Botteghelle65 a Salerno, non avrai milza migliore a questi prezzi
A Salerno, il 21 settembre, c’è l’usanza di mangiare la milza per festeggiare il patrono San Matteo. E ogni ristorante, bar e tavola calda propone il classico panino. Una vera e propria invasione che si allarga a locali che generalmente propongono tutt’altra cucina rispetto alla tradizionale. E impegna anche chi per 365 giorni all’anno spadella pesce. Bussola quindi orientata in direzione Botteghelle65 che a Salerno è indirizzo conosciuto.
In 13 anni ha modificato l’impostazione passando da bottega di salumeria a locale di ristorazione. Sebbene con un’impostazione molto personale.
Dovuta al patron Pino Adinolfi che governa la sala a tu per tu con i commensali. Con un ruolo di formatore e informatore. La vendita dei prodotti è attività residuale e discende dall’apertura come bottega. Ma sono quelli esposti gli ingredienti dei piatti che albergano nella vetrina del bancone.
Si guarda cosa c’è, si sceglie aiutati anche dal menu e ci si accomoda in sala o a uno dei tavoli affacciati su via Guarna.
Ambiente eclettico e servizio spartano con Adinolfi che è un ottimo contraddittore e dice pane al pane e vino al vino.
La milza
La milza è irpina del suo fornitore pressato nei giorni precedenti per ricevere assieme alla carne l’interiora che è il piatto principe della festa di San Matteo. È la vera portata di gastronomia di Salerno-Salerno (probabilmente insieme alla pizza Carminuccio e alla sempre citata pasta e fagioli del Vico della Neve). Anche se è probabile l’importazione dalla Sicilia del pane ca’ meuza in tempo di Regno.
La componente aceto è quella che fa amare o detestare la milza di San Matteo. Ora non c’è più lo spandersi delle forti note che impregnavano l’aria. La faccenda è diventata più delicata. E a Botteghelle65 hanno qualche accorgimento in più rispetto alla ricetta tradizionale.La milza è ripiena di prezzemolo, menta, peperoncino, aglio. È soffritta in olio extravergine di oliva (Adinolfi è cultore del frantoio cilentano di Nicolangelo Marsicani) e poi lasciata a raffreddare nell’olio per ottenere il sugo con cui è condita aggiungendo aceto e vino. Quindi lunga cottura per concentrare il sugo. Risultato, milza ben imbottita, pungente ma senza anestesia del palato. In più, la milza c’è e si sente.
Noi l’abbiamo presa al piatto, ma c’è anche il panino con calice di vino a 5 €.
Cosa si mangia da Botteghelle65 a Salerno
All’antipasto di San Matteo, giusto un assaggio veloce. I piatti sono quelli che potreste cucinare a casa ma fatti bene.
Gli gnocchi – di un pastificio pugliese, specifica Adinolfi – sono una versione di quelli alla sorrentina con un pomodoro buonissimo.
La peperonata con pollo e salsicce di Botteghelle65 è godibilissima e a suo modo leggera.
Dalla vetrina occhieggiavano anche una frittata di pasta (in menu come classico assieme al baccalà), i mezzanelli con melanzane e provola, le polpette al sugo.
Siamo passati al dolce.
La torta di gallette al limone, ma ditemi dove la mangiate buona come questa.
La torta di Nonna Carolina (la nonna di Adinolfi) è un dolce di recupero con pane, zucchero, cannella e yogurt quasi greco che sarebbe sormontato dal miele. Io chiedo di non aggiungerla per fare pendant con l’acidità della milza.
Prezzi come non ne vedete spesso: 2 milze, 1 piatto di gnocchi, 1 peperonata, 2 dolci, acqua, pane, assaggio di olio e calice di vino: 48 €. Attenzione massima al cliente e ad eventuali intolleranze (qui si usa solo parmigiano 36 mesi per evitare il lattosio, tanto per citare).
Mi sa che da Botteghelle65 ci ritorno anche dopo la festa di San Matteo, patrono di Salerno.
Voto: 8,5/10