Assaggi di Passerina e Pecorino alla cantina Domodimonti nelle Marche
La strada verso la cantina Domodimonti e le sue vigne di Passerina e Pecorino, oltre a Montepulciano, Merlot, e Petit Verdot, passa attraverso tanti ricordi.
Le colline marchigiane le ho sempre davanti agli occhi, scandivano l’inizio e la fine dell’estate, per me. L’auto che mi portava al mare di Civitanova per le vacanze scolastiche ci passava accanto, le sorvolava su alti cavalcavia, si insinuava tra esse.
E non potevi non notare la cura con cui venivano pettinate da mietiture e arature, disegnate da foraggere, girasoli, e naturalmente vigne. Tra quei riquadri precisi e morbidi marroni, verdi, gialli, azzurrini. Incorniciati da filari di alberi, illuminati dal mare e punteggiati di casali di mattoncini rosa, c’è anche la cantina Domodimonti.
Fondata da Francesco e Marisa Bellini, originari della zona, ma da sempre residenti in Canada, tornano nelle Marche per nostalgia e per il piacere dell’ospitalità locale. Nel 2003 decidono di acquistare dei terreni vitati con relativa azienda agricola.
Il posto è a Montefiore dell’Aso, nell’entroterra tra Pedaso e San Benedetto. A pochi km da Offida, regno di Passerina e Pecorino, e da Ripatransone, regno del frustengo, ma questa è un’altra storia.
Per l’attuale cantina Domodimonti dobbiamo attendere, perché i Bellini inizialmente producevano il vino per sé e gli amici. Gli attuali 26 ettari vitati sono coltivati ad autoctoni.
Passerina e Pecorino – che in questi terreni sciolti e calcarei acquistano un’eleganza particolare. Montepulciano naturalmente, ma anche Merlot, che pure in queste zone è diffuso, e Petit Verdot, cui il Bellini è particolarmente devoto.
Mare, passerina e pecorino
Azienda a vocazione sostenibile dall’inizio, oltre alla conduzione biologica è oggi completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, nonché a impatto minimo sul paesaggio.
La nuova cantina è scavata all’interno della collina, quasi invisibile dall’esterno, e all’interno custodisce una modernissima bottaia con circa 160 pezzi tra barrique e tonneau.
Le vigne si dipanano su due zone. I rossi nel comune di Massignano, a pochi km dalla cantina vera e propria, dove le uve Montepulciano, Petit i Verdot e Merlot trovano terreni a medio impasto, limosi e argillosi.
Pecorino e Passerina invece, beneficiano dei suoli calcarei argillosi intorno all’azienda nonché della brezza marina che si incunea tra i suoi pendii.
Passerina e Pecorino a tavola
Domodimonti fa vini conviviali e dall’alto potenziale gastronomico. Lo conferma una degustazione in abbinamento ai piatti di Errico Recanati, del ristorante Andreina di Loreto, una stella Michelin.
Per l’occasione, dopo il croccante di pecorino di benvenuto ha proposto un menu di carne e pesce.
L’antipasto, tartare di ricciola con uva Montepulciano erbe spontanee, salsa ponzu e salsa al basilico, e il tonno scottato con mayo alla senape selvatica, salsa verde e brunoise di cetriolo.
A seguire, carpaccio di montone arrosto, ostrica con pesca di Montefiore dell’Aso e senape selvatica, e un risotto meraviglioso con zucca e castagne.
Tra i dolci, un tuffo al cuore. Il ciambellone di mosto con i semi di anice. Lo stesso che mangiavo a colazione in quel di Civitanova, da nonna Pierina (si chiamava così), farcito con una crema di mosto d’uva e cioccolato.
Non solo Passerina e Pecorino
Domodimonti firma sette referenze, che nascono da scelte stilistiche che mirano a differenziarsi dalla produzione locale. Niente denominazioni d’origine per i rossi, criomacerazione e affinamenti sur lie per i bianchi, lavorazione dei mosti in riduzione, e uso del legno – con moderazione – per andare incontro a un mercato internazionale. In fondo la proprietà è canadese.
Anche le etichette rinunciano all’unità di un’immagine coordinata per far affiorare aneddoti, ricordi, giochi di parole, o semplicemente la personalità di un vino.
IAm, Marche rosso IGT, 2018
E’ il vino d’ingresso dell’azienda, ammesso che si possa stilare una sequenza. Blend di Petit Verdot, Merlot e Montepulciano (in percentuale 40-40-20), si presenta amichevole già al naso, con l’affabilità di un padrone di casa che mette a suo agio gli ospiti.
Rosa, ciliegia e cipria sono rassicuranti, e fanno immaginare una rotondità al palato. Che invece viene sorpreso da una certa freschezza, media struttura, e una chiusura lievemente vegetale. La bottiglia in cantina costa 10 € .
Il Messia, Marche IGT 2016
Un’etichetta a forma di violino, e il nome che celebra il più famoso strumento mai realizzato da Stradivari, nonché il più raramente suonato: il Messia. Montepulciano e Merlot duettano in un recitativo appassionato. Il Montepulciano è tra i vitigni che i Bellini hanno trovato già impiantati, e alcune parcelle hanno anche 50/60 anni.
I mosti fermentano in acciaio, cui segue l’elevazione in barrique per 12 mesi e altrettanti in bottiglia. Qui i toni si fanno più profondi. La ciliegia vira sulla confettura, escono fuori le bacche di bosco, lampone su tutti, con il cacao che fa capolino di sottofondo. Anche la struttura si fa sentire maggiormente, sostenuta da un’acidità presente e da tannini carezzevoli. In cantina, 12,50 € .
