Ho mangiato la pizza fritta che è lo sfizio più buono a Milano
Nun ce sta nient’a fa’, quando Napoli arriva l’atmosfera si scalda e anche la metropoli più grigia, fredda e meneghina sembra colorarsi di mill’ culur’.
Insieme alla città, si scaldano anche forni, fornelli e foconi, come è accaduto ieri sera in via Orseolo a Milano.
Luigi Capuano ha offerto una degustazione gratuita della classica pizza fritta napoletana, aiutato anche dal compagno Gigi Cacialli giunto apposta da Napoli con il figlio, che ha inscenato un free style sulla pizza conquistando tutti i milanesi in attesa.
Per un attimo via Solari pareva la Spaccanapoli, il quartiere Tortona uno spagnolo e lo spazio pubblico un basso. E intanto aumentavano a vista d’occhio i milanesi che andavano ad ingrossare le fila per l’antica pizza fritta con cicoli, ricotta, provola e pomodoro.
Senza friggitrice, cotta sul tradizionale “focone”, questa pasta tene nu lavoro dietro ri settimane e settimane, ci racconta Luigi che la pizza inizia a farla a 10 anni per aprire già una sua pizzeria in Sardegna solo a 16.
Nun ce sta nient’a fa, quando la taranta ti pizzica, quando la pizza ce l’hai nel sangue, non ti resta che iniziare a a ballare ed infornare il prima possibile ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa.
[do action=”jq”/]
E vedrai che il mondo poi ti sorriderà, proprio com’è accaduto a lui, che dopo l’esperienza sarda, apre la sua prima pizzeria in terra santa, nel cuore di Secondigliano. Sono gli anni Novanta quando si trasferisce nello storico locale del Vomero “Pizza e Contorni”, per poi aprire le porte al nuovo millenio veramente ‘ncoppa, con Anema e Cozze in Brera a Milano.
Se te fai ‘na pizza, crescerai più forte e nessuno più ti fermerà? È stato proprio così per Luigi, che senza mai fermarsi nel 2006 ha aperto la sede di via Orseolo, proprio quella dove da oggi potete trovare anche questa fritta, dove la frittura quasi impalpabile e vaporosa cede spazio e tempo ai sapori che traboccano dal suo interno.
Nun ce sta nient’a fa, quando il talento ce l’hai dentro, quando l’aria che respiri sa di Napoli anche a chilometri di distanza, allora sì, la pizza che mangeremo sarà quella lì, con quel cornicione ampolloso, quell’umidità estenuante e quel fottuto sapore di golfo.
Quindi, un consiglio? Fatt’ ‘na pizza fritta e lievete ‘o sfizio.
Storie di pizza e di pizzaioli
- Napoli. La pizzeria Carmnella è senza vergogna cioè “senza scuorno”
- La pizza vegana di Salvatore Lionello ti fa andare in Paradise
- Il futuro della pizza lo vedo nero, ma divertente
- Fiocco, cioè la ricetta per portare il gateau di patate sulla pizza
- Da Michele che ascolta l’impasto della pizza e ama il Cilento
- Togliere la pizza würstel e patatine dal menu è cosa buona. Forse
- Pizza e champagne è un abbinamento possibile: a volte anche a Napoli
- Pasqualino Rossi entra definitivamente nell’Elite della pizza che conta
- Roma. La vera pizza scrocchiarella alla romana è al Buchetto dal 1929
- Libro’s, cioè la pizza del campione del mondo Valentino Libro che ha aperto ad Aversa
- Pizza e pomodoro che fanno innamorare in due Parùle
- Napoli. La Masardona o i tre tempi della migliore pizza fritta
- Vincenzo Capuano da Napoli a Las Vegas con un impasto alla prova dei food blogger
[do action=”publy-728-2″/]