Milano. Pizza bianca e supplì al telefono da Romoletto che apre in Corso di Porta Ticinese
L’invasione delle pizzerie napoletane a Milano si è arrestata. Per un momento. Perché ora è tempo dei romani, della pizza bianca e del supplì al telefono.
In Corso di Porta Ticinese 14, apre Romoletto, sottotitolo pizza bianca e supplì che sono gli ingredienti base dello street food capitolino.
Un altro mozzico di Roma – vi siete già dimenticati di Felice al Testaccio in via del Torchio? – si trasferisce sotto la Madonnina e lo fa con la pizza bianca alla pala, classicone della pausa pranzo de’ noantri, alle versioni più curiose e creative.
Egual sorta per il supplì al telefono su cui si sono versati fiumi di inchiostro che verrà presentato nella versione basic e in quella al sugo e – ovviamente – cacio e pepe.
Il nome “Romoletto” è un omaggio alla Capitale e alle sue origini più antiche; il logo, un fornaio in bici con la pizza bianca fumante nel cestino, ricorda un famoso spot degli anni ’70 in cui un giovanissimo (e stonatissimo) Ninetto Davoli attraversava in bicicletta una Roma deserta all’alba per portare il pane appena sfornato a domicilio, canticchiando stornelli romani.
La pizza bianca è annunciata con un impasto idratato all’85% e una lievitazione di 48 ore. Si cerca la leggerezza e il crunch da condire con le verdure tipiche romanesche (broccoletti, cicoria, scarola) e la declinazione gourmet.
La pizza bianca nasce nell’antica Roma quando i fornai cuocevano un panetto di impasto prima del pane per testare la temperatura del forno: la “pinsa”, liscia o farcita coi fichi freschi, era il classico sfizio da stuzzicare a passeggio per le strade dell’Urbe (pizza e fichi, cioè una cosa semplice da proporre). Nei secoli, la pizza bianca è rimasta la merenda preferita della Capitale: dagli scolari agli operai, la “1000 lire” di pizza bianca – ora 1 euro – è ancora oggi un’abitudine irrinunciabile.
Il supplì al telefono, per i diversamente romani, è una polpettina dalla forma allungata nelle varianti al ragù, al sugo o cacio e pepe, panatura, rigorosamente rustica e grossolana e la mozzarella filante che ricorda il filo dei vecchi telefoni, da cui il nome. Venduto già nel ‘700 per le strade di Roma, è stato il suo ripieno a dargli il nome: durante l’occupazione napoleonica, infatti, era il cibo preferito dei soldati francesi, che, estasiati dalla mozzarella che al primo morso filava fumante, gridavano “Surprise!”, “Sorpresa!”
Il locale nasce dall’intuizione di un avvocato romano di casa a Milano ormai da molti anni ma amante della tradizione enogastronomica della sua città e dall’esperienza e dalla creatività di Dario Laurenzi.