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5 Settembre 2011 Aggiornato il 15 Settembre 2011 alle ore 08:24

Caldo torrido e uccelli, si contano i danni all’agricoltura

Meno pomodori, uva e grano per colpa del maltempo. Sulla raccolta del grano duro (-6%) hanno pesato le condizioni climatiche estreme di luglio in alcune
Caldo torrido e uccelli, si contano i danni all’agricoltura

Meno pomodori, uva e grano per colpa del maltempo. Sulla raccolta del grano duro (-6%) hanno pesato le condizioni climatiche estreme di luglio in alcune zone del Paese, troppo caldo al Sud mentre le temperature record della fine di agosto non hanno fatto bene alle piante di pomodoro e ora le previsioni sulla produzione da inviare alla trasformazione parlano di 45 milioni di quintali, con una riduzione del 20% rispetto all’anno scorso.

Quanto all’uva, una primavera più calda rispetto alla media e un buon clima estivo che ha garantito la giusta alternanza tra caldo e fresco hanno creato le condizioni migliori per una buona vendemmia ma la caduta della grandine a giugno e luglio in alcune zone vitivinicole del Paese e il caldo torrido delle ultime due settimane di agosto potrebbero determinare una riduzione del 5% della raccolta di quest’anno.

L’eccessivo caldo e la mancanza d’acqua sono anche all’origine degli “assalti” degli uccelli ai grappoli di uva. A causa della particolare voracità degli uccelli, in alcune zone come i Colli Apuani, territorio della Doc Candia, manca già all’appello il 10% del raccolto.

Milioni di euro è la stima di Coldiretti dei danni provocati quest’anno all’agricoltura dagli stormi degli uccelli, gruppi ormai stanziali in molte zone. Una situazione che preoccupa gli agricoltori anche considerando che i tempi per ottenere i risarcimenti sono particolarmente lunghi e, denuncia Coldiretti, “l’Italia è l’unico tra i Paesi mediterranei dove non è ammessa la caccia a questo dannoso uccello”. Una richiesta in tal senso, spiega Coldiretti, “è stata già presentata alla commissione Europea ed è stata sostenuta a maggioranza dal Comitato tecnico nazionale faunistico venatorio, anche sulla base di un Rapporto dell’Ispra sullo stato di conservazione delle specie in Italia”.

[Fonte: coldiretti.it]

 

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