I tre menu di Natale per casa di Peck a partire da 100 €
Peck a Natale è una bella scelta. Senza troppo clamore, con il solito stile elegante e riservato, sta conquistandosi un suo posto nel panorama della ristorazione milanese tout court. Quello nel mondo della gastronomia – dell’alta gastronomia – lo conserva ben saldo da tempo – dai tempi di Carlo Cùdega, come diciamo a Milano. Veramente il detto, che indica un tempo assai lontano, si riferisce all’usanza dei gentiluomini del ’700 di lisciarsi i capelli utilizzando la cotica del maiale; ma Francesco Peck arrivò da Praga a Milano, in via Orefici, soltanto nel 1883.
Peck è un vero e proprio landmark della milanesità a tavola. Assieme al Salumaio di via Montenapoleone (un ragazzino al confronto, nasce solo nel 1957, appunto in via Montenapoleone) scandiva il passare delle stagioni mangerecce inondando le vie del centro di clienti con i loro pacchettini: ed era veramente Natale solo quando le porte di Peck erano attraversate da un flusso ininterrotto di signore impellicciate e signori incappottati con i loro pacchettini ripieni di ogni delizia.
Salumeria, formaggi, ma anche piatti pronti, e poi vini, pane, dolci: le vetrine erano un campionario del meglio del cibo dall’Italia e dal mondo, di qualità altissima, e dai prezzi in proporzione. Ricordo già da bambino i vasi enormi dei loro carciofini, piccolissimi e buonissimi, i vassoi di aragoste, il marbré.
Come detto, si è iniziato a parlare, e anche molto bene, della ristorazione firmata Peck, posizionata, oltre che a piano terra, al piano superiore del negozio. A proposito di piani, mi dicono che i piani sotterranei siano, rispetto a quelli sopra il livello del suolo, un mondo a parte, fatto di cucine e cantine, frigoriferi e dispense, magazzini e laboratori – spero si decidano a organizzare dei tour per noi appassionati estimatori del gusto…
Da quando è arrivato Matteo Vigotti dal Novecento di Meina (stellato, peraltro), da Al Peck Ristorante si respira un’aria nuova.
In questo tempo di feste si può prenotare e asportare o farsi consegnare il menù natalizio, anzi, i tre menù natalizi di Vigotti-Peck: Trasgressione, Nobiltà, Glamour.
Natale attraverso ingrediente che rispecchiano il mood entro cui si inseriscono. Per vivere un Natale diverso, originale, perfetto per stupire i commensali. Direttamente a casa vostra”. I piatti arrivano in vaschette termosigillate, adatte al microonde, con le opportune istruzioni.
Più caro il Nobiltà, con Insalata di aragosta, Ravioli di Culatello al burro d’alpeggio con vellutata alle noci, Petto di piccione con indivia, rape e prugne al vino Muffato della Sala, e Normandie, ovvero mousse al caramello, mousse alla vaniglia, biscotto alla cannella: 140 €.
Più economico il Glamour, a 100 €: Granchio Reale con crudité di zucchine all’olio e limone, Lasagne con zucca, radicchio e gorgonzola, Filetto di Carbonaro dell’Alaska, laccato alla soia e miele di corbezzolo, con fagioli all’occhio e cipolla rossa, e Avorio, bisquit alla mandorla, cremoso al frutto della passione, mousse al cioccolato bianco.
Mi hanno invitato a provare il menù Trasgressione, quello di mezzo (120 €): Paterini con fegato d’oca in gelatina, torchon, crostone di pane con semi di girasole, fico glassato all’aceto balsamico, salsa di cioccolato al peperoncino; Ravioli (ovviamente fatti in casa) con concassè di gamberi leggermente spadellati con un po’ di maggiorana, coulis di pomodoro, e carciofi sardi scottati in padella; Ganascino di vitello glassato con scalogno brasato al Porto, crosta di tartufo e patate al latte; Desiderio, ovvero bisquit al cioccolato, cremoso alla vaniglia, mousse al cioccolato e lampone. Sufficientemente trasgressivo, goloso, assolutamente buonissimo. E natalizio.
Si va, o si telefona, si prenota, e via, ti arriva tutto a casa.
Peck è, insieme all’albero in piazza del Duomo, al panettone, uno dei simboli residui dello spirito natalizio meneghino (in quello mio personale, aggiungerei il negozio di giocattoli Noè, in via Manzoni, e Il Salumaio di Montenapoleone). Spirito che si ritrova nell’usanza di Peck, il 24 mattina, alle sei-sei e mezza, di offrire la colazione – un caffè, una fetta di panettone – alla coda di clienti in attesa davanti alle saracinesche ancora abbassate. E anche agli eventuali clochard che sanno o che si trovano a passare di lì.
Peck è buono anche così. O avete alrti indirizzi ad alto tasso di milanesità da proporre?
P.S. La domenica, da qualche settimana, si può fare un brunch veramente sontuoso. Costa 60 €, ma si può mangiare veramente di tutto e di più, e se fai conto che comunque usano i prodotti in vendita nel negozio, e che nessuno ti conteggia quante volte ti alzi e vai a servirti al buffet…
Peck. Via Spadari, 9. Milano.Tel. +39 02 802 3161