5 chef stella Michelin rivelano i segreti del pic-nic perfetto
Della primavera adoro il sole caldo sulla schiena e l’aria frizzante sulle labbra, le gite all’aria aperta e i pic-nic. Perché il pin-nic non è solo un pranzo sull’erba, è una festa, è la compagnia, è una giornata che non vuole finire mai.
Ho incontrato 5 chef stella Michelin e gli ho fatto tre semplici domande.
- Quali sono i ricordi e le emozioni legati al pic-nic o alle gite all’aperto?
- Cosa non può mancare per il pranzo al sacco?
- Cosa portereste, oltre al cibo, in un pic-nic?
Scopriamo le loro risposte e con queste il segreto del pic-nic perfetto.
1. Ilario Vinciguerra – Ristorante Ilario Vinciguerra
1. Le mie emozioni riguardo ai pic-nic di primavera sono legati alla Reggia di Caserta. Ricordo i grandi prati e le fontane bellissime, si stava tutti insieme per una giornata intera. Erano emozioni bellissime! Per quanto riguarda il cibo direi un buon panino con le polpette e la parmigiana di melanzane.
2. Porterei una insalata di riso e del vino sincero, quello delle cantine sociali che esprimono la genuinità di un territorio. Anche se il panino con le polpette non può mancare!
3. Non può mancare la musica. Mentre si mangia, mentre si chiacchiera, non può mancare la classica “radiolina”.
Ristorante Ilario Vinciguerra. Via Giovanni Tenconi, 3. Gallarate (Varese). Tel. +39 0331 791597
2. Mauro Uliassi – Ristorante Uliassi
1. Sono legati all’infanzia, quando da piccolino a 8 o 9 anni andavamo in riva al fiume. Si partiva alle 11.00 di mattina e si camminava per 3 – 4 km. Eravamo sempre in tanti ed erano momenti di convivialità.
2. Ultimamente non ho molto tempo per organizzare pic-nic. Però un buon pane casereccio, di quelli cotti con il forno a legna, e una bella porzione di fave fresche e pecorino non possono mancare. Come anche i ciauscoli (insaccato tipico delle Marche). A fine pasto una buona fetta di lonzino di fichi è l’ideale.
Il tutto annaffiato dal vino (per quanto mi riguarda può essere sia Verdicchio che Rosso Piceno, l’importate è che sia locale). Pic-nic inoltre significa arredo, quindi obbligatorio il cesto di vimini e la classica tovaglia a quadretti. Se vogliamo diventare più esotici possiamo portarci delle bacchette per divertirci a prendere il cibo in modo differente. Ultima cosa, ricordatevi il ghiaccio, è fondamentale nelle giornate calde!
3. Semplicemente un bel coltello (per tagliare il pane, ad esempio) non deve mancare!
Ristorante Uliassi. Banchina di levante, 6. Senigallia (Ancona). Tel. +39 071 65463
3. Rosanna Marziale – Ristorante Le Colonne
1. Le mie gite e i miei pic-nic sono legati alla Reggia di Caserta. Un parco bellissimo, poco distante dal mio ristorante (CASA MIA!). Ho tanti ricordi legati al lunedì di Pasquetta quando appunto si andava nel parco a fare il pic-nic.
2. Immancabile la frittata di pasta, e poi la parmigiana di melanzane. Direi anche il pane cafone, qualche mela annurca e un po’ di vino Falerno!
3. Tre cose immancabili: un plaid, un paio di pattini rollerblade e delle racchette per giocare prima e dopo pranzo.
Ristorante Le Colonne. Viale Giulio Douhet, 7. Caserta. Tel. +39 0823 467494
4. Luca Abbruzzino – Ristorante Abbruzzino
1. Sicuramente ho dei ricordi bellissimi. Andavamo in montagna, in Sila, e ci organizzavamo sempre con diverse famiglie di amici, quindi eravamo davvero tanti! Non mancava mai il vino fatto in casa, la brace e la salsiccia da arrostire. Si passavano giornate lunghissime, tra mangiate infinite e vari divertimenti. Bastava davvero poco per essere felici.
2. Una buona pancetta, fave fresche, una forma di pecorino crotonese, un cipollotto fresco di Tropea e una buona bottiglia di vino rosso. Anche se un po’ di soppressata calabrese e di capocollo non può e non deve mai mancare!
3. Aida il mio cane.
Ristorante Antonio Abbruzzino. Viale Fiume Busento, Località Santo Janni (Catanzaro). Tel. +39 0961 799008
5. Martina Caruso – Ristorante Signum
1. Mi vengono in mente due momenti. Il mare con le uscite in barca, quando ci attrezziamo di tutto punto per fare uno spuntino a babordo. Un po’ di pane, delle conserve ittiche come acciughe e alalunga sott’olio (un tipo di tonno), pomodorino fresco e olio extra vergine d’oliva. Magari un po’ di frutta. Qualche bottiglia di buon vino bianco o bollicine in ghiacciaia e qualche calice da asporto in vetro. Certi che qualcuno si butterà poi in mare per raccogliere ricci e patelle soprattutto. E’ molto bello vedere le isole dal mare.
Il secondo pensiero va alle passeggiate in montagna a Salina dove con gli amici ci si organizza per fare un’escursione con l’idea che il premio sia terminare con una mangiata.
Ed allora via con salsicce, involtini e altre tipologie di carne, salumi, pane e formaggi. Vino ancora una volta ma meglio rosso, quasi di campagna. L’idea di star sdraiati nel bosco e respirare aria buona mi piace molto. Insomma i miei ricordi sono legati a Salina.
2. Se penso ad oggi, che è una bellissima giornata con il sole alto e una brezza di vento che mi sfiora la faccia, mi viene voglia di andare in riva al mare. Bagnarmi i piedi e respirare l’aria salmastra. Porterei con me qualcosa di rassicurante come una frittata, con le uova del mio vicino di casa e le erbe spontanee dell’isola.
3. Sicura di essere tra amici porterei con me buon vino e una macchina fotografia. Un po’ di musica non mi dispiacerebbe.
Ristorante Signum. Via Scalo, 15. Malfa Salina (Isola di Salina). Tel. +39 090 984 4222
[Testo: Alessio Cutrì. Immagini: laversionedienrica.it, sardiniapost.it, recipeshubs.com, ricettaidea.it, caciomulo.wordpress.com, Millestone Hotel]