Solo per me, Marche rosso Igt 2012
Era la bottiglia del fondatore, quella preferita tra tutte. Montepulciano al 90%, con un 10% di Merlot per conferirgli quelle note di gentilezza senza inficiare la potenza.
Viene fatto solo nelle annate migliori, è una riserva non dichiarata in etichetta, che riposa a lungo. La 2012 è in effetti l’annata in commercio, quindi dopo la fermentazione (in acciaio) e il riposo in barrique per 12 mesi, ha davanti sé un tempo considerevole per raggiungere l’equilibrio.
Il calice non tradisce la profondità del Montepulciano né l’esuberanza del Merlot, che resta percepibile anche se in presente percentuale minima. Confettura, frutti rossi che evocano vasi di antiche erboristerie, venature di pepe nero e chiodi di garofano che si aprono al tabacco e al caffè.
Colpisce il corpo, che da una riserva si attende più materico, e che invece rivela una beva ancora fresca, scorrevole, non eccessivamente esigente in termini di abbinamento. Costa 30 € .
Passioni e visioni, Marche rosso IGT 2012
E’ il vino della rottura con la tradizione del luogo.
Il Petit Verdot in purezza è la passione e la visione dei Bellini. Per offrire qualcosa di nuovo sul mercato locale che però richiamasse anche il Canada, dove questo vitigno è molto apprezzato.
Poche bottiglie, 2-3mila, a seconda delle annate, da vigne che respirano aria di mare e uve che restano al sole fino all’ultimo per restituire la massima ricchezza nel mosto.
Come il precedente, dopo la fermentazione in acciaio, il vino affina 12 mesi in barrique e poi riposa in bottiglia per il tempo che serve.
E’ la bottiglia da meditazione di Domodimonti, quello che deve rimanere nel calice qualche minuto in più per esprimersi con pienezza.
E che comunque resta più crepuscolare rispetto agli altri rossi aziendali.
Al naso, amarena in confettura e sotto spirito, prugna, pepe, china e fuoco di camino, che un tannino già evoluto arrotonda in una beva morbida, pronta. Costa 35 € .
I bianchi. Passerina e Pecorino
Sì, prima i rossi poi i vini bianchi, perché con Passerina e Pecorino Domodimonti ci sa veramente fare. Vitigni che da tempo avevo messo agli ultimi posti tra i desiderata, delusa da molti assaggi, anche rispetto ad altri autoctoni dello stesso territorio.
Invece Passerina e Pecorino Domodimonti mi hanno decisamente convinto per una piacevolezza elegante, dovuta alla zona particolarmente vocata, ma anche a scelte di cantina.
Tre le referenze, tutte in purezza.
Tie (Together – Insieme – Ensemble) spumante brut
Passerina 100% per questa bollicina sorprendentemente affabile e intrigante per essere un metodo Charmat. Criomacerazione per 24 ore a 6°, selezione dei grappoli, rese basse, condizioni climatiche ideali.
Una prima fermentazione con permanenza sulle fecce fini per 4 mesi cui segue una seconda in autoclave prima della bottiglia.
Il risultato è uno spumante luminoso, fiorito e minerale, con note di pera e melone bianco che si affacciano con l’alzarsi della temperatura, e una spiccata sapidità che rende il sorso lungo e impaziente. Costa in cantina 10 € .
Deja V, Passerina Offida DOCG
Solo acciaio per questa Passerina 100% che riposa sulle fecce fini 4 mesi prima dell’imbottigliamento. Un vino fresco e minerale, che si apre su insolite note di idrocarburo, inaspettate per il vitigno, per poi assestarsi comunque su uno spettro olfattivo più caldo della media. Scorza di cedro e bergamotto, camomilla e nasturzio, nascondono poi un sorso ancora citrino e vibrante, sostenuto da un’acidità decisa. Un vino di pronta beva, almeno sulla carta: sarà interessante lasciar passare qualche mese per capirne l’evoluzione. 9,50 € in cantina.
Li Coste, Pecorino Offida Docg
Con questa bottiglia ho fatto ufficialmente pace con il Pecorino, uva di cui riconosco le potenzialità, ma che restituisce spesso esiti sgraziati. Forse perché viene trattato come un vitigno rustico, e quindi risponde a tono. Raramente, confesso, avrei associato il concetto di eleganza a una bottiglia di Pecorino in purezza.
Tranne in questo caso. Però Domodimonti il Pecorino lo tratta con i guanti. Oltre agli accorgimenti usati per tutte le sue uve, il mosto sosta sulle fecce fini per 4 mesi e una parte fa anche un passaggio in barrique.
Parliamo di una percentuale minima, circa il 5%, per cui difficile dire se è questo a fare la differenza. Ma il risultato è un Pecorino di rara piacevolezza, che si acquista per 10 €.
Minerale, intenso, ammiccante il naso, con note lievemente smaltate, fiori d’acacia, nocciola appena tostata, frutta a polpa gialla e tropicale. E la beva, armonica, rotonda e avvolgente, presenta la sapidità tipica dei vini Domodimonti.
Come l’onda della risacca, che si ritira ma solo per preparare la successiva.
Domodimonti, Contrada Menocchia 212/A, Montefiore Dell’Aso (AP). Tel.: +390734930010