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2 Febbraio 2025 Aggiornato il 2 Febbraio 2025 alle ore 21:13

Bufala e agricoltura in crisi: corteo lumaca dei trattori in autostrada

Lunedì 3 febbraio possibile giornata campale in autostrada con i trattori tra Capua e Napoli per la protesta di agricoltori e allevatori
Bufala e agricoltura in crisi: corteo lumaca dei trattori in autostrada

Non abbiamo fatto in tempo a gioire dei dati di crescita dei consumi in Italia che sulla mozzarella di bufala cade una nuova tegola. Mentre il convegno Mozzarella di Bufala Dop: direzione Futuro alla Camera di Commercio sventolava le bandiere della vittoria, a Capua il Coordinamento Salviamo le Bufale si appresta a far sventolare quelle di protesta sui trattori.

Domani, 3 febbraio, potrebbe essere una giornata campale sull’autostrada Roma – Napoli a partire da Capua e fino a Caserta. Alle 8:30 nel presidio dinanzi allo Stadio di Casal di Principe il Coordinamento Salviamo le Bufale (che si era visto in azione giusto 3 anni fa nel 2022 sul tema specifico della brucellosi) divulgherà la richiesta di incontro al Governatore, al Presidente del Consiglio e all’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania.

La protesta in autostrada del corteo lumaca

L’assemblea di protesta nel gennaio 2022 con le mascherine per la pandemia

Poi alle ore 10, concentramento dei mezzi di lavoro nei presi del casello autostradale di Capua e l’ingresso in autostrada. Il corteo di mezzi impegnerà le due corsie di centro e di destra per lasciare libera la corsia esterna di sorpasso. Una volta compattato, procederà lentamente alla marcia.

Il percorso prevede la marcia verso Napoli. All’altezza della barriera di Napoli invertirà la marcia per dirigersi in direzione Roma. Passando Caserta Sud, Caserta Nord fino all’uscita di Santa Maria Capua Vetere dove uscirà intorno alle 14. I mezzi raggiungeranno l’area del presidio a ridosso della rotonda antistante il casello autostradale.

In evidenza, i temi del prezzo minimo e della tracciabilità dei prodotti. Che non riguarda solo il mondo dell’allevamento e della trasformazione del latte di bufala. Ma coinvolge tutto il settore dell’agricoltura e della pesca.

Sintomatico però che anche al convegno organizzato dal Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, il direttore Pier Maria Saccani abbia citato e inviato nella nota stampa proprio questi due argomenti seppure con un’angolazione diversa. “I dati ci dicono che si continua a produrre più latte nei mesi invernali, quando la domanda cala, e meno latte in primavera-estate, quando invece aumenta la richiesta di mozzarella Dop. Questo squilibrio ha portato ad avere un eccessivo quantitativo di latte congelato, che non può essere utilizzato per la Dop, e dunque va frenato anche con meccanismi premiali nei confronti degli allevatori virtuosi. Un contratto tipo è la via per uniformare e regolamentare l’intera filiera, ma non nei prezzi, che vengono decisi dal mercato e da nessun altro. Inoltre, dobbiamo sfruttare al meglio le moderne tecnologie per rafforzare il nostro sistema di tracciabilità”.

La protesta è di tutta l’agricoltura e la pesca

La protesta con il corteo lumaca, cui seguirà al termine un’assemblea, non è della sola filiera bufalina.

La giornata, organizzata dai tre presidi Casertani, due Presidi della Provincia di Avellino e il presidio di Salerno, vede in prima linea Adriano Noviello, allevatore e presidente dell’Associazione di Tutela Allevamento della Bufala Mediterranea. Che batte ancora una volta sullo stesso tasto: prezzo del latte e tracciabilità della filiera. Con lui Luigi Iovine, agricoltore e presidente dell’Associazione Coltiviamo Futuro (irtofrutta). Giuseppe Di Niola, frutticoltore della zona di Capua e referente dell’Associazione Terra Mia C’È. Antonello Nudo, dell’Associazione UNIAGRI di Flumeri che ricorda come in 20 anni abbiano chiuso il 75% delle aziende agricole. Roberto Lauro, del Comitato Agricoltori Avellinesi della Media Valle del Sabato. E Michele Conte, coordinatore del Presidio del Salernitano e portavoce del Comitato Agricoltori della Piana del Sele.

La richiesta è quella di prendere atto di uno stato di crisi delle aziende di allevamento, coltivazione e pesca per evitare che altre chiudano.

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