bei tempi, volevano risparmiare 5 milioni di euro e far dimagrire i parlamentari!
Poi dicono che non ha ragione chi avrebbe dovuto sentirsi dire grazie per averli messi a pane e acqua (e il primo che dice di gettare le chiavi venga fustigato nella pubblica piazza ma solo dopo lettera di formale protesta).
E ancora dobbiamo leggere le 2,7 milioni di mail promesse dal sito Wikileaks. Sembra quasi di vedere Gli ultimi giorni di Pompei. Che avete capito, mica il film di Mario Bonnard e Sergio Leone. Quelli ricordati da Marco Travaglio a annozero…. Un po’ prima della faccenda dei rifiuti e del complotto contro l’Italia.
Foto: Robe di Cap – claudiocaprara.it