Barolo, assaggi e prezzi dei vini cru 2019 di Vietti in Piemonte
Con i suoi oltre 100 anni di vita, e un’evoluzione costante, la cantina Vietti è tra le aziende più vitali e moderne del Piemonte. E se è vero che a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca, a bere male si fa ancora peggio, dunque ci apprestiamo a raccontare una storia di assoluta qualità, diversa rispetto a quanto ultimamente affolla i media mainstream. Sfatiamo subito un mito: della proprietà originale oggi non c’è praticamente più nessuno.
La cantina Vietti – come tante aziende valide dei territori enoicamente più vocati – è stata oggetto d’attenzione da parte di investitori. Vietti in particolare, è stata acquistata nel 2016 da Kyle Krause, proprietario del Parma Calcio, con un’idea molto precisa del suo ruolo, soprattutto finanziario e strategico.
Non si tratta dunque di rievocare il romantico storytelling di antiche prassi tra le brume delle Langhe, ma di celebrare il realismo pratico di chi ha capito che un’azienda che funziona va lasciata com’è e anzi aiutata ad espandersi.
Barolo, Barbera ma anche Arneis, Roero e Timorasso
Storicamente il nome Vietti è legato al Piemonte del Barolo e della Barbera. L’azienda infatti fu fondata da Carlo Vietti alla fine dell’800 a Castiglione Falletto, nel luogo in cui si trova ancora oggi. A partire dalla generazione successiva, cantina Vietti inizia a farsi un nome per produzioni di qualità, che dagli anni Sessanta si apre anche ai bianchi del territorio (ancora oggi purtroppo “Cenerentole” del Piemonte), con la produzione di Arneis.
Le generazioni successive proseguono l’opera di affinamento dei territori produttivi, concentrando gli sforzi ì solo nelle zone migliori, acquisite poco alla volta e nel tempo. La famiglia Krause, in pratica, ha apportato i mezzi necessari per completare il catalogo delle migliori referenze del Piemonte, in un’ottica di ammodernamento delle tecnologie ma conservando la filosofia produttiva che si concentra sulla vinificazione dei cru aziendali.
Oggi il logo di cantina Vietti è apposto sui cru del Barolo (in 9 degli 11 comuni), del Barbaresco (Roncaglie e Rabaja), del Roero, dell’Astigiano e dei colli tortonesi (per dare spazio e importanza a quel Timorasso, che tra i bianchi piemontesi sta vivendo un momento d’oro) per un totale di 75 ettari vitati, ma con la prospettiva di crescere ancora.
L’enologo è quello di sempre, Eugenio Palumbo, da 21 anni in azienda. “La continuità produttiva è stata mantenuta – conferma mentre ci accompagna tra i filari, nei vigneti tra le colline – Kreuse ci ha dato la possibilità di investire in tecnologie e sperimentare nuovi materiali”. Come le anfore in acciaio e ceramica che attualmente custodiscono il timorasso vendemmia 2023, che sarà probabilmente diverso dalle annate precedenti prodotte da cantina Vietti.
I rossi di Vietti
Il cuore dell’azienda, come detto, sono i rossi storici di cui Vietti vanta una bella collezione di referenze. Barbera, naturalmente, e Barbaresco, ma soprattutto i diversi Barolo, vinificati separatamente dai vari cru di proprietà. Sono 27 porzioni di vigneti storici, sparsi su tutti i comuni della Docg tranne Cherasco e Roddi.
I cru di Barolo
Quelle all’assaggio sono le referenze della vendemmia 2019, tutto sommato regolare, se si esclude una prima parte dell’estate con temperature piu basse della media e fenomeni piovosi, e il mese di settembre con grandinate che hanno comportato danni alla produzione. Mediamente la resa inferiore ha giovato alla qualità, e accentuato le differenze di esposizione e territori tra le varie zone vinificate.
Le uve nebbiolo di cantina Vietti subiscono lo stesso trattamento, fino alla fase di affinamento che ovviamente varia a seconda delle caratteristiche di annata e vigneto. Le uve macerano a cappello sommerso dai 25 ai 35 giorni, la fermentazione alcolica avviene su innesco di lieviti selezionati, e prosegue attraverso delestage e steccatura, per mantenere tutta la buccia immersa nel mosto. Seguono 30 mesi tra barrique e botte grande, prima dell’imbottigliamento.
Barolo Castiglione, blend di cru per un vino base
E’ il vino ‘base’, ma si fa per dire. Confluiscono qui i ‘residui’ di produzione di tutti i cru aziendali. Praticamente è un blend di cru di Barolo vinificati e affinati separatamente e poi assemblati in base alle caratteristiche dei vigneti e delle diverse annate. Mediamente parliamo di vigne tra i 10 e i 45 anni, densità media 4500 ceppi/ha, su suoli calcareo-argillosi. Al naso si esprime con una speziatura interessante su cui spicca l’anice, e note di arancia rossa e bacche acidule. Il palato è raggiunto da note di liquirizia, freschezza e ancora tannino. Bella beva, anche se da domare, ma già intrigante.
Prezzo: 35 €
Barolo Riserva 2015 cantina Vietti che non è cru
Fuori programma rispetto alla linea dei cru, è un’etichetta nata cercando il blend ideale per il Barolo Castiglione, e raccoglie alcune parcelle particolari dei vari vigneti aziendali vinificati separatamente che spiccavano per territorialità, eleganza e intensità. L’impatto rispetto allo stile dei singoli cru è più scuro e materico, emergono note di cuoio, caffè, sottobosco, foglie e bacche. Il sorso è corposo, tannico, e appena appesantito da una nota amarognola sul finale. Ne sono state prodotte solo 5000 bottiglie.
Prezzo: 135 €.
E ora i cru di Barolo.
1. Barolo Cerequio
L’etichetta Cerequio di cantina Vietti, da una delle zone più pregiate nel comune di Barolo a 320 metri slm è nata ufficialmente nel 2018. Viti del 1982, uve raccolte a mano e trattate con i guanti in cantina, restituiscono un vino che vira sulla freschezza, sulla frutta di bosco rosso vivo, sugli accenti balsamici e speziati che al palato si traducono in una beva snella frenata da un tannino ancora decisamente nervoso.
Prodotto in sole 4000 bottiglie al prezzo di 200 €.
2. Barolo Rocche di Castiglione
Da uno dei vigneti storici dell’azienda, con viti che arrivano fino agli anni 40 del Novecento, su terreni prevalentemente marnosi con buona percentuale di sabbia, a pendenze quasi estreme, viene prodotto in circa 4000 bottiglie. Macerazione di 4 settimane, fermentazione in acciaio, affinamento e malolattica in botti di rovere, dove resta per i consueti 30 mesi. Naso molto elegante, fine, quasi verticale per la delicatezza che sprigiona da quel bel color rubino chiaro e limpidissimo. Il palato è già equilibrato nonostante la giovane età, con una beva bella tesa, in cui spiccano note di mandarino, frutti di bosco, erbe balsamiche, e tostature appena accennate.
Prezzo: 230 €.
3. Barolo Brunate
Andiamo verso ovest, a La Morra, zona caratterizzata da maggior concentrazione argillosa e marnosa. Stanti le consuete procedure raccolta manuale e di vinificazione, il Barolo Brunate di cantina Vietti è d’impatto, sia al naso che al palato. Viti di 50 anni mediamente restituiscono già da subito corpo e struttura, un profilo prevalentemente piu scuro e austero. Prugna, scorza d’arancia, humus, bosso, si traducono in una beva intensa, ancora ribelle, dai tannini prepotenti, ma foriera di un’eleganza che solo il tempo potrà far emergere nel suo pieno potenziale.
Prezzo: 200 €.
4. Barolo Lazzarito di Vietti
Nel comune di Serralunga d’Alba, il cru Lazzarito fa parte di un vigneto di 2 ha piantato lungo uno spettacolare anfiteatro naturale tra il 1960 e il 2002, su terreni prevalentemente calcarei argillosi. Il risultato è un Barolo potente, con un bouquet ancora prevalentemente di frutta ma tendente al maturo, scura, con accenni balsamici sfumati verso il vermouth. Il sorso è teso, tannico, profondo, giovane. Sono 10mila le bottiglie prodotte annualmente.
Prezzo: 140 €.
5. Barolo Ravera
La vigna, nel comune di Novello, è tra le menzioni geografiche aggiuntive del Barolo più prestigiose, e la più fredda dal punto di vista climatico. La parte più vecchia della vigna è stata piantata nel 1935, con le normali sostituzioni nel corso dei decenni l’età media del vigneto è 35 anni, tra nuove viti e originarie. Rispetto agli altri Barolo di cantina Vietti, il cru Ravera sosta quasi un anno sulle fecce (in botti di rovere) prima dell’imbottigliamento. Il Barolo Ravera è caratterizzato da una prevalente freschezza, nelle note floreali e delicatamente speziate. Sorso balsamico, sostenuto soprattutto dalla trama tannica.
Prezzo: 230 €
6. Barolo Monvigliero di Vietti
Nel comune di Verduno, il vigneto Monvigliero ha mediamente 44 anni, e la prima annata uscita con questa etichetta è stata la 2018, quella in assaggio quindi è solo la seconda, ancora poco per esprimerne al massimo le potenzialità. Rispetto agli altri cru di cantina Vietti, l’uva di Monvigliero viene vinificata con i raspi per il 60%, secondo tradizione, dopo un periodo di macerazione a cappello sommerso di quattro settimane (tra pre e postfermentativa) il mosto viene trasferito in botti di rovere per 2 anni. Monvigliero è elegante e seducente, già dal colore, rubino limpido e deciso, e al naso si esprime con delicatezza, su note di agrume dolce, frutti di bosco, cannella e corteccia. Il sorso è piacevole, intenso e fresco, con un finale terroso e scuro, ma ancora acidulo. Viene prodotto in circa 5000 bottiglie.
Prezzo: 230 €.
Barbera d’Alba vigna Scarrone 2021
Da vigneti piantati nel 1989 in località Scarrone a Castiglione Falletto, esposti ad est, le uve barbera macerano 15 giorni in vasche d’acciaio, dove effettuano fermentazione alcolica e malolattica, per poi affinare per 16 mesi in barrique. Naso giovane e fresco, di bacche acidule, ciliegia croccante, lievemente alcolico, fa presagire una gioventù che poi la bocca conferma. Scalpitante e nervoso, ha bisogno di altro tempo per trovare la giusta armonia tra acidità, tannini, e note erbacee, ma si farà.
Prodotto in 10/12mila bottiglie, costa 35 €.
Barbera d’Alba Vigna Vecchia Scarrone 2021
Stesso appezzamento, ma una parcella piantata nel 1918 con viti ultracentenarie, e rese ai limiti del parossistico (25hl/ha), stesse annata e vinificazione del precedente, ma un esito completamente diverso. Già il naso incute rispetto, con le sue note profonde, scure, di mora e frutta matura, e sfumature di fiori essiccati. Poi la bocca non delude, e nonostante l’attacco fresco cade subito l’illusione di una beva disimpegnata. Calore, intensità, speziatura, un passo agile ma deciso al palato, con trama tannica e acidità ben integrati che si allungano all’infinito.
Un vino di corpo, di cuore e di anima, che al pubblico costa 55 €.
Il Timorasso Derthona di Vietti
Proveniente per l’80% dai vigneti aziendali, il timorasso di cantina Vietti viene diraspato completamente prima della pigiatura, e il mosto sosta in stabulazione a freddo a contatto sulle fecce prima della fermentazione per alcuni giorni. L’annata in commercio, la 2021, fa un breve passaggio in legno e Clayver. Al naso l’agrume si ingentilisce, si intravedono accenni di fumé, e la freschezza decisa della beva è imbrigliata da un corpo già percepibile. Vino già piacevole, che potrebbe approfittare di un ulteriore affinamento in bottiglia.
Prezzo: 25 €.
L’assaggio da vasca, su mosto fermentato a ottobre 2023, è stato sorprendentemente interessante presentava una maturità e una complessità al naso e al palato che non ci si aspetta da vini ancora in divenire. Naso di fiori bianchi, sambuco e camomilla, pompelmo e cedro, e una beva pungente ma già piacevole, con note di pera sul finale. Ancora mancano 10 mesi sulle fecce, con batonnage delicati, prima dell’imbottigliamento e dell’ulteriore affinamento. Il progetto ‘timorasso’ di cantina Vietti prevede, una volta completato il ventaglio dei vigneti, due referenze: Derthona, la versione base, e una versione ‘Cru’ ancora da definire.
Vietti Winery. Piazza Vittorio Veneto, 5. Castiglione Falletto (CN). Tel. +39017362825. Facebook