Cracco in Galleria. Ho mangiato la meravigliosa pizza da asporto a 16 €
Stamattina ho fatto un giro in centro a Milano. Sono passato dalla Galleria. Mi sono fermato davanti al cartello con il menu del caffè-bistrot di Carlo Cracco. Era l’ora di pranzo. C’erano alcuni tavolini liberi. C’era la pizza in menu. C’era un cameriere che mi osservava sorridendo da sotto la mascherina – si vedeva benissimo il sorriso. Non credo volesse sedurmi – ma di sicuro mi stava invitando ad avvicinarmi. L’ho fatto, mantenendo la distanza di sicurezza.
Ho ordinato la (nuova) pizza di Cracco e mi sono seduto a un tavolino. Sì, l’ho fatto di nuovo.
Una piccola (ma neanche tanto piccola) parte della fama di Cracco in Galleria Vittorio Emanuele a Milano è legata senza dubbio alla pizza del suo Café. Chi non ricorda il caso social-mediatico scatenato dalla mia foto della sua pizza, consumata a pochi giorni dall’apertura? Quindi, una (piccola?) parte della fama suddetta è legata alla mia fame, e alla mia foto, che, a distanza di poco più di due anni, circola ancora sul web. Usata spesso a sproposito, in articoli che parlano delle recenti pizze in delivery e da asporto di Cracco. Facendo anche un po’ di confusione: in realtà quella in consegna a domicilio sono quelle di Carlo e Camilla in Segheria. (Si parla anche di un prezzo della consegna di 25 €, che non mi risulta esistere da nessuna parte.)
Quindi. In questa nuova era di consegne a domicilio e da asporto, è sceso in campo anche Carlo Cracco. Il Bistrot di Cracco in Galleria ha puntato sull’asporto – sarebbe improponibile il passaggio di una serie di rider in Galleria, appiedati, e bivaccanti all’esterno del Bistrot. Mentre all’interno i camerieri si incrociano con passi felpati e bianche buste di carta ripiene di manicaretti eccetera. Tanto più che la Galleria Vittorio Emanuele in questi giorni è deserta.
No, in Galleria è possibile solo l’asporto – ma si può consumare quanto asportato ai tavolini del dehors. Anzi, di una porzione del dehors, diciamo un terzo: il resto dello spazio è occupato dalle postazioni di servizio, in cui vengono raccolti e consegnati gli ordini. Vale per caffè cappuccio e brioche, ma vale anche per l’asporto dei piatti della cucina. Il delivery vero e proprio del Ristorante invece passa attraverso lo shop online del sito.
Una rapida occhiata al menu – fin troppo invitante – ma io sono qui solo per la pizza.
Margherita, naturalmente.
Com’è la pizza da asporto di Cracco in Galleria
Ordino, pago, mi siedo, sorvegliando la parte del servizio per vedere arrivare il mio sacchetto da asporto. Intanto, un cameriere arriva e misura la temperatura, ai due signnori del tavolo a fianco, e poi a me. Abbiamo tutti 35°C. La temperatura della fame.
Arriva il mio sacchetto bianco, griffato Cracco. All’interno, una scatola di cartoncino, chiusa con una fascetta di carta, con la pizza.
E un set di posate di plastica, cucchiaino forchetta coltello, con tovagliolino e bustine di sale/pepe, zucchero e latte in polvere – multifunzione.
La pizza arriva già divisa in quarti. Ho preso naturalmente la margherita, con pomodoro, pomodorini e mozzarella di bufala. Al costo di 16 €, ovvero quello iniziale della famigerata margherita di due anni fa, che era aumentato a 20 € con il cambio della ricetta.
Bello l’aspetto, più “regolare” se vogliamo. Anche se i vari grani e semini cosparsi in giro nella vecchia versione erano belli a vedersi.
Fatte le foto di rito (diventeranno anch’esse virali? scrivete a info@ScattidiGusto.it per il pagamento in caso di utilizzo), afferro la prima fetta, assaggio. Morbida e consistente, meno croccante mi pare dell’altra. Il pomodoro sempre buonissimo.
Il tutto ottimo, bravo come sempre Marco Pedron, che dirige la pasticceria e ila pizzeria e la forneria qui in Galleria. E che ho incrociato sotto il dehors – ciao come va tutto bene grazie, ho lavorato molto, ho creato nuovi dolci pensando soprattutto alla possibilità di delivery (lo shop online di Cracco ha debuttato da poco).
Comunque, l’ho detto anche a lui. C’è un piccolo però.
Però, cosa vi devo dire? Penso che La Pizza di Cracco, quella della mia famosa foto, quella così criticata da pizzaioli in particolare e napoletani in generale, abbia qualche cosa in più. La croccantezza e la ricchezza dell’impasto, probabilmente. O i “semini”. O solo il fascino del primo amore, quello che non si scorda mai, quello che si mitizza e che ti turba, forse per sempre.
[Immagini: iPhone Emanuele Bonati]