Di chi è la pizza nutella, salsicce e patatine che ha sconvolto Napoli
Finiti i tempi del lockdown totale a Napoli in Campania, che ha riaperto la consegna a domicilio dopo la cosiddetta “battaglia del delivery” (e da oggi riparte il take away), sono ripartite anche le consuete diatribe sulla liceità e bontà di questa o quella pizza sfornata per il consumo a casa.
Sul banco degli imputati è finita la pizza o, meglio, la foto della pizza con nutella, salsicce e patatine.
Un obbrobrio di pizza, a voler sintetizzare i numerosi commenti che si sono susseguiti sui social.
“Non sono napoletano ma questa schifezza è un offesa alla pizza e a Napoli”, annuncia il titolo del post in un gruppo di circa 50 mila pizzaioli duri e puri che rappresentano in buona parte l’ala oltranzista che non ha creduto alla possibilità di riaprire con il solo delivery perché “è acqua che non leva sete”.
E la pizza sconcio nel cartone pronta per essere consegnata diventa il segno dei tempi: pizzaioli costretti a sfornare una pizza che in altri tempi non avrebbero mai fatto.
Costretti dall’emergenza e dal coronavirus anche se bonariamente qualcuno annota: Per me il fattorino che la portava ha avuto un incidente e gli si sono mischiati gli ingredienti, altrimenti è un’offesa alle tradizioni Italia. Da Nord a Sud passando per il centro, nessuno escluso.
La deriva autorizzata dal delivery, insomma, cui molti pizzaioli si sono opposti: è stato calcolato che lunedì scorso hanno riaperto le consegne a domicilio tra il 30 e il 40%. Chi non ha aperto lo ha fatto per una questione di sostenibilità economica, per la provvigione giudicata esosa dei servizi di consegna o per la qualità della pizza nel cartone che sarebbe stata diversa e peggiore da quella servita al tavolo in epoca ante coronavirus.
La previsione di un flop di una vendita solo affidata al delivery però è andata disattesa, soprattutto a Napoli, nonostante la pizza con nutella, salsicce e patatine. La voglia di pizza ha fatto volare i consumi e se inconveniente c’è stato ha riguardato i tempi di consegna. La logistica non è riuscita a stare dietro la domanda che ha creato nuovi campioni del delivery laureati a colpi di consegne.
Resta solo questa triste pizza schifezza a voler accreditare la tesi della necessità di riaprire solo quando sarà possibile con i tavoli, più o meno il 1° giugno.
Peccato che quella pizza sia stata sfornata da uno dei pizzaioli che ha avuto maggior successo in questa prima settimana di “pizza ritrovata”.
Si tratta di Errico Porzio e la pizza è stata sfornata e consegnata nel cartone nell’aprile del 2018 per accontentare una cliente della pizzeria di Soccavo.
Due anni fa, ben prima dell’emergenza Covid-19.
E anche allora c’erano state polemiche sulla liceità di assecondare una comanda di siffatto genere.
Probabile che nel mondo pizza si ritornerà come prima. E non è detto che la pizza sarà migliore del tempo che ci siamo lasciati alle spalle.