Caffè Doria a Roma, la nuova vita del bistrot moderno immerso nell’arte
Colazione con Raffaello, pranzo con Tiziano e cena con Caravaggio. Un’agenda possibile solo al Caffè Doria, bistrot elegante in cui mangiare circondati dall’arte. Almeno quando ritorneremo in zona gialla per il pranzo e quindi non prima di maggio presumibilmente. Lo storico locale romano, parte del principesco palazzo Doria Pamphilij che ospita una delle più importanti pinacoteche della capitale, è tornato a nuova vita dopo importanti ristrutturazioni.
Il nuovo design, curato direttamente dalla famiglia Bianchi, i proprietari, crea un’atmosfera unica. Ingloba una fontana architettonica, composta da una vasca di marmo all’interno di una nicchia che veniva usata, nel ‘600, come abbeveratoio per i cavalli. Siamo infatti all’interno delle antiche scuderie di palazzo Doria Pamphilij.
La presenza dell’acqua, con il suo sfavillio delicato, tra il bancone del bar e le vetrine regala un’atmosfera da resort d’antan, per il benessere dell’anima e dei sensi.
Il resto degli arredi assecondano la sensazione, con materiali morbidi e caldi, dai colori sobri ma non smorti, illuminazione soffusa e opere d’arte alle pareti. Sono immagini note, ma non semplici copie di quadri famosi. Si tratta del progetto Mostre Impossibili, riproduzioni retroilluminate ad altissima definizione, voluto da Renato Parascandolo (già direttore di Rai Educational). Riunisce in un solo luogo opere che difficilmente possono essere ammirate contemporaneamente.
Cosa si mangia al Caffè Doria
Il caffè Doria sarà operativo tutto il giorno, ma cambia d’abito e menù a seconda dell’orario. Colazione a base di prodotti freschi, scelte dolci e salate alla carta. Lo abbiamo assaggiato prima del lockdown di Pasqua durante la presentazione stampa.
Pane e lievitati forniti dall’Antico Forno Roscioli e la pasticceria realizzata appositamente dai fratelli De Bellis.
I prezzi vanno dai 5 agli 8 € a portata.
A pranzo, dalle 12.30 alle 15, il menu si anima con piatti più amati della cucina italiana, ma reinterpretati in chiave moderna. Non rivisitazioni, quanto giochi di consistenze, di temperature, di colori. Piccoli bocconcini croccanti e morbide attenzioni come il burro di malga montato alla colatura di alici servito con un piccolo panino ai semi, fatto in casa.
Le paste
Oppure come il raviolo fritto coronato di mousse ai sapori di stagione, o l‘alice a beccafico, qui un finger super croccante, forse troppo intensa la salsa di arancia (14 €). Sfizi che stuzzicano il palato e la curiosità per ciò che viene dopo.
Per esempio, gli gnocchi di patate, crema di scarola, fonduta di provola affumicata e pancetta (16 €). Tanti sapori ma ben equilibrati anche grazie alla giusta consistenza degli gnocchi, che riescono a raccoglierli tutti in un unico boccone.
Anche per il secondo piatto la piacevolezza sembrerebbe il criterio che ha guidato la mano dello chef, Massimiliano Mazzotta. Approdato al Caffè Doria quattro anni fa, è stato capace di interpretare al meglio il nuovo corso del locale. Proposte dalle cotture veloci, arricchite da erbe aromatiche, leggere emulsioni, fondi e profumi, per risultati comunque leggeri e gratificanti.
Come il salmone in crema d’aglio dolce con aneto e insalatina selvatica (20 €). Il pesce è marinato a lungo, non proprio cotto, ma il tocco è nella pelle arrostita e tritata insieme alle erbe aromatiche, che regala una spinta molto piacevole al boccone.
La proposta dolce del bistrot è solo una, ma d’altra parte con la vetrina delle creazioni De Bellis a disposizione è più una cortesia della cucina che una necessità. Il crumble salato servito con la quenelle di ricotta e le pere caramellate è abbastanza gradevole, ma forse l’esperienza meno originale di questo assaggio.
Come si beve
Invece due parole per la carta dei vini andrebbero spesi, perché non è scontato venire accolti con il riesling italiano Herzù di Ettore Germano. O il laziale Follia di Matteo Ceracchi, un blend di cinque uve, ciascuna con il suo trattamento in vigna e in cantina. Basterebbero questi per motivare una sosta al Caffè Doria, fosse solo per l’aperitivo.
Chiudono le bevute l’ottimo pinot noir Vosne-Romanée di Domaine Jean Pierre Bony, giovane (2018) e fresco, e il gin tonic al pompelmo rosa, direttamente dal Gin Trolley, altro plus del Caffè Doria.
Il drink viene preparato dal bartender direttamente al tavolo. La scelta è vastissima tra 20 brand di gin da tutto il mondo, varie toniche e garnish per comporre un gin tonic personalizzato al massimo, servito con la scheda con gli ingredienti scelti. In carta naturalmente, anche i grandi classici della mixology e diversi signature, per provare qualcosa di nuovo.
Con questa formula all day long, il nuovo Caffè Doria si prepara alla riapertura in grande stile, perfetto per una sosta chic nel cuore della capitale.
E consigliatissima la visita ai saloni sontuosi di palazzo Doria Pamphilij proprio al piano di sopra, con i capolavori dei più grandi pittori della storia.
Caffè Doria. Palazzo Doria Pamphilj. Via della Gatta, 1/a. Roma. Tel. +39066793805