L’oro di Napoli/9 Sarà di Niko Romito il baccalà più buono dell’anno?
Niko Romito a Napoli non può passare inosservato, penso mentre busso alla porta a Materdei: Donna Sofì permettete, vi ricordate di me? Ah Nennè sei tu? Finalmente ti sei fatta viva? Donna Sofì stasera vi vorrei portare in un posto speciale se possibile, ci sta nu bellu uaglione che viene dall’Abruzzo, siete pronta per una cena “stellare”? Il campanello d’allarme s’è acceso, Sofia quando sente la parola d’ordine Bellu uaglione si elettrizza, non ce n’è per nessuno…
Mentre ci incamminiamo, inerpicandoci sulla collina del Vomero, io spiego a donna Sofia chi è Niko Romito. Sì, proprio lui, il bistellato Michelin, premiato quest’anno per la seconda volta ad Identità Golose come “Miglior chef dell’anno”. Sofia è incuriosita, è la prima volta per lei, di solito si affida alla cucina nostrana, non ha mai assaggiato quella abruzzese, né tantomeno le prelibatezze di Niko. E’ molto emozionata, per l’occasione ha indossato un abito galante, dei bei pendenti alle orecchie, ha subito capito che non è una cena come le altre.
Arriviamo a Villa D’Angelo, della famiglia Giugliano, una splendida cornice, con una terrazza che affaccia sul Golfo di Napoli, una veduta da togliere il fiato che ha incantato lo stesso chef Romito. Certo che però è proprio vero il detto “Vedi Napoli e poi muori…” mi dice Sofia Solo per il mare, ‘o mare… e sogna. Non sospettavo un lato così romantico della nostra amica.
Ad accoglierci ci sono Laura Gambacorta e la figlia del Patron, Ida Giugliano. In cucina già fervono i preparativi, si fanno mille conti, cifre che volano, una catena di montaggio umana sta preparando i tortelli… e poi arriva lui, il sole d’Abruzzo, Niko, e col suo sorriso stende in un solo colpo Sofia. Faccio giusto in tempo a tenerla per un braccio! L’emozione gioca brutti scherzi a volte…
Vediamo lavorare lo chef, sempre attento ai particolari, non gli sfugge nulla. Si sa far rispettare stu uaglione, mi dice la mia accompagnatrice, fa bene! si vede che ama il suo lavoro. Tutto è pronto per dare inizio alla kermesse…
Niko presenta un piatto che inserirà nel menu al suo Reale Casadonna di Castel di Sangro: baccalà, patate, olive e basilico, in una composizione del tutto nuova (chissà se diventerà famoso come il suo panettone!). Decide di farla entrare come antipasto, in una coppa di vetro, a strati alterna baccalà, olive, basilico e una mousse insolita di patate e latte molto spumosa. Una delicatezza al palato. Cominciamo bene…chef secondo me questo piatto merita, (nennè mi piace stu cheff) …..Sofia non s’era capito…
L’abbinamento dei vini è stato affidato per l’occasione a Luigi Moio che ha presentato cinque dei vini di sua produzione tra cui la novità a tiratura limitata, e non in vendita, di Metamorphosis, annata 2007. All’antipasto, invece, ha abbinato una falanghina “Via del Campo” 2009.
Si procede con la seconda portata: brodo di capra, dragoncello e lampone… Ma come? Il lampone rint’ ‘o brodo? Sì Sofia, non preoccuparti, tu assaggia e poi mi dirai…beh il giudizio di Sofia è insindacabile, questo per lei è il piatto migliore della serata, un’armonia di sapori insolita, ma perfettamente equilibrata, grazie anche al fiano di Moio “Exultet” 2009.
Andiamo avanti con i tortelli di ricotta con il pecorino, un vero e proprio salto nei sapori d’Abruzzo, ma chistu piatto mi sembra come se l’avissa fatto nu contadino, è vero Sofia, i sapori sono molto bucolici, ma d’altronde lo chef è abituato a questo tipo di cucina. Con i vini siamo passati al rosso, e precisamente ad un aglianico “Terra d’Eclano” del 2008, molto corposo.
Dopo una piccola pausa, ci addentriamo nel mondo dei secondi piatti, con un maiale laccato con caramello di cipolle, limone e sedano bianco a dir poco perfetto (questo lo dico io ma credo che Sofia concordi con me), servito con un “Vigna Quintodecimo Taurasi” riserva 2007.
E mò? E mò Sofia, dopo ogni ottima cena che si rispetti dobbiamo un po’ addolcirci. Niko ci presenta un dolce con cioccolato, liquirizia, menta e mosto.
Nennè ma non sembra un dolce, lo so Sofia è particolare, i sapori si distinguono man mano che lo si assapora, in un’escalation di profumi Una che? No Sofì non ti preoccupare, ho detto una parolaccia! Nennè scusami, ma che c’ha messo una caramella balsamica dentro? No Sofia, è solo una sensazione, l’intreccio dei sapori ti fa sentire in bocca come se avessi mangiato la menta, ma la menta non c’è. Ah….’na specie e dolce con la menta fujuta (scappata)? Eh, diciamo così…
Il “Metamorphosis” di Luigi Moio è un vino che ha molte potenzialità, con tonalità di miele molto accentuate.
Sofia è soddisfatta, e meno male, ha promesso di andare a trovare Niko al Reale Casadonna, e per dirlo Sofia, ci potete creder, oramai non la ferma più nessuno! Grazie ancora per la splendida compagnia Sofì.