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Cibo
31 Maggio 2010 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 14:43

Telline proibite? Sì, dal 2006! Scarica le norme in vigore

Ok. Oggi potrebbe essere l'ultimo giorno per gustarsi un classico e normale spaghetto con le vongole. Le campane a morte per la fine della tradizione
Telline proibite? Sì, dal 2006! Scarica le norme in vigore

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Ok. Oggi potrebbe essere l’ultimo giorno per gustarsi un classico e normale spaghetto con le vongole. Le campane a morte per la fine della tradizione italiana hanno suonato lugubri. Domani 1 giugno 2010 entra in vigore il cosiddetto Regolamento Mediterraneo e quindi addio a frittura di paranza, bianchetti, lattarini, rossetti, calamaretti, telline, cannolicchi, seppie.

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Gridi di dolore si propagano da nord a sud della penisola italica. E’ sceso in campo Arrigo Cipriani, proprietario dell’Harry’s Bar di Venezia per dichiarasi preoccupato per la seppia che è “un elemento fondamentale della cucina veneta, non possono portarcelo via! Noi non puntiamo tanto sulle vongole, ma le seppie sono una cosa che serviamo moltissimo”. Ah ecco, preoccupato per i consumatori delle seppie. La senatrice della Lega Nord, vicesindaco di Lampedusa con delega alla pesca, Angela Maraventano, punta il dito contro Bruxelles: “I nostri marinai e pescatori chi li sfamerà la Comunità Europea? – chiede -. Con tutta la disoccupazione che abbiamo, ci vuole pure il settore pesca. Ma cosa si sono messi in testa a Bruxelles, la colla di pesce?” Maraventano, figlia di pescatori, ritiene che il divieto darà il colpo di grazia all’economia italiana basata anche sulla pesca di queste specie che hanno fatto della ristorazione italiana nel mondo un must di prelibatezza. Come dire che se per caso a Bruxelles hanno intravisto la possibilità che fra qualche anno di pesci ce ne saranno troppo pochi, chissenefrega.

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E così, tra la Sagra della tellina di Passoscuro che potrebbe essere l’ultima, le dichiarazioni di guerra delle 70 imbarcazioni laziali cui potrebbe non essere più permesso di dragare i fondali, le riflessioni di Monica Spalletta, chef di Mastino a Fregene, che si fa portavoce delle preoccupazioni dei clienti privati dello spaghetto nazionale, o la pacatezza di Silvio Della Notte del partenopeo Giuseppone a Mare che pensa ai cicinielli, ecco spuntare la soluzione tutta italiana: la presentazione di Piani di gestione alla UE, come previsto dallo stesso regolamento, per ottenere le agognate deroghe per maglie e distanze. Non che il problema non esista con il 5% della flotta italiana dedita alla piccola pesca con circa 1000 pescherecci e 3000 persone che subiranno un contraccolpo. Ma il Regolamento Mediterraneo è del 21 dicembre 2006 (rettifica dell’8 febbraio 2007), non dell’altro ieri. Vuol dire che 42 mesi sono stati fatti trascorrere inutilmente senza uno straccio di strategia. Eppure il Regolamento (CE) 1967/2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo parla chiaro e lo potete scaricare per consultarlo. E vedere che all’articolo 14 l’Italia ha beneficiato della deroga per l’utilizzo di attrezzi da pesca vietati dal Regolamento. E immaginate quando scade il periodo di deroga? Sì, esatto, il 31 maggio 2010….

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Ora occorrerà vedere se si riuscirà a passare tra le maglie della legge, è il caso di dirlo, per allontanare il problema o se trovare qualche soluzione di lungo periodo come potenziare l’allevamento delle specie a rischio estinzione. E non solo dalla tavola.

Foto: Francesco Arena

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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