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27 Novembre 2017 Aggiornato il 27 Novembre 2017 alle ore 16:52

Bergamo. 4 novità del nuovo GourmArte che quest’anno vi offre l’ingresso gratis

Dall’1 al 3 dicembre a Fiera Bergamo torna Gourmarte, 6^ edizione, con custodi maestri esploratori interpreti del gusto. E ingresso libero.
Bergamo. 4 novità del nuovo GourmArte che quest’anno vi offre l’ingresso gratis

O voi che viaggiate per gusto, save the date: dall’1 al 3 dicembre, a Fiera Bergamo, torna Gourmarte. Sarà la sesta edizione, i numeri sono in crescita e ci sono alcune novità.

Nel descriverle, il giornalista Elio Ghisalberti, l’ideatore di GourmArte, che l’anno scorso era riuscito a condurre l’intera presentazione dell’evento evitando di dire “gourmet”, quest’anno ha elegantemente saltato la parola “eccellenze”, di cui siamo saturi. E ha dunque parlato di “valori”.

E di novità, appunto. Eccole.

1. Ingresso gratis, degustazioni a pagamento

Fino all’anno scorso l’ingresso era a pagamento – seppure con riduzioni per numerose fasce di visitatori – e le degustazioni gratuite. Cosa succedeva? Che non sempre il valore degli assaggi era capito dal pubblico, come se vigesse l’equivalenza “è gratis = mi abbuffo” .

Ergo quest’anno c’è stato un capovolgimento di strategia: ingresso gratuito, degustazioni strutturate e piatti valorizzati con un prezzo. Sì, un prezzo democratico e a discrezione degli espositori, che comunque potranno anche offrire degustazioni free. Questa direzione presa è una scelta di educazione al valore. Che ci (mi) vede d’accordo.

2. il ristorante sempre accessibile

Con l’ingresso gratuito e i piatti salati che costano 10 €, 6 € i dolci, e 10 € una pizza o un dolce con un calice di vino, l’idea di mangiare a GourmArte anche più di una volta diventa una tentazione concreta.

Tanto più che nelle cucine a vista del ristorante in Fiera si succederanno i ristoratori di Slow Cooking, tutti vocati alla cucina del territorio. Ma ci sarà anche il tre stelle Michelin Da Vittorio di Brusaporto più una serie di blasonati cuochi soci de Le Soste, come Claudio Sadler, Stefano Cerveni o Philippe Leveillé, una serie di chef emergenti e dalla Sicilia Brignoli di Portopalo. E i Maestri Pasticceri dell’Accademia – AMPI.

3. Aperti dal venerdì sera a tutta la domenica

Cambia il format della durata: L’apertura alle ore 17 di venerdì 1 dicembre porterà dritti alla cena orchestrata da Slow Cooking: c’è da scegliere tra le interpretazioni di polenta, pizzoccheri, casoncelli, pecora brianzola, trippe, cassoeula, castagne e via lombardeggiando.

Il giorno seguente, sabato, ecco i piatti dai monti al mare di Roberto Conti, Sergio Mei, Gianni Tarabini, i due Vittorio, Stefano Masanti, Ian Spampatti e i dolci di Giovanni Pace e Giovanni Cavalleri.

Domenica è previsto l’incontro tra stelle ed emergenti. Caranchini, Sadler, Abbattista, Leveillé, e Andrea Leali, e Alessio Rovetta (con una pizza porri e stracchino) e i pastry chef Gianni Pina e Giacomo Aceti.

Più Stefano Cerveni, che nell’ospitare la conferenza stampa a Terrazza Triennale a Milano ci ha spoilerato il suo “Viaggio in laguna”, ossia baccalà mantecato, fettucce di seppia, salsa di prezzemolo, cipolla in saor, polenta croccante e caviale.

4. Brisaola e molto altro

Quindi un salto lo si può fare: tra custodi, maestri, esploratori interpreti del gusto troverete un fitto calendario di assaggi tematici regionali e workshop di cucina per passione condotti dall’Accademia del Gusto.

E poi, il caviale Calvisius del bresciano e Ars Italica del parco del Ticino, il Bitto “Lo storico Ribelle” e il Roccolo Valtaleggio, la brisaola (così, con la “i”) che Stefano Masanti è tornato a produrre, l’aceto balsamico di Modena, le ostriche sarde, e i vini della Franciacorta, della Valtellina eroica, del Roero e di Asti … Più olio, insaccati della tradizione, dolci, miele, conserve e confetture. E dall’estero ostriche bretoni, Pata Negra e champagne.

Il “molto altro” è molto. Per tutto quello che quest’articolo non può contenere, vale il sito www.gourmarte.it

[Immagini: iPhone di Daniela, Gourmarte, Sondriotoday]

Daniela Ferrando
Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.
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