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Ristoranti
8 Gennaio 2016 Aggiornato il 8 Gennaio 2016 alle ore 15:33

Milano. ITAshi, ristorante che significa buono, nero e piccolo anche nel prezzo

Con ITAshi possiamo individuare una prima tendenza dei nuovi ristoranti a Milano nel 2016: miniaturizzazione, bocconcinamento,  mignoneria, monoporzione,
Milano. ITAshi, ristorante che significa buono, nero e piccolo anche nel prezzo

Itamaki Tricolore

Con ITAshi possiamo individuare una prima tendenza dei nuovi ristoranti a Milano nel 2016: miniaturizzazione, bocconcinamento,  mignoneria, monoporzione, monoboccone.

All’inizio fu Assaggino: una proposta di bocconcini dall’aria premasticata ben presto rientrata nel mainstream di porzioni di piatti normali, magari ridotte. Poco tempo fa vi abbiamo proposto i panini dall’allure francese di Amuse Bouche, e i paninetti spagnoli di 100 Montaditos. E oggi siamo a parlarvi di ItaShi, aperto un mesetto fa in via Muratori, una zona che sta diventando un nuovo food district milanese: in poche decine di metri troviamo Giulio Pane e Ojo, Trippa, Il Cavallante, DonGiò, Fatto Bene, Abbottega, Casa Tua Osteria, Pasta Madre, MAM, Il Piacentino…

ItaShi. Non è difficile: ITAlia più suSHI. No, niente polpette di riso alla nipponica avvolte in pastasciutta, pizza, o che altro. L’idea fusion (avete notato quante parole straniere?) è la “makizzazione” della proposta gastronomica: una specie di conetto, tipo temaki, di una specie di gnocco fritto, riempito di (pochi, secondo l’essenzialità nipponica) ingredienti italiani. “La cucina tradizionale italiana avvolta in quella giapponese”.

La ricetta dello gnocco è loro, e il colore nerastro è dato da una piccola quantità di nero di seppia (da specificare altrimenti alzate gli scudi per il carbone vegetale).

itashi

“Loro” sono lo chef, Simone Mazzone (giovane, simpatico, viene da Gold-Hilton-Principe di Savoia), nella piccola cucina con l’aiuto Francesco Salvafiorita, e il socio Marco Quintini. Locale piccolo piccolo (altra tendenza del 2016, mi par di capire), metà cucina, metà posti a sedere (una dozzina); una grande lavagna elenca i vari piatti e i menù – con 36 € puoi assaggiare tutti e 12 gli itamaki in carta (ci sono anche menù con gli itamaki di carne o di pesce, e un menù di mezzogiorno 5 itamaki acqua caffè a 12€).

Ma come sono questi itamaki? Buoni, decisamente: lo “gnocco fritto” non sembra nemmeno fritto, non è unto, è gustoso. Buone idee per i ripieni, peraltro poco “cucinati”, appunto all’insegna dell’essenzialità: fassone (5,50 €), ’nduja (4 €), felino (3,50 €) per i carnivori, salmone (5,50 €), gambero rosso (6,50 €) e astice (7,50 €) per gli ittivori, verdure spadellate (3.50 €), parmigiana (4 €) e tricolore (ovviamente mozzarella pomodoro basilico, 4 €).

Tre i dolci: strudel, cannolo (peccato per le troppe gocce di cioccolato: ci avrei visto bene un pezzetto di candito) e nutella e banana (2,50€).

lavagna ITAshi

Li ho assaggiati quasi tutti – con un piccolissimo sforzo sarei potuto arrivare a quota 12, ma uno dei miei fioretti per l’anno nuovo era, cioè è, mangiare meno…

Se volete provarli – poi ditemi com’è quello alla ’nduja

ITAshi. Via Muratori, 10. Milano. Tel. 02 3675 5703.

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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