Bomba a Pescara: Fabrizio Camplone sfida Niko Romito con la D’OP
La Bomba, tipico dolce di Pescara e dintorni, sarà al centro di una specie di derby tutto abruzzese. Protagonisti, da una parte lo chef Niko Romito, dall’altra il pasticciere pescarese Fabrizio Camplone.
Derby metaforico, naturalmente: è la semplice contrapposizione di due realtà gastronomiche locali, e simili.
Partiamo proprio dall’oggetto del contendere. La Bomba appartiene alla famiglia dei bomboloni-krapfen: è un dolce. L’impasto, passato alla sfogliatrice e poi lasciato lievitare, viene fritto e farcito con una crema. Ma la denominazione “bomba”, al di fuori dei confini abruzzesi, è diventata nota grazie a Niko Romito.
Lo chef Romito, titolare del ristorante Reale, 3 stelle Michelin a Castel di Sangro, ha ripreso la ricetta di famiglia e l’ha rimodulata in versione gourmet. Ovvero, con la possibilità di farciture sia dolci che salate. Visto il successo, l’ha esportata a Milano, con il locale omonimo in piazza Venticinque Aprile, aperto nel giugno 2018. Inopinatamente chiuso dopo nemmeno due anni.
Romito però ha inaugurato un nuovo locale a Pescara, un temporary shop. Aperto a metà dicembre 2020, ha visto da subito il formarsi di lunghe code per timore di non riuscire ad assicurarsene una prima della chiusura.
Chiusura avvenuta alla fine di gennaio, come da programma, e salutata dallo stesso Romito con un post su Facebook.
“Che dire Pescara, è stata una avventura bellissima. Un’esplosione di affetto, di gusto, di passione. Mi hai stupito, commosso, meravigliato. Abbiamo fatto rumore tu ed io insieme. Pescara e la Bomba hanno varcato i confini regionali e sono diventati un caso studio. Un rumore bello, fatto di gioia emersa perfetta nelle migliaia di foto felici che hanno riempito i social. Sai, un’avventura per antonomasia è temporanea. Ma a volte dalle avventure di una sola stagione nascono delle storie d’amore senza fine.
Grazie Pescara. Non è un addio, solo un arrivederci.”
La Bomba D’OP di Fabrizio Camplone
L’avventura pescarese della Bomba di Romito era stata accompagnata dalle polemiche – c’è bisogno di dirlo? Ve ne abbiamo riferito a tempo debito. Si trattava di un prodotto congelato, lavorato addirittura al nord, nel Trevigiano, era solo un’operazione di marketing. Cose così.
Il maestro pasticcere Fabrizio Camplone si tira fuori dalle polemiche. Tuttavia, ha appena registrato il marchio della Bomba D’OP, ovvero “Bomba artigianale d’Origine Pescarese”. A tutela di un prodotto di pasticceria popolarissimo nel Pescarese e sulla costa adriatica.
Camplone ha organizzato, il 6 gennaio scorso, un evento chiamato Bomba Day, proprio per celebrare e rilanciare la bomba “tradizionale”.
“Ho voluto mettere un punto fermo per tutelare e valorizzare un prodotto tipico della pasticceria. Così come si è sempre fatto a Pescara dal tempo di Ciro Quaranta, cioè dal dopoguerra in poi,” racconta Camplone.
“Il maestro Quaranta era famoso per la bomba alla crema, sua esclusiva, lo raccontavano anche nella mia famiglia. Il suo laboratorio in corso Manthonè era rinomato per quello. Quaranta ha lanciato una tendenza che tutti gli altri pasticceri del posto hanno recepito, allineandosi.”
La famiglia Camplone è in attività nella pasticceria dal 1957 grazie a Tullio, padre di Fabrizio. Quest’ultimo ha fondato il bar pasticceria Caprice in piazza Garibaldi a Porta Nuova, eccellenza del Gambero Rosso, ed è membro Ampi (’Accademia Maestri Pasticceri Italiani).
“Diversamente dal krapfen, ovvero la brioche fritta e riempita con un po’ di crema, la bomba alla crema è una storia che ci appartiene. A Pescara è la bomba tradizionale quella che la gente vuole,” ha dichiarato Camplone, con un tono vagamente polemico, a Jolanda Ferrara di Virtù Quotidiane.
“Caratteristica della bomba tradizionale è la camera d’aria che si crea all’interno della pasta, che va riempita con la crema. Ce ne va molta di più a differenza del krapfen. La tradizione prevede classica crema pasticcera, no varianti.”
Due Bombe in competizione, quindi. Chi vincerà